sabato 5 marzo 2022
Prima ordinanza di Protezione civile, aumentati di 5mila unità i posti in Cas e Sai. Il prefetto Ferrandino: i bambini andranno a scuola. Curcio: pronti a numeri maggiori di arrivi
L'accoglienza dei profughi spetterà alle Regioni

Ansa

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In Italia finora sono arrivati per lo più donne, bambini, anziani fragili. Poco più di 9mila ucraini che in maniera spontanea hanno trovato alloggio presso parenti e amici all’interno della numerosa comunità ucraina in Italia (circa 248mila persone). A loro comunque occorre dare assistenza, a cominciare da quelle sanitaria. Perciò la macchina della Protezione civile è in moto per organizzare la governance all’interno della quale le Regioni potranno operare per assistere al meglio sui loro territori, in accordo con le Prefetture e il Terzo settore, chi chiederà aiuto al nostro Paese. Prevedendo anche che i governatori saranno commissari delegati per l’accoglienza. «Finora non sono state definite ancora quote a livello europeo», precisa il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, illustrando la prima ordinanza conseguente allo stato di emergenza attivato il 28 febbraio, ma si sta modulando il sistema per permettere di poter gestire anche numeri maggiori di profughi. «È una situazione inedita, con diversi scenari che cambiano rapidamente», sottolinea infatti, anche se ad oggi «i flussi risultano al momento gestibili». Scenari che prevedono anche «un piano, ma speriamo di non doverlo attuare» in caso di fughe di radioattività.
Ma adesso è l’accoglienza l’esigenza primaria. Per questo il Viminale ha disposto l’aumento dei posti Cas (Centri accoglienza straordinaria) di 5mila unità e previsto anche un aumento posti Sai (Sistema accoglienza e integrazione). E a queste reti «potranno accedere cittadini ucraini anche se non richiedenti asilo», è la rassicurazione del capo Dipartimento per le Libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’Interno, Francesca Ferrandino, aggiungendo poi la necessità di un «raccordo con il mondo della scuola, perché bambini e ragazzi dovranno frequentare la scuola». Chi arriva in sostanza non sono solo numeri, «noi siamo pronti ad accogliere le persone. Dietro ai numeri ci sono persone, va tenuto conto delle loro esigenze».
Non a caso in questo quadro sono tutta la rete locale e l’associazionismo a essere chiamati in causa. Perciò ieri il ministro per le Politiche sociali Andrea Orlando ha riunito il Consiglio nazionale del Terzo settore per coordinare la rete di accoglienza, ricevendo «una risposta corale, entusiasmante e forte». Insomma il Terzo settore «sarà in prima linea», ha assicurato, sia nell’accoglienza di chi scappa dalla guerra, sia negli aiuti per chi è rimasto in Ucraina. E dal ministro per il Turismo Massimo Garavaglia arriva inoltre la proposta di introdurre «deroghe urgenti al decreto flussi migratori. Così da favorire l’ingresso in Italia di cittadini ucraini e consentire loro il lavoro».
Tuttavia è soprattutto la concomitanza con una pandemia ad essere all’ordine del giorno e a venir affrontata nel tavolo che si aprirà oggi tra Regioni, ministero dell’Interno e della Salute per gestire la questione tamponi, quarantene e accesso ai sistemi sanitari regionali. Finora per l’accoglienza dei malati ucraini sono stati messi a disposizione mille posti letto per diverse specialità (tra cui oncologia, pediatria, diabetologia, servizi per ustionati), per far fronte alle richieste di salute extra Covid. Anche se dalle Regioni arriva la necessità di «un ulteriore confronto tecnico e politico» sul tema tamponi e vaccini, sollevato dal presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, che vede persino «l’esigenza di dar vita ad un sistema organizzativo alle nostre frontiere con il coinvolgimento del ministero della Difesa e l’ausilio delle forze armate». Fino al 31 marzo, intanto, per gli spostamenti dei profughi è previsto un tampone negativo e le Asl si stanno muovendo per le vaccinazioni.
Insomma la macchina in Italia si è mossa, come pure quella dell’aiuto internazionale. La Protezione civile infatti ha già inviato in Polonia attrezzature per un campo profughi da mille posti e si è pronti con l’ospedale da campo se richiesto. Ma ci sono altre sette Regioni che sono preparate ad inviare le loro attrezzature nei Paesi che in questi giorni stanno accogliendo i profughi ucraini.

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