Maxi multa per Mediterranea. «Faremo ricorso d'urgenza»

Fermo di 60 giorni e multa di 10mila euro. La Ong: vendetta abnorme e illegittima. A Lampedusa intanto picco di arrivi. Da Libia e Tunisia si continua a partire, nonostante i proclami
September 1, 2025
Maxi multa per Mediterranea. «Faremo ricorso d'urgenza»
Mediterranea Saving Humans | Un momento dell'ultimo soccorso effettuato da Mediterranea
Mentre il governo decide di fermare la nave dei soccorsi, Mediterranea, lungo le coste della Sicilia e di Lampedusa continua la raffica di arrivi. A fine giornata sono quasi mille con due morti: il corpo senza vita di un uomo recuperato durante un soccorso e il racconto di un altro uomo finito in mare e scomparso durante la traversata.
«Il Prefetto di Trapani, per conto del Ministero dell’Interno, ha notificato al comandante e all’armatore della nostra nave Mediterranea uno dei più pesanti provvedimenti in applicazione del Decreto Legge Piantedosi, che in questi tre anni abbiano colpito le imbarcazioni della flotta civile di soccorso: 10mila euro di multa e il fermo amministrativo per 60 giorni, cioè la nave in catene per due mesi» informa la Ong
. «Ci viene contestata la “grave, premeditata e reiterata” disobbedienza all’ordine del Viminale di raggiungere il lontano porto di Genova con naufraghi a bordo soccorsi a oltre 690 miglia di distanza, traumatizzati e provati non solo dalla detenzione libica, ma anche dal tentato omicidio di cui sono stati vittime in mare - sottolinea Mediterranea - Secondo il governo, Mediterranea è colpevole di aver invece agito per garantire al più presto possibile le necessarie cure mediche e psicologiche a terra per queste 10 persone». Il soccorso nel mirino risale allo scorso 21 agosto e lo sbarco successivo nel porto di Trapani due giorni dopo, il 23, disubbidendo all’assegnazione indicata da Roma di effettuare lo sbarco nel più lontano porto di Genova. «Mediterranea, il suo comandante, il suo capomissione, il suo equipaggio di mare e di terra, hanno agito secondo il diritto marittimo, nazionale ed internazionale» sottolineano dalla Ong che annuncia il ricorso «d’urgenza all’Autorità gudiziaria competente affinché questo provvedimento di “vendetta”, abnorme e illegittimo sotto ogni punto di vista, sia annullato. Mediterranea deve tornare in missione di ricerca soccorso in mare il prima possibile, perché ci sono tante vite umane a rischio».
E
a proposito di vite umane a rischio, così è stato, per almeno due migranti nelle ultime ore. Durante il soccorso di un barcone con 51 migranti è stato ritrovato infatti il cadavere di un bengalese. L’uomo dovrebbe essere morto per inalazione di idrocarburi. I profughi, egiziani, bengalesi, eritrei, etiopi, siriani e sudanesi, fra cui 2 donne e un minore, hanno riferito, subito dopo l’approdo a molo Favarolo di Lampedusa avvenuto durante la notte, che prima dell’arrivo dei soccorsi un loro compagno di viaggio è caduto in mare e non è stato possibile recuperarlo
.
Sono in tutto quasi mille i migranti arrivati fra Lampedusa e le coste siciliane e pugliesi nelle ultime 24 ore. Dopo i 650 sbarcati la scorsa notte a bordo di 14 imbarcazioni, altri 219 i migranti giunti a Lampedusa in mattinata. Gli ultimi quattro barchini hanno trasportato gruppi provenienti da Sudan, Bangladesh, Egitto, Eritrea, Etiopia e Somalia. Sui barconi precedenti, da un minimo di 24 persone fino a un massimo di 66 sudanesi, c’erano invece etiopi, somali, siriani, pachistani, iracheni e marocchini. Dai racconti fatti appena sbarcati, barconi e gommoni sono salpati da Tajura, Abu Kammash, Zuara, Khoms, Sabratha e Gars Garabulli in Libia. In un gruppo di 64, c’erano anche 3 persone ferite: due da ustioni e uno con un trauma da schiacciamento ad una gamba.
È invece attraccata nel porto di Taranto la nave “Sea-Eye 5” con a bordo 91 migranti, tra cui 32 minorenni, provenienti da Bangladesh, Eritrea, Etiopia, Pakistan ed Egitto, soccorsi nelle scorse ore nel Mediterraneo. Nei giorni precedenti, altri 53 naufraghi erano stati fatti sbarcare a Lampedusa.
Sono infine a bordo di “Aurora” l’imbarcazione di Sea Watch, le 41 persone «da sei giorni abbandonate da Italia ed Europa nel Mediterraneo, a bordo del mercantile Maridive». Tra loro, un minore gravemente malato e un uomo diabetico, che nessuno è andato a soccorrere. «Hanno rischiato di essere catturati e respinti in Tunisia dalla Marina militare tunisina, ma prima che accadesse siamo riusciti a intervenire con Aurora» spiegano dalla Ong
. «Le 41 persone sono ora a bordo della nostra imbarcazione veloce, stiamo navigando verso nord e abbiamo casi medici che richiedono un’assistenza urgente – concludono – Ancora una volta, mentre gli Stati europei si giravano dall’altra parte, la società civile soccorreva le persone in pericolo».

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