lunedì 11 settembre 2023
Esplosi 19 colpi nel paese dove il parroco anticamorra combatte contro degrado e illegalità. Solo pochi giorni fa il blitz voluto dal governo
Ancora spari per strada a Caivano. Patriciello: si vive nel terrore
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I carabinieri sono intervenuti questa notte a Caivano, in viale delle Margherite, nel Parco Verde, per una segnalazione di colpi d'arma da fuoco. Ignoti hanno esploso almeno 19 colpi, di due differenti calibri, quindi da due armi diverse. Al momento non risultano danni o feriti. Indagini sono in corso per chiarire dinamica e individuare i responsabili del raid. Si tratta della terza "stesa" dimostrativa in una settimana: sono gruppi di persone, spesso ragazzini, che passano in corteo solitamente su scooter di grande cilindrata ed esplodono colpi d'arma da fuoco in aria per dare un segnale di egemonia sul territorio.

Lo stesso parroco di Caivano, don Maurizio Patriciello è intervenuto sulla sua pagina Facebook per denunciare la frequenza di "stese" nella zona, ossia raid armati con spari in strada: "Notte insonne. Notte da incubi. Gli uomini con il mitra sono scappati. Ritorneranno. E' certo. Nessuno sa dire quando ma ritorneranno. Intanto si vive nel terrore. Abbraccio tutti. I bambini e i vecchi. I giovani e i malati. Un abbraccio grande agli uomini e alle donne delle forze dell'ordine. Stamattina si ricomincia. Siamo stanchi. Sfiniti. Ma dobbiamo raccogliere le forze. Signore, donaci la forza di non mollare. Di non arrenderci. Di non scappare. Allontana da noi la paura che ci paralizza. E moltiplica la speranza. Resta con noi, Signore. Resta con noi".

Alcuni giorni fa era avvenuto un blitz nel quartiere, con l'impiego di 400 uomini da parte delle forze dell'ordine, che aveva portato al sequestro di alcune armi da fuoco e a una serie di perquisizioni. Che Napoli sia al centro di un'offensiva della camorra, lo dimostra anche il fatto che sempre ieri sera in un'altra zona, a Ponticelli, sono stati esplosi 21 proiettili, probabilmente per un'altra faida tra i clan.

Le indagini

La "stesa" nel Parco verde potrebbe essere un atto intimidatorio della camorra contro i residenti e chi in queste ore immagina che il territorio possa tornare nelle mani dello Stato. È la pista principale battuta dagli investigatori per risalire ai responsabili del raid armato con spari in aria della scorsa notte. C'è però anche un'altra ipotesi vagliata dagli inquirenti, che porta a uno scontro acceso tra due clan, i Moccia, che hanno il controllo e mire espansionistiche su Caivano, e gli scissionisti della "167". Già lo scorso mese ci sono state azioni intimidatorie legate a tale scontro e la scorsa settimana c'è stato il ferimento di un pusher.

La scuola

«Ai ragazzi dico: non abbiate paura, con la scuola la vostra vita cambierà. Non saranno i botti e gli spari a fermarci»; così la professoressa Eugenia Carfora, preside-coraggio di Parco Verde, dirigente scolastica dell'Istituto Tecnico Francesco Morano, augura un buon inizio di anno scolastico ai suoi studenti. «Nonostante tutto c'è un popolo scolastico operoso, che sta cercando di preparare l'apertura dell'anno per dare sicurezza e fiducia ai ragazzi e alle famiglie, e non vediamo l'ora tutti noi di guardare negli occhi le persone e rassicurare, soprattutto le mamme: sicurezza negli sguardi e sicurezza negli abbracci per il rientro a scuola - continua Carfora - Non possiamo e non dobbiamo scappare da qui, questo luogo appartiene al popolo italiano e per questo va rispettato. Caivano viene dipinto come il luogo peggiore del mondo, ma non è così, è bello, è ricco serve un nuovo inizio ed ora c'è anche una maggiore attenzione da parte dello Stato».

«Qui 'l'altro Stato' sta alzando il tiro, si sente sotto pressione ma non devono avercela vinta - sottolinea Carfora - dopodomani è il nostro giorno, questo può e deve essere il momento del riscatto. Certo la scuola non può dare tutte le risposte perché la cultura è lenta, ma ti porta verso la libertà e ci sono ragazzi che sono nati già adulti, a loro dobbiamo dare risposte concrete, perché non hanno tempo per aspettare ancora: dobbiamo dare loro gli strumenti per rimettersi in carreggiata. È necessario prendersi cura dei ragazzi, ma anche delle loro famiglie, ora che si sono accesi i riflettori su di noi, abbiate tutti il coraggio di bussare ad una porta e portare l'aiuto necessario. Quel decreto che porta il nome di Caivano è nato per dire adesso basta, dietro quella parola Caivano sono certa che si voleva dire altro, qualcosa di buono e positivo - sottolinea Carfora - le periferie sono importanti, non devono essere lasciate a se stesse: senza le periferie il centro non esisterebbe. Qui ci sono persone bellissime, e la scuola ha la responsabilità di portarle allo scoperto: la scuola non scapperà".

E tornerà a Caivano il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, che vi era stato il 31 agosto scorso con la premier Giorgia Meloni. Il 18 settembre porterà alcune misure che, annunciate nei giorni scorsi, il governo ha iniziato ad adottare. "Proseguiremo con sempre più determinazione per dare ai giovani un futuro di crescita personale, di maggiori opportunità lavorative e di libertà da ogni condizionamento delinquenziale. Lo Stato non si piega a minacce di alcun tipo", ha affermato oggi il ministro.

Tra le misure messe in campo in queste settimane dal ministero dell'Istruzione per le scuole di Caivano, 20 docenti in più, istituti aperti anche di pomeriggio, retribuzione delle ore aggiuntive al personale scolastico impegnato nell'attuazione dei progetti didattici, attività laboratoriali - sport, teatro, musica, educazione alla cittadinanza e al rispetto, ecc. - prolungamento del tempo scuola. Le misure rientrano nell'Agenda sud, che si propone di attuare un piano complessivo per la riduzione dei divari territoriali e degli apprendimenti, coinvolge oltre 2mila scuole del Mezzogiorno e sarà finanziato con 265,5 milioni di euro. Il progetto pilota di Caivano viene finanziato specificamente con 1 milione di euro e coinvolge le quattro scuole del primo ciclo.

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