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"Purtroppo il falso scoop di Libero sui migranti che a Lampedusa hanno mangiato cani continua a circolare alimentando il pericoloso gioco dei fomentatori d’odio e di chi fa delle crociate anti-immigrazione la propria bandiera di propaganda politica. Credo sia arrivato il momento per il nostro Paese di dotarsi di una seria normativa per fermare le bufale e le fake-news con sanzioni esemplari non solo per chi le pubblica ma anche per chi contribuisce a diffonderle".
Lo dice Totò Martello, sindaco di Lampedusa e Linosa, in riferimento a un articolo pubblicato da Libero nel quale si parla di migranti che a Lampedusa avrebbero mangiato alcuni cani.
La non notizia ancora una volta vede coinvolte vecchie conoscenze delle campagne contro i migranti. Tra essi una blogger che pubblica per testate neofasciste a cui di recente perfino Twitter ha limitato la divulgazione delle proprie bravate sui social.
Sarebbe bastato chiedere alle autorità, a cominciare dai carabinieri, per raccogliere con cautela le dichiarazioni della “signora Rosi”, che a Lampedusa non è nuova a polemiche e rivendicazioni economiche.
Non è l’unica anomalia. La testata online “Open” ha compiuto un lavoro di fact checking a firma di David Puente che ha fatto esaminare le immagini anche da esperti, tra cui il prof. Francesco Galassi (paleopatologo e docente associato alla Flinders University di Adelaide) e la dottoressa Laura Landini (archeozoologa specializzata del Farab Research Center, il Centro internazionale per l’antropologia forense, la paleopatologia e la bioarcheologia con sede a Siracusa). Entrambi mettono in dubbio la ricostruzione apparsa su giornali e siti internet. Smentite che arrivano anche da altri siti specializzati nello smascherare le fake news. Infine, ne ai Vigli Urbani nella alla Lav, che sull’isola ha un suo progetto a tutela degli animali, è mai giunta notizia della sparizione dei quattro cani.
"Ormai sembra una gara a chi la spara più grossa - aggiunge il sindaco Martello - purtroppo però queste bufale provocano pesanti danni alla nostra isola, e di conseguenza all’economia locale".