Nisida, detenuti Incendiano cella e picchiano agenti
di Fulvio Fulvi
Violenze nell'istituto minorile napoletano. Catania: cellulari e droga fatti arrivare ai boss in cella dentro calamari imbottiti. Nordio: "Per evitare il sovraffollamento, utilizzare case

Carceri ancora in subbuglio. È stata una notte di violenza a Nisida, il penitenziario minorile di Napoli dove alcuni detenuti hanno dato fuoco a una cella e poi hanno aggredito con calci e pugni gli agenti intervenuti sul posto mandandoli all’ospedale. Per quattro di loro, intossicati dal fumo o rimasti feriti alla testa, la prognosi è di 15 giorni.
In una nota congiunta i sindacati dei poliziotti penitenziari Uspp, Uil P.P. e Sinappe denunciano che «sono troppi i detenuti stranieri provenienti da Nord Italia che stanno mandando in tilt il sistema penale minorile campano dove il ripetersi di eventi critici sta minando anche la riabilitazione degli altri reclusi minorenni presenti». Per le tre organizzazioni sindacali è giunto il momento di «togliere i benefici di legge a coloro che si rendono protagonisti di aggressioni ai danni di nostri colleghi».
All’istituto di pena “Pasquale Di Lorenzo” di Agrigento, invece, gli addetti alla sorveglianza hanno bloccato un drone che sorvolava la struttura con un pacchetto che conteneva otto telefoni cellulari che sarebbero entrati nella struttura carceraria se un ispettore non se ne fosse accorto per tempo. Avvisata la procura. Pochi giorni fa in una cella dello stesso carcere agrigentino erano stati trovati uno smartphone e due microcellulari. Dall’inizio dell’anno qui sono stati sequestrati 35 telefonini. E per recapitare cellulari e droga alle bande di detenuti dietro le sbarre, a Catania sono stati usati anche dei calamari imbottiti. Lo hanno scoperto i carabinieri che, con un blitz nel quartiere Borgata di Siracusa ha eseguito ordinanze cautelari nei confronti di 19 persone, accusate a vario titolo di associazione per delinquere, finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, e a reati in materia di armi. Il gruppo criminale manteneva stretti legami con alcuni membri rinchiusi nel carcere Cavedonna di Catania. In particolare, quattro smartphone e involucri di cocaina e hashish sono stati trovati all’interno di calamari e barrette di cioccolata pronti per essere consegnati ai vari detenuti del carcere.
E in attesa dell’approvazione da parte del governo di provvedimenti specifici sulle carceri, annunciati da tempo, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, parlando oggi a un convegno, ha affermato che «per ridurre l’affollamento carcerario, l’idea è quella di individuare in strutture come caserme dismesse, compatibili con l’espiazione della pena e dove esistano spazi idonei allo sport e alla dignitosa vita carceraria». Il secondo aspetto è normativo: la maggior parte dei detenuti sono in prigione per reati cosiddetti minori e, per il Guardasigilli, «bisognerebbe trovare soluzioni che non li facciano stare in carcere, con forme di espiazione alternativa da eseguire con l’aiuto delle amministrazioni territoriali. Ossia predisponendo una serie di strutture alternative alla prigione che possano assicurare la presenza dell'arrestato senza però intasare le strutture carcerarie».
© RIPRODUZIONE RISERVATA






