martedì 24 marzo 2015
Maggioranza divisa sul primo emendamento, il dl approvato alla Camera. Astenuti Ap, e Sel M5s. I centristi avevano chiesto una modifica. L'ok definitivo al testo arriverà dal Senato.
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Non è la maggioranza che si spacca, perché alla fine si rimanda tutto al Senato in un clima non vuole essere di rottura e rinunciando ai toni bellicosi, ma di certo quanto avviene oggi alla Camera sul dl prescrizione fotografa una situazione di difficoltà all'interno della coalizione di governo. Il primo articolo del provvedimento, che riguarda l'aumento della metà dei termini per i reati di corruzione, non piace così com'è all'Ncd, che da quando è scoppiato il caso Lupi è attraversato da più di un fremito di insofferenza. Alessandro Pagano, capogruppo in commissione Giustizia di Area Popolare, chiede che venga modificato. L'aula della Camera respinge: 337 a 40. Non è quello che accade nelle maggioranze in cui regnano pace e armonia. Tanto più che Nunzia De Girolamo, uno degli esponenti di Ncd che accusa la leadership del partito di remissività nei confronti del Pd di Matteo Renzi, definisce la norma "una cortina fumogena per quanti sono indignati per gli scandali di questi giorni". Interviene allora Andrea Orlando, ministro della Giustizia. "Io non sono mai stato fra coloro che hanno partecipato alla demonizzazione dell' istituto della prescrizione. Non mi sfugge che questo tipo di prescrizione così come costruita riflette un determinato periodo storico e un'impostazione politica che non mi sentirei di difendere", spiega. "Il fatto che un numero consistente di reati si estingua durante le indagini non è una buona ragione per non affronatre temna dei reati che si estinguono nel processo". Parole distensive, che paiono sortire il loro effetto immediato. Lo stesso Pagano, infatti, risponde: "Le parole di Orlando sono state rassicuranti. È chiaro che nella seconda lettura del provvedimento, così come ha detto il ministro, ci sarà una rivisitazione complessiva sui tempi del processo. Il nostro potere contrattuale al Senato è ulteriore elemento di garanzia, per questo ci asterremo sul voto finale. Non c'è alcun motivo per votare contro". Insomma, il no minacciato viene derubricato ad astensione. In attesa delle modifiche da apportare al Senato dove l'Ncd ha un suo potere contrattuale.Alla fine il via libera al dl arriva comunque. Disco verde della Camera al ddl che riforma l'istituto della prescrizone dei reati aumentando i tempi per l'accertamento dei reati di corruzione. Il provvedimento passa ora all'esame del Senato. I contrari sono stati 26, gli astenuti 121. Hanno votato a favore il Pd, Scelta Civica, Per l'Italia Centro democratico Fdi e i deputati ex M5S ora nel gruppo di Alternativa Libera. No da Lega e Forza Italia. Nella maggioranza si è astenuta Area Popolare in cui sicolloca l'Ncd di Angelino Alfano. Astenuti anche Sel e il Movimento 5 Stelle.
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