Luca Attanasio, ucciso in Congo il 22 febbraio 2021
Ancora un rinvio per il processo Attanasio. Si dovrà attendere la nuova udienza preliminare del 13 febbraio per sapere se due funzionari del Pam dovranno rispondere di omicidio colposo per aver omesso - secondo la procura di Roma - le necessarie misure di sicurezza sul convoglio dell'agenzia Onu che il 22 febbraio 2021 trasportava nel nordest del Congo l'ambasciatore italiano. A pochi km da Goma alcuni uomini armati fermarono i veicoli, che non erano scortati, e trascinarono fuori dall'abitacolo il diplomatico e il carabiniere Vittorio Iacovacci, dopo aver giustiziato l'autista Mustapha Milambo. Il gruppo si inoltrò nella boscaglia, dove i due italiani furono uccisi in circostanze mai chiarite.
Il Pam aveva già opposto l'immunità a copertura dei suoi due funzionari imputati, Rocco Leone e Mansour Luguru Rwagaza, e ieri anche gli esperti del ministero degli Esteri, convocati dal giudice per dirimere la questione, si sono in sostanza pronunciati a favore di questa tesi, depositando un parere secondo cui, in sintesi, prevarrebbe la consuetudine internazionale a riconoscere l'immunità di funzionari legati alle Nazioni Unite. La Procura di Roma si è opposta all'acquisizione del documento mentre il giudice ne ha disposto l'acquisizione nella parte non valutativa.
Il giudice si è quindi preso tempo per decidere: il 13 febbraio si saprà se il processo potrà proseguire con il rinvio a giudizio dei due imputati o se invece si chiuderà qui. La posizione della Farnesina - da cui l'ambasciatore dipendeva, vale la pena sottolinearlo - ha sorpreso i genitori di Attanasio, che al contrario confidavano in un parere contrario all'applicazione dell'immunità, nella speranza di fare un po' di luce sul controverso agguato di Goma. Ma lo Stato, dopo aver già rinunciato a costituirsi parte civile nel procedimento, ha di fatto sposato la linea del Programma alimentare mondiale, che dal 1961 ha sede proprio a Roma. Il legale degli Attanasio, l'avvocato Rocco Curcio, ha preferito non commentare quanto emerso in udienza, rimandando ogni giudizio al 13 febbraio.
I genitori sono presenti nel processo come parte offesa, ma hanno rinunciato a costituirsi parte civile in virtù di un accordo di risarcimento siglato con il Pam. Salvatore Attanasio, papà di Luca, ha spiegato di aver accettato "per il bene delle nipotine, assicurando loro quel futuro che avrebbero avuto grazie al padre". Ma ha poi sottolineato che "la verità resta tutta da scrivere". Secondo quanto rivelato ad Avvenire nei giorni scorsi dall'avvocato Curcio, Salvatore Attanasio non crede all'ipotesi dell'agguato scattato per caso ad opera di banditi locali. Esclusa anche l'ipotesi del rapimento andato male. "Crediamo che abbiano voluto colpire di proposito l'ambasciatore - ha spiegato Curcio - secondo noi si è trattato di omicidio volontario". Il legale non è sceso nei particolari degli approfondimenti svolti, perché - ha precisato - "è una fase delicata, ci sono in gioco enormi interessi economici e politici, non sempre trasparenti". Curcio ha anche detto di aver già depositato in procura una perizia balistica che arriva a conclusioni diverse rispetto a quella in mano agli investigatori.