giovedì 1 luglio 2021
Entra in vigore oggi il certificato Covid Ue, con codice Qr. Viene rilasciato dalle autorità nazionali gratuitamente, in formato digitale o cartaceo. Ma l'utilizzo può variare da Stato a Stato
Al via il Green Pass europeo: ecco come funziona

Ansa

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Entra in vigore oggi, 1° luglio, il certificato Covid Ue digitale, o Green Pass. Dovrebbe aiutare i viaggiatori, variante Delta permettendo, a evitare di essere sottoposti a tampone e/o quarantene quando viaggiano all'interno dell'Unione Europea, contribuendo così al graduale ripristino della libertà di circolazione.

In tutti i 27 Paesi membri (ma l'Irlanda è in ritardo a causa di un attacco informatico), il Pass sarà un diritto per tutti i cittadini che abbiano i requisiti: vale per chi è stato vaccinato, per chi è guarito e per chi risulta negativo a un test Covid. Viene rilasciato dalle autorità nazionali gratuitamente, in formato digitale o cartaceo: per i certificati già emessi da Stati o regioni è previsto un periodo di 6 settimane perché possano essere resi compatibili con il modello Ue. Il Pass è dotato di un codice Qr che ne garantisce l'autenticità.

Il Gateway, la piattaforma informatica Ue che rende possibile il Pass e che fornisce le chiavi digitali che consentono la validità transfrontaliera, è operativo da inizio giugno. Finora "sono già stati generati oltre 200 milioni" di Green Pass, ha detto la presidente dela Commissione Europea Ursula von der Leyen. Ventuno Stati membri, oltre alla Norvegia, all'Islanda e al Liechtenstein, avevano già iniziato a rilasciare certificati prima della scadenza odierna e cinque Paesi dell'Ue iniziano oggi.

Se ottenere il Pass è un diritto, il suo utilizzo varia però da Stato a Stato. Ecco i dettagli.

VACCINATI - Il Pass sarà valido a partire da quattordici giorni dopo l'ultima dose di vaccino anti-Covid. A partire da quel giorno, le persone pienamente vaccinate, cioè con due dosi per AstraZeneca, Pfizer/BioNTech e Moderna e con una dose per Janssen (J&J), dovrebbero essere esentate, in viaggio, da test e quarantene. Lo stesso dovrebbe valere per le persone che sono guarite e che hanno ricevuto una sola dose di vaccino, considerata sufficiente per essere protetti dalla malattia.

Un Paese è libero di rilasciare il Pass anche dopo la prima dose, ma ogni Stato può decidere di riconoscerlo o meno (con il diffondersi della variante Delta, è meno probabile che il pass con una sola dose sia riconosciuto). Se uno Stato accetta una prova di prima dose per rimuovere le restrizioni all'interno, deve accettare anche i Pass Ue alle stesse condizioni. Ai fini del Pass valgono solo i vaccini autorizzati dall'Ema. I singoli Stati possono però decidere di riconoscerne anche altri, con l'autorizzazione di emergenza (è il caso del vaccino russo Sputnik autorizzato dall'Ungheria).

GUARITI - Le persone guarite dovrebbero essere esentate da test e/o quarantene nei 180 giorni successivi al test Pcr positivo, che attesta l'avvenuta infezione (la validità del certificato è a partire dall'undicesimo giorno dopo il test, terminato il periodo di contagiosità).

TEST - Per chi non è vaccinato né guarito, resta il test, che il Pass certifica e che viene così riconosciuto anche all'estero. Viene proposto un periodo di validità standard (finora ogni Paese stabiliva la validità autonomamente): per i test Pcr o molecolari la validità è di 72 ore, mentre per quelli rapidi antigenici (che ogni Stato è libero anche di non accettare) è di 48 ore. Il certificato non viene rilasciato in presenza dell'esito di un test fai-da-te, impossibile da certificare. I tamponi restano a pagamento, ma la Commissione ha stanziato 100 milioni di euro per aiutare gli Stati a dotarsi di test rapidi e abbassarne così il prezzo.

FAMIGLIE CON MINORI - Per evitare di separare i nuclei familiari alla frontiera, i minorenni che viaggiano con genitori esentati dall'obbligo di quarantena, per esempio perché sono vaccinati, dovrebbero essere esentati anche loro dalla quarantena. I bambini sotto i 6 anni sono esentati anche dai test: quelli dai 6 anni in su invece dovranno sottoporsi a test, cosa che fa salire il budget dei viaggi transfrontalieri per le famiglie con figli al seguito.

FRENO D'EMERGENZA - Viene previsto un meccanismo di freno d'emergenza: gli Stati dell'Ue non potranno imporre ulteriori restrizioni di viaggio ai titolari di certificati, come quarantena, autoisolamento o test, "a meno che non siano necessarie e proporzionate per salvaguardare la salute pubblica". Si dovrà tenere conto delle prove scientifiche, "compresi i dati epidemiologici pubblicati dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc)". Le misure restrittive dovranno essere notificate, se possibile, con 48 ore di anticipo agli altri Stati membri e alla Commissione, mentre il pubblico dovrà ricevere un preavviso di appena 24 ore. Ma la Germania ha vietato, martedì scorso, i viaggi dal Portogallo, considerato zona a rischio per la variante Delta, senza preventivamente informare gli altri Stati membri.

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