lunedì 11 aprile 2016
​Un Comitato del Consiglio si pronuncia su un ricorso della Cgil: «Troppi obiettori, non tutelato il diritto alla salute della donna». Il ministro Lorenzin: analisi su dati vecchi, ora le cose sono cambiate.
Obiettivo obiezione (Giuseppe Anzani)
Aborto, Consiglio d'Europa critica l'italia
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Nuova pronuncia del Comitato europeo dei diritti sociali, un organismo del Consiglio d'Europa, sull'applicazione della Legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza. Il Comitato ha stabilito che l'Italia "viola il diritto alla salute delle donne" che vogliono abortire, poiché esse incontrano "notevoli difficoltà" nell'accesso ai servizi per l'Ivg, anche per l'alto numero di medici obiettori di coscienza. Secondo i calcoli, sono sette su 10.Il testo della pronuncia è di qualche settimana fa, ma è stato reso noto solo oggi dal Consiglio d'Europa, l'organizzazione per i diritti umani di cui fanno parte 47 Stati. Il ricorso - il secondo sull'argomento - al Comitato di Strasburgo era stato presentato dalla Cgil nel 2013. Il sindacato contestava alle autorità italiane la mancata applicazione di fatto della legge sull'interruzione di gravidanza, la 194/1978, considerandola una violazione dell'articolo 11 della Carta sociale europea (Diritto alla salute) e anche all'articolo E dello stesso documento, per la discriminazione dei medici non obiettori.Non solo: il Comitato del Consiglio d'Europa ipotizza, senza peraltro portare alcun dato, che le donne italiane "possono essere forzate ad andare in altre strutture, in Italia o all'estero, o a mettere fine alla loro gravidanza senza il sostegno o il controllo delle competenti autorità sanitarie". Ovvero siano costrette ad andare all'estero oppure a sottoporsi ad aborto clandestino.  E se la segretaria generale della Cgil Susanna Camusso parla di "sentenza importante" (occorre ricordare però che il Comitato non è un organo giudiziario e dunque non emette sentenze), molto scettica si dimostra invece il ministro alla Salute Beatrice Lorenzin: "Mi riservo di approfondire con i miei uffici, ma sono molto stupita perché dalle prime cose che ho letto mi sembra si rifacciano a dati vecchi che risalgono al 2013. Il dato di oggi è diverso. Non c'è alcuna violazione del diritto alla salute", ha aggiunto il ministro.

 

LA RELAZIONE SULLA LEGGE 194: NESSUNA CRITICITA'Gli ultimi dati ufficiali, contenuti nella Relazione sull'attuazione della legge 194 presentata a novembre 2015, parlano di aborti in calo, per la prima volta sotto quota 100.000 (per la precisione 97.535) nel 2014, di diminuzione del tempo di attesa tra rilascio della certificazione e intervento.  Riguardo l'esercizio dell`obiezione di coscienza e l`accesso ai servizi Ivg, si conferma quanto già osservato su base regionale e, per la prima volta, per quanto riguarda i carichi di lavoro per ciascun ginecologo non obiettore, anche su base sub-regionale: la relazione dunque stabilisce che non emergono criticità nei servizi di Ivg. In particolare, emerge che le interruzioni di gravidanza volontarie vengono effettuate nel 60% delle strutture disponibili, con una copertura soddisfacente, tranne che in due regioni molto piccole, Molise e Basilicata.Successivamente il ministero ha pubblicato una lunga nota, in cui si fa notare che il numero dei medici che praticano l'aborto in Italia è perfettamente congruo alla domanda: gli ultimi dati, contenuti nellarelazione inviata dal ministero al Parlamento lo scorso novembre, mostrano che di fronte a "un più che dimezzamento di IVG da quando è entrata in vigore la legge: 233.976 le IVG nel 1983, 102.760 nel 2013, corrisponde un valore sostanzialmente costante dei ginecologi non obiettori: 1.607 nel 1983, e 1.490 nel 2013, con un conseguentedimezzamento del numero di IVG settimanali, a livello nazionale, a carico dei ginecologi non obiettori, che nel 1983 effettuavano 3.3 IVG a testa a settimana (su 44 settimane lavorative), e ne effettuano 1.6 nel 2013".Gigli: l'obiezione di coscienza è un diritto"Ci risiamo, il Consiglio d'Europa non tollera proprio la presenza in Italia di una larga maggioranza di medici che antepone il precetto ippocratico di non uccidere a ogni altra considerazione. L'obiezione di coscienza non è una concessione, ma un diritto che, al pari del diritto alla vita, lo Stato democratico può soltanto riconoscere, se vuole distinguersi dai regimi autoritari. Contro la criminalizzazione degli obiettori, il Movimento per la Vita Italiano continuerà ad operare in ogni sede, ribellandosi verso qualunque forma di discriminazione a danno dei professionisti della salute che rispettano la vita". Lo ha affermato il deputato Gian Luigi Gigli, capogruppo di "Democrazia Solidale-Centro Democratico" e presidente del Movimento per la Vita Italiano.

Scienza & Vita: casomai discriminati gli obiettori"A me risulta che si verifichi esattamente il contrario, e semmai sono discriminati gli obiettori. Si fa molto rumore per nulla, o per molto poco, la questione è ideologica". Così Paola Ricci Sindoni, presidente nazionale dell'Associazione Scienza e Vita, commenta all'Adnkronos il pronunciamento del Consiglio d'Europa.Roccella: ideologia dell'aborto come diritto"Gli ideologi dell'aborto come diritto si ostinano a denunciare, nell'applicazione della legge 194, criticità che non esistono, perchè in realtà non tollerano che ci siano medici e infermieri che, legittimamente, si rifiutano di svolgere questo tipo di interventi". Lo afferma Eugenia Roccella, parlamentare di Idea.
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