L'Ue: «Meta e TikTok violano le regole digitali»

Nel mirino la politica di accesso ai dati e di segnalazione di contenuti dannosi. Ma le due società protestano
October 24, 2025
L'Ue: «Meta e TikTok violano le regole digitali»
I social network TikTok e Meta (Instagram e Facebook) hanno violato le normative di accesso ai dati nonché la possibilità di segnalare contenuti dannosi e di contestare la rimozione di post, previste dal Dsa (la legge sui servizi digitali). A queste conclusioni preliminari è giunta la Commissione Europea, che le ha notificate alle due società (come noto una cinese e una statunitense). La Commissione ha avviata un’indagine Dsa su TikTok nel febbraio 2024, su Meta nell’aprile 2024. Nel mirino nel quadro del Dsa è già X, che nel luglio 2024 la Commissione ha trovato in violazione di tre fattispecie nel quadro della normativa. Lo scorso 10 ottobre, inoltre, la Commissione ha inviato lettere a Snapchat, YouTube, AppleStore e GooglePlay per verificare le misure per la protezione dei minori.
Il primo punto contestato nella notifica riguarda l’obbligo di consentire ai ricercatori l’accesso ai dati pubblici. La Commissione afferma che «Facebook, Instagram e TikTok potrebbero aver attuato procedure e strumenti onerosi per i ricercatori per richiedere l’accesso ai dati pubblici». Questo, avverte ancora Bruxelles, «li lascia spesso con dati parziali o inaffidabili, con un impatto negativo sulle loro possibilità di condurre ricerche, ad esempio se utenti, incluso minori, siano esposti a contenuti illegali o dannosi». Peraltro, ricorda la Commissione, dal 29 ottobre la legge delega sull’accesso ai dati amplierà il diritto di accesso anche ai dati non pubblici delle piattaforme e dei motori di ricerca considerati “molto grandi” (e cioè con più di 45 milioni di utenti al mese nell’Ue).
Il secondo punto, qui nel mirino è in particolare Meta, riguarda i cosiddetti meccanismi “notice and action”. Si tratta cioè della possibilità degli utenti di segnalare contenuti illegali o dannosi (ad esempio materiali con abusi sessuali su bambini o contenuti terroristici) alle piattaforme, che dovranno rimuoverli. Secondo la Commissione, «il meccanismo che Meta attua al momento appare imporre numerosi passi superflui e richieste aggiuntive agli utenti». Non basta, «Facebook e Instagram appaiono utilizzare le cosiddette ‘dark pattern’, e cioè un design ingannevole dell’interfaccia quando sono in gioco i meccanismi di "notice and action"». Pratiche che, sottolinea la Commissione, «possono portare a confusione o avere un effetto di dissuasione», dunque «i meccanismi di Meta per segnalare e rimuovere contenuti illegali possono risultare inefficaci».
Infine, terzo punto (anche questo riguarda solo Meta), concerne il diritto di contestare decisioni sulla moderazione dei contenuti, ad esempio quando un post viene rimosso dalla piattaforma. «Al momento – spiega la Commissione – i meccanismi di appello contro le decisioni sia per Facebook, sia per Instagram, non appaiono consentire agli utenti di fornire spiegazioni o presentare prove a sostegno dei loro appelli. Questo rende difficile per gli utenti nell’Ue spiegare perché sono in disaccordo con le decisioni di contenuto di Meta». Un punto, quest’ultimo, ha sottolineato Thomas Regnier, un portavoce della Commissione, che mostra l’infondatezza delle accuse di censura. «Il Dsa – commenta - sta facendo il contrario: protegge la libertà di parola, consentendo ai cittadini dell'Ue di opporsi alle decisioni unilaterali di moderazione dei contenuti prese dalle grandi aziende tecnologiche».
Le due società potranno ora replicare alle accuse della Commissione, che altrimenti potrà certificare la violazione e imporre multe fino al 6% del fatturato globale. Prime reazioni sono in realtà già arrivate ieri. «Non concordiamo – ha affermato un portavoce di Meta - con le affermazioni secondo cui avremmo violato il Dsa», affermando di aver introdotto nell’Ue «modifiche alle opzioni di segnalazione dei contenuti, ai processi di ricorso e agli strumenti di accesso ai dati da quando il Dsa è entrato in vigore. Siamo fiduciosi che queste soluzioni siano pienamente conformi a quanto richiesto dalla legge europea». Quanto a TikTok, un portavoce afferma che la società cinese «è impegnata a garantire la massima trasparenza per la propria community». Tuttavia, aggiunge, «i requisiti che impongono una riduzione delle misure di protezione dei dati risultano in diretta contrapposizione con il Dsa e il Gdpr (la normativa sulla tutela dei dati, ndr)», chiedendo a Bruxelles di «fornire indicazioni su come conciliare tali obblighi».

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