Meno banche nelle aree interne? No, gli sportelli resistono

Nonostante spopolamento e ricorso alle nuove tecnologie abbiano ridotto le operazioni in presenza, il presidio degli istituti di credito è tuttora consistente. Il caso positivo dell'Appennino
August 4, 2025
Meno banche nelle aree interne? No, gli sportelli resistono
Imagoeconomica | In Italia il numero di filiali bancarie continua ad essere superiore a quello del 1991
Nei primi cinque mesi del 2025 le nascite in Italia sono calate dell’8%, accentuando la tendenza del 2024. Lo spopolamento dell’Italia non è uniforme, ma è più evidente in zone soprattutto montane e collinari che già da decenni, con lo sviluppo industriale e tecnologico, hanno subìto tali tendenze che si sono accentuate laddove le nuovissime tecnologie hanno più difficoltà ad operare. Ciò appare evidente in particolare nei Comuni collinari e montani degli Appennini.
Nel censimento del 1951 la popolazione in Italia era di circa 47 milioni di abitanti, mentre all’inizio del 2025 risultava essere di quasi 59 milioni di abitanti, con una crescita superiore al 24%. Mentre la popolazione in Italia è consistentemente cresciuta, nel medesimo periodo 1951-2025 vi è stata una tendenza opposta negli Appennini, dove, nei 1.335 Comuni a più di 400 metri sul livello del mare, la popolazione è calata del 26,6% da 5.247.000 a 3.854.000 abitanti, mentre in quelli superiori ai 600 metri s.l.m. è diminuita del 38,6% da 2.269.000 a 1.394.000 abitanti. Le tendenze alla discesa dalle montagne e dalle colline dell’Appennino sono state frutto di diversi fattori, innanzitutto la povertà delle comunità rurali che dagli anni Cinquanta hanno visto molte famiglie contadine spostarsi nelle fertili pianure, mentre la crescita dell’industrializzazione e del turismo attraeva occupazione verso le pianure e i litorali.
La medesima tendenza è stata rafforzata dalla frequente scarsità degli investimenti e delle infrastrutture negli Appennini a fronte delle modernizzazioni cresciute nelle pianure e nei litorali. Le attività bancarie, tutte in concorrenza fra loro, normalmente seguono i flussi di popolazione e non li precedono. Recentemente si parla frequentemente di riduzione degli sportelli bancari in particolare nelle aree disagiate. Indubbiamente le nuove tecnologie non sono l’unica causa della riduzione delle operazioni bancarie nelle filiali, quando sono decisive le tendenze allo spopolamento dei territori meno serviti da infrastrutture materiali e immateriali. Ma la presenza bancaria, non più limitata alla fisicità delle filiali e integrata dai canali tecnologici, è tuttora consistente anche nei Comuni degli Appennini. Fino alla fine degli anni ‘80 le banche avevano delle limitazioni giuridiche per l’apertura di filiali, che divenne liberalizzata sostanzialmente con l’inizio degli anni ‘90 del Novecento. Fra il 1991 e il corrente 2025 la non uniforme densità degli sportelli dei Comuni appenninici ha visto crescere il numero delle filiali fino a raggiungere il culmine nel 2008, mentre attualmente la pur diminuita numerosità delle filiali continua ad essere superiore rispetto a quella del 1991. Infatti, a inizio 2025, i Comuni appenninici, in modo non uniforme, hanno evidenziato 30 sportelli bancari per ogni 100 mila abitanti, tre sportelli bancari in più rispetto al 1991.
Indubbiamente la rivoluzione tecnologica in atto sta portando a continui cambiamenti nell’operatività bancaria e nell’organizzazione interna a ciascuna impresa bancaria, ma le tendenze demografiche hanno un ruolo determinante nelle evoluzioni economiche dei territori. Occorre pertanto che le istituzioni europee, statali e regionali attivino tutte le leve che siano in grado di incidere sul fenomeno demografico e investano maggiormente sullo sviluppo sostenibile nelle zone meno popolate, ne incentivino il ripopolamento e le modernizzazioni innanzitutto infrastrutturali e tecnologiche. Intanto, è da apprezzare la proposta di legge presentata in Parlamento dal Cnel perché le banche non siano escluse dalle indispensabili gare per le Tesorerie comunali che nei piccoli centri rappresentano frequentemente anche le principali attività economiche.
Presidente Associazione bancaria italiana (Abi)

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