
Un passo non scontato. Perché spesso gli entusiasmi del momento si spengono strada facendo. E invece, dall’incontro informale di luglio tra 80 amministratori cattolici, avvenuto a margine della Settimana Sociale, l’entusiasmo è divenuto via via una progettualità più definita. Prima la crescita a dismisura di una chat che oggi conta circa 500 persone impegnate in politica sui territori, poi la scelta di vivere, il prossimo 14 e 15 febbraio, un vero e proprio appuntamento nazionale.
Il titolo è di per sé significativo: «La rete di Trieste. Perfino più di un partito». Serve a sgomberare subito il campo da riflessi condizionati. Perché la priorità, condivisa in decine di appuntamenti territoriali e regionali svoltisi nelle ultime settimane, è quella di dare vita a un luogo che apra processi lungimiranti di confronto e partecipazione, senza autocondannarsi alla ricerca di presunti spazi elettorali. E d’altra parte, tra i quasi 300 amministratori che già si sono iscritti all’appuntamento di Roma (senza ancora conoscere il programma), sono rappresentate sia le principali famiglie politiche nazionali sia esperienze civiche e politiche di diverso segno, ma accomunate dal riferimento alla Dottrina sociale della Chiesa.
Ora c’è un programma, dunque. E vale la pena sfogliarlo, per comprendere le finalità dell’appuntamento. Farà partire i lavori, venerdì 14 pomeriggio, Giuseppe Notarstefano, presidente dell’Azione Cattolica italiana (padrone di casa, poiché l’appuntamento si svolge al Th Carpegna Hotel, più noto come Domus Mariae), poi l’introduzione spetta a Elena Granata, vicepresidente del Comitato organizzatore della Settimana sociale di Trieste. La prima tavola rotonda del venerdì pomeriggio, coordinata da Marco Damilano, prevede gli interventi dell’ex parlamentare Paola Binetti, del leader di Demos Paolo Ciani, dell’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, del segretario di “Persone e Comunità” Giuseppe Irace, del presidente della Fondazione per la sussidiarietà Giorgio Vittadini. Parleranno della “democrazia del noi”, centrale nei discorsi della Settimana Sociale di Trieste.
Una finestra di lavoro chiusa con una prima sintesi di Francesco Russo, ex parlamentare e attuale vicepresidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, che a Trieste si è fatto carico di raccogliere il primo desiderio degli amministratori di costituire una vera e propria “rete”.
I lavori del sabato, durante i quali è previsto l’intervento di monsignor Luigi Renna, arcivescovo di Catania e presidente del Comitato per le Settimane Sociali, prevede tre panel, introdotti da una riflessione sulla partecipazione di Antonio Campati, docente all’Università Cattolica di Milano. Il primo panel è dedicato agli amministratori ed è coordinato dal vicedirettore di AvvenireMarco Ferrando: vi parteciperanno il sindaco di Udine Alberto Felice De Toni, la deputata dell’Assemblea siciliana e sindaco di Montevago Margherita La Rocca Ruvolo, la sottosegretaria in Regione Piemonte Claudia Porchietto, la presidente dell’Umbria Stefania Proietti. Il secondo panel di sabato 15 avrà come protagonisti voci giovani, ma già autorevoli nel dibattito politico: quella di Bernard Dika, portavoce della Presidenza regionale toscana, di Giulia Milani, della Comunità di Connessioni, di Eugenio Russo (Conthackto), di Margherita Scalfi (consigliera municipale a Milano). L’ultimo panel, dal taglio più marcatamente contenutistico, vedrà intervenire Argia Albanese (Movimento politico per l’unità), Leonardo Becchetti (tra gli estensori e promotori del «Piano B» e dello «spartito per il Paese»), Francesco Scoppola (presidente Agesci) e Daniela Storani (Argomenti 2000).
Molto spazio sarà dato, dal tardo pomeriggio di sabato, ai laboratori in cui i partecipanti dovranno individuare alcune priorità che la «rete» dovrà perseguire.
Il desiderio di amministratori di diversa appartenenza politica di incontrarsi e confrontarsi, desiderio che a Trieste monsignor Renna definì una «sorpresa dello Spirito», è stato accompagnato dalle associazioni e dai movimenti in cui molti degli amministratori si sono formati dal punto di vista sociale. In particolare otto sigle - Azione cattolica, Acli, Agesci, Comunione e liberazione, Comunità di Sant’Egidio, Movimento cristiano lavoratori, Rinnovamento nello Spirito e Movimento politico per l’unità - hanno fornito anche orientamenti concreti agli amministratori, con due documenti. Il primo, elaborato a maggio, in preparazione alla Settimana Sociale, sull’urgenza della pace. Il secondo, pubblicato a inizio luglio a margine dell’evento di Trieste, finalizzato al recupero di un «dialogo costituente» sulle riforme, anche alla luce dei discorsi fondativi della Settimana Sociale. Ovvero i discorsi pronunciati il primo giorno dal capo dello Stato Sergio Mattarella e dal presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi. E il discorso che papa Francesco, l’ultimo giorno, ha lasciato in eredità ai mille delegati della Settimana Sociale. E non solo a loro.