
Sostenere i minori stranieri non accompagnati in Italia con la formazione l'inserimento e soprattutto promuovendo la figura del tutore volontario. È l'impegno che ha preso il Gruppo Mediobanca che ha deciso di rafforzare la collaborazione con Unhcr, l'agenzia Onu per i rifugiati per sostenere un programma integrato di protezione dei minori stranieri non accompagnati. L'Italia nel 2024 ha registrato quasi 67mila arrivi via mare, il 19% dei quali erano bambini e il 69% di loro sono arrivati sulle nostre coste senza famiglia, spesso perduta per mare o lungo le rotte migratorie con traumi indelebili.
In base al report del ministero del Lavoro, il più completo, a marzo erano poco più di 16mila i minori soli sul nostro territorio, spesso contro tutto e tutti in un Paese che non conoscono e che vorrebbero lasciare in fretta per proseguire il viaggio della speranza ignorando i propri diritti.
Sono diminuiti nella contabilità degli sbarchi - che non comprende, però, i tanti arrivi di afghani dalla rotta balcanica al valico di Trieste -, ma non sono venute meno le attenzioni di trafficanti, reti criminali e sfruttatori verso di loro. La sfida è convincerli a restare e una figura adulta diventa perciò fondamentale. Il programma, che comprende un finanziamento di 200mila euro, ha l’obiettivo primario di affiancare i minori stranieri non accompagnati dal momento del loro arrivo, aiutandoli a superare gli ostacoli, dall’apprendimento dell’italiano alla costruzione di nuove relazioni sociali, dalla comprensione dei loro diritti all'integrazione scolastica fino alla ricerca di opportunità lavorative.
In particolare, Mediobanca affianca Unhcr per promuovere e rafforzare la conoscenza del tutore volontario, figura chiave per sostenere i minori nella delicata fase dell'accoglienza. La sensibilizzazione e divulgazione si sviluppa all’interno di incontri organizzati sul territorio, così come dentro lo stesso gruppo bancario. «Con questo nuovo progetto al fianco di Unhcr, confermiamo il nostro percorso a sostegno dell’inclusione e della diversità. Investire nella figura dei tutori, che sono un supporto essenziale per i minori vulnerabili appena arrivati nel nostro Paese, ha l’obiettivo di garantire loro un futuro più sicuro e dignitoso. Favorire la costruzione di un tessuto sociale ed economico solido e inclusivo, in cui i principi di fiducia, solidarietà, pari opportunità e vita dignitosa siano applicati a tutti i cittadini, è parte integrante dei nostri obiettivi di Gruppo», commenta Giovanna Giusti del Giardino, Group Chief Sustainability Officer di Mediobanca.
«Sono molti i minori stranieri che arrivano in Italia senza genitori o parenti – ha dichiarato Chiara Cardoletti, rappresentante Unhcr per l’Italia la Santa Sede e San Marino –. Alcuni sono molto giovani, non conoscono la lingua e si devono confrontare con difficoltà enormi in un Paese che non conoscono. Nonostante le leggi nazionali per la loro protezione siano tra le più avanzate, hanno bisogno che il sistema di accoglienza a loro dedicato venga potenziato e che risponda adeguatamente ai loro bisogni. Insieme a Mediobanca, partner di fondamentale importanza per Unhcr, possiamo offrire a tanti minori stranieri nel nostro Paese il supporto di cui hanno bisogno». Grazie al sostegno di Mediobanca è possibile infatti rafforzare la rete dei tutori volontari, figura pensata per sostituire l'adulto di riferimento per il minore solo. Che è in prevalenza un maschio di 16 anni, in cui si sommano la complessità degli adolescenti e i traumi dei vissuti specifici, con un background culturale e linguistico diverso dal nostro.
«Noi sosteniamo la formazione – spiega Chiara Pelaia, Protection Office di Unhcr –. Il progetto promuove anche l’attività delle associazioni dei tutori volontari supportata da Save the Children anche con una hot line. È importante condividere problematiche, soluzioni e strategie e formare una comunità che possa confrontarsi, supportarsi e mettere in contatto anche i minori che si trovano nella stessa situazione».
Fondamentale investire su una campagna di comunicazione perché servono tutori. Dopo gli anni immediatamente successivi all'entrata in vigore della legge Zampa, in cui tutti i garanti regionali si sono attivati per organizzare i corsi, il numero dei candidati è calato a fronte di una necessità molto alta. Ora occorre rilanciare. Quello del tutore non è un compito facile, ma anche in pochi mesi si riesce a instaurare un rapporto di fiducia che si trasforma in amicizia e vicinanza.