martedì 5 marzo 2024
L'idea per i 18 anni è venuta allo stesso ragazzo: invitare gli amici a vivere una serata nelle sue stesse condizioni. I ragazzi hanno accettato con entusiasmo.
Simone Maniscalco con un suo amico

Simone Maniscalco con un suo amico

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Si sono messi d’accordo e hanno offerto una prova d’amore per il compagno di classe, di scuola, per l’amico, che, da quando è nato, viaggia sulla sedia a rotelle. I suoi amici, i suoi compagni, invitati per il suo diciottesimo compleanno, hanno scelto di festeggiare, anche loro, sopra una carrozzina, per guardare il mondo dalla stessa altezza, per condividere l’orizzonte del corpo, non soltanto i sogni freschi di quell’età.

Questa storia che arriva da Palermo racconta tanto dell’universo delle ragazze e dei ragazzi che, spesso, viene osservato con superficialità e narrato secondo vibrazioni lastricate dei peggiori luoghi comuni sulla distanza e sull’indifferenza. Invece, i giovani del nostro tempo, come i giovani di ogni tempo, hanno nel cuore tante emozioni orientate verso la speranza. A febbraio Simone Maniscalco, ragazzo dagli occhi ridenti, che frequenta il liceo classico “Giovanni Meli” è approdato al traguardo dei suoi diciotto anni, un’occasione indimenticabile, da celebrare.

Riavvolgiamo il nastro dei giorni. La serata fissata in un noto ritrovo palermitano si lascia immaginare magnifica, nelle aspettative. Ed ecco che succede: la cerchia affettuosa, convocata per l’occasione, prende le sedie a rotelle, sistemate all’ingresso, e si presenta così, sulle ruote. « L’idea è venuta spontaneamente a Simone – racconta Salvo, papà del neodiciottenne – ed è subito stata sposata da tutti, senza tentennamenti. Mio figlio è un ragazzo meraviglioso e coraggioso. Gli ho sempre detto che non deve arrendersi, che deve sempre guardare il bicchiere mezzo pieno e che la vita va vissuta con ottimismo. I suoi amici hanno condiviso un’iniziativa amorevole e solidale. Il locale scelto per l’evento è dotato di entrate comode, direttamente dal cortile esterno, ma abbiamo chiesto di chiuderle, in modo che tutti dovessero percorrere lo stesso tragitto, più lungo, dotato di un ingresso con lo scivolo, che permette l’accesso a chi si muove con una carrozzina. Volevamo che si immedesimassero nelle difficoltà che un disabile incontra ogni giorno».

Le immagini del compleanno mostrano una marea di volti gioiosi. Ragazze e ragazzi sulle rotelle, a mimare le impennate, le corse, sorrette e sorretti dalla condivisione. Un modo per avvicinare la disabilità alla “normalità’”, separate spesso dall’inciviltà di chi non rispetta le regole necessarie per rendere gli ambienti non ostili. « Non esistono vere distinzioni – insiste papà Salvo – mio figlio Simone è una persona normale, perché le persone normali non sono soltanto quelle che non hanno problemi. La difficoltà è creata dai comportamenti degli insensibili. Da chi occupa i posti riservati, per esempio. E spesso sono i più umili quelli che capiscono davvero, che si immedesimano. Quando passiamo per i mercatini popolari di Palermo, le bancarelle vengono spostate immediatamente e non ce n’è uno che non saluti e che non abbracci mio figlio. Non ce n’è uno che non regali una carezza. La disabilità non esiste quando c’è attenzione, se si capisce che una strada sbarrata rappresenta una negazione di diritti. Quando andiamo fuori, in altre città, non ci sono le barriere che subiamo a Palermo. Il nostro Simone ha uno spirito forte e delicato. Cerchiamo di salvaguardarlo e, al tempo stesso, di renderlo responsabile e pronto ad affrontare la vita». Sì, la vita che risulta complicata per chiunque, con i suoi rettilinei, le sue curve improvvise. Ma che può essere attraversata con un’anima più leggera, grazie ai sostegni offerti dall’amore e dalla comprensione.




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