giovedì 16 marzo 2017
Inascoltato l'appello dell'associazionismo che ha chiesto la messa al bando degli spot sui media tradizionali e online. «Avvenire» è l'eccezione
Azzardo, tutto esaurito su giornali e televisioni
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Boom della pubblicità sull’azzardo. Nel 2016 i soldi investiti sono infatti cresciuti del 39,6% rispetto al 2015, raggiungendo 71,6 milioni di euro contro i 51,3 milioni dell’anno precedente. Numeri molto più alti di tutti gli altri settori economici.

Basti pensare che il totale degli investimenti pubblicitari ha avuto lo scorso anno un incremento di appena l’1,7%. Cioè 23 volte meno del solo azzardo. E c’è poco da stupirsi visto che il 2016 è stato in assoluto l’anno record per azzardopoli, con 96 miliardi spesi dagli italiani in slot, scommesse, lotto, gratta e vinci e altre tipologie. Grandi incassi per le imprese che così si possono permettere tanta pubblicità in più. E questo è ben gradito, ovviamente, da gran parte dei media, sui quali poi i problemi e i drammi dell’azzardo trovano ben poco spazio, mentre Avvenire non ha mai accettato un euro.

Un boom che è la conferma della quasi inutilità dei divieti parziali introdotti con la Legge di bilancio 2016, previsti solo sulle televisioni generaliste e in limitate fasce orarie. Divieti che evidentemente non danno fastidio. Infatti, come emerge da uno studio del sito specializzato Agimeg su dati Nielsen, la società che studia la pubblicità, a farla da padrone è stata proprio la televisione, canale sul quale sono stati spesi nel 2016 per la pubblicità 61 milioni di euro, oltre l’86% del totale, con un aumento del 40,7%. Molto staccate seguono internet (4,5 milioni), quotidiani (4 milioni), radio (1 milione), periodici (0,6), altro (cinema, cartellonistica, ecc 0,5). A conferma che i limiti alla pubblicità tv non funzionano e che è sempre più necessario un divieto totale e generalizzato, come chiedo-È no varie proposte di legge depositate in Parlamento ma che non sono mai state messe all’ordine del giorno.

Ricordiamo che lo stop alla pubblicità, come già avviene col tabacco, è una delle quattro richieste urgenti fatte da più di un anno dalle associazioni 'no slot', che Avvenire sostiene convintamente. E l’urgenza è confermata da altri dati. Nel 2016 a fare un vero e proprio balzo in avanti è stata la pubblicità delle scommesse sportive, con 34,2 milioni di euro, e soprattutto un aumento del 79% rispetto al 2015. Al secondo posto i giochi numerici (Lotto, 10eLotto, Superenalotto, Win for life, ecc.), con investimenti pubblicitari nell’anno passato per 12,7 milioni di euro, un valore in crescita del 65%.

E non è certo una coincidenza che proprio scommesse e giochi numerici siano le modalità di azzardo che hanno avuto il maggior incremento di spesa da parte degli italiani. Guarda caso sono anche le più presenti in tv, grazie soprattutto a calciatori testimonial o a telecronache infarcite di spot o quote. Meno interessanti per la pubblicità i giochi online (casinò, bingo, ecc.), con investimenti per 11,7 milioni, valore però in calo del 3%. Ancora peggio il poker online, che ha fatto registrare investimenti per 3,1 milioni di euro, cioè meno 7%. rispetto al 2015.

Crescono invece del 42% gli investimenti pubblicitari sulle lotterie istantanee (gratta e vinci), mentre calano quelli sulle lotterie tradizionali. Nessuna pubblicità, neanche un euro, per slot e vlt, forse perché da sole rappresentano già più del 50% della spesa nell’azzardo e forse perché meno accattivanti per gli spot, perché erroneamente considerate le uniche responsabili del gioco patologico. E infatti si discute solo della loro riduzione.

Andando a vedere nei singoli mezzi di informazione la tendenza è confermata. In televisione giochi numerici e scommesse sportive hanno raggiunto 39,3 milioni con un aumento del 71,4%. In radio ben il 95% della pubblicità ha riguardato giochi numerici e scommesse sportive. Comunque la radio è stata più apprezzata dagli operatori di gioco, visto che lo scorso anno gli investimenti sono cresciuti del +32,9%. Ancora meglio nei quotidiani sui quali gli investimenti pubblicitari sono cresciuti del 65,1%. Raddoppiate in particolare le 'campagne istituzionali' per veicolare una 'buona immagine'. Oltre 3,4 milioni (+73,3% rispetto al 2015), anche qui hanno riguardato giochi numeri e scommesse sportive.

E la musica non cambia su internet, dove malgrado un incremento generale solo del 6,3% , gli investimenti in scommesse sportive e giochi numerici sono saliti del 134%. Raddoppiati infine gli investimenti sui periodici rispetto al 2015. Confermati i settori più beneficiati: il 93% degli investimenti ha, infatti, riguardato giochi numerici e scommesse sportive.

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