Mezzo kg di avanzi alla settimana gettati via: ecco lo spreco di cibo

Secondo Waste Watcher, ogni settimana finisce nella spazzatura mezzo chilo di avanzi a testa. Meno rispetto a 10 anni fa ma ancora troppo rispetto agli obiettivi fissati dall'Onu per il 2030.
September 24, 2025
Mezzo kg di avanzi alla settimana gettati via: ecco lo spreco di cibo
Ansa | La preparazione dei pasti in una mensa
A dieci anni dall’approvazione dell’Agenda Onu 2030 e a nove dalla legge Gadda contro lo spreco, l’Italia segna progressi ma resta distante dal traguardo di dimezzare lo spreco alimentare entro la fine del decennio. Secondo il nuovo rapporto di Waste Watcher International, diffuso in occasione della Giornata internazionale di consapevolezza sulle perdite e gli sprechi alimentari, gli avanzi gettati nella spazzatura in una settimana sono scesi mediamente dai 650 grammi del 2015 ai 555,8 del 2025. Si migliora, insomma, ma non abbastanza, visto che il target da raggiungere è 369,7 grammi.
Se si va ad analizzare il quadro geografico, si notano differenze piuttosto significative, correlate a stile e tenore di vita: al Centro Italia si sprecano 490 grammi a settimana, al Nord 515, mentre il Sud resta fanalino di coda con 628 grammi. Le famiglie con figli risultano più virtuose (-17%), così come i residenti dei grandi comuni (-9%). Tra i cibi più gettati spiccano frutta fresca, verdura, pane e insalata.
Significativo l'impatto dei prezzi sulle abitudini alimentari: l’inflazione (+3,7% nell’estate 2025) ha spinto ad acquisti più consapevoli. "Nel 2025 ogni italiano spreca ancora 555,8 grammi di cibo a settimana: oltre 1,7 milioni di tonnellate in un anno, pari a 3,4 miliardi di pasti da 500 grammi - fa notare Andrea Segrè, economista e fondatore della campagna Spreco Zero -. Basterebbero a sfamare più di 3 milioni di persone, cioè due terzi degli italiani in povertà alimentare. Siamo ancora in forte ritardo: serve ora uno scatto decisivo per trasformare lo spreco in risorsa".
Anche il contesto internazionale influenza fortemente le scelte dei consumatori: guerre, dazi e crisi climatica hanno spinto il 37% degli italiani a privilegiare prodotti made in Italy e il 22% a orientarsi su alimenti locali e a chilometro zero. Due italiani su tre dichiarano di aver rafforzato l’attenzione all’ambiente, mentre uno su due guarda all’impatto ambientale dei prodotti acquistati. Il caldo anomalo dell’estate, inoltre, ha reso più urgente il consumo immediato di alimenti deperibili.
Generazione antispreco
Il vero motore del cambiamento è la Generazione Z (nati tra 1997 e 2012), circa 9 milioni di italiani. I dati li incoronano campioni di sostenibilità: sprecano il 22% in meno dei boomers e il 15% in meno dei Millennials, con un calo domestico del 12% nell’ultimo anno, superiore alla media nazionale (-8%). Gli Z sfruttano anche il digitale per gestire meglio il cibo: il 72% usa app per spesa e pianificazione pasti, il 61% ha scaricato lo Sprecometro, il 45% partecipa a community online di cucina anti avanzi. Inoltre, il 41% predilige prodotti locali e stagionali, il 17% riduce il consumo di carne, oltre metà riutilizza gli scarti. L’educazione alimentare ha un ruolo decisivo: il 64% dei giovani coinvolti in progetti scolastici dichiara di aver ridotto lo spreco domestico. Per Segrè, la Gen Z è un «laboratorio di buone pratiche» da estendere alle generazioni meno digitali.
Cause e possibili rimedi
Il 95% degli italiani afferma di fare attenzione a non buttare cibo, ma le difficoltà restano. Tra le cause principali: cattiva conservazione dei prodotti (37%), cibi già deteriorati al momento dell’acquisto (29%), dimenticanza (31%), offerte troppo allettanti (29%). Le pratiche più diffuse per ridurre lo spreco consistono nel consumare prima i cibi più a rischio (50%), congelarli (47%) o utilizzare alimenti appena scaduti se ancora buoni (39%).
I numeri in Europa e nel mondo
Ogni anno in Europa vengono buttati 59 milioni di tonnellate di cibo, pari a 132 miliardi di euro. A livello globale, le famiglie generano il 60% dello spreco. Per questo la campagna Spreco Zero ha lanciato iniziative concrete come il Premio “Vivere a spreco zero” e il progetto internazionale Food is Never Waste, che coinvolge Tunisia, Albania ed Egitto con strategie per ridurre le perdite alimentari. L’Italia ha compiuto passi avanti, ma il percorso per dimezzare lo spreco alimentare resta ancora lungo. La sfida è trasformare la crescente consapevolezza – alimentata da crisi globali e climatiche – in pratiche quotidiane e diffuse. La Generazione Z indica la strada: digitale, locale, responsabile. Ora tocca alle istituzioni e agli altri cittadini seguire il loro esempio, perché il 2030 è più vicino di quanto sembra.

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