La storia del relitto israeliano che agita le acque politiche italiane

Mistero nel Canale di Sicilia. Il M5S all'attacco: «Missile ebraico». Il sindaco dell'isola però non gradisce: «Irresponsabili». Crosetto: «Reperto non militare». Ma arriva la Marina
September 7, 2025
La storia del relitto israeliano che agita le acque politiche italiane
. | Navi della Guardia costiera a Lampedusa
Un cilindro metallico bruciacchiato, trovato sabato da un peschereccio a 8 miglia da Lampedusa, agita le acque della politica. Lungo 5 metri e recante scritte in ebraico, il relitto mostra anche un logo che rimanderebbe all’agenzia spaziale israeliana. «Dopo la segnalazione di aerei spia israeliani in volo sul canale di Sicilia, di strani raggi nel cielo e di forti boati, la notizia del ritrovamento del rottame di un missile delle forze spaziali israeliane desta preoccupazione» sentenzia il M5S, chiedendo spiegazioni al governo. Affermazione «irresponsabile», secondo Filippo Mannino, sindaco di Lampedusa, dove ancora si ricordano il razzo scagliato da Gheddafi nel 1986, durante la scaramuccia con gli Usa. Il primo cittadino ha inquadrato nel mirino l’onorevole Dolores Bevilacqua, autrice di quella che a suo dire è una “sparata”. Mannino parla di «procurato allarme tra la popolazione e potenziali danni irreparabili all'immagine, alla sicurezza e alla serenità dell'isola che rappresento. Lampedusa e Linosa meritano rispetto. I cittadini, i turisti, gli operatori economici e tutte le persone che vivono o visitano queste isole non possono essere oggetto di strumentalizzazioni politiche o speculazioni fantasiose, tanto più se provenienti da chi ricopre ruoli istituzionali nel Parlamento della Repubblica».
Anche il ministro della Difesa Guido Crosetto, per la verità, allontana gli scenari bellici: «Non credo si tratti di un reperto militare israeliano, ma qualcosa collegato a un lancio satellitare». Il giallo però resta, perchè bisogna capire come, quando e perché il cilindro – con la punta affusolata – sia precipitato proprio nelle acque del canale di Sicilia, sotto i riflettori da giorni dopo l’annuncio della prossima partenza della Flotilla con gli aiuti destinati Gaza.
Secondo le prime ricognizioni della Guaria costiera, potrebbe in effetti trattarsi di un serbatoio supplementare, del tipo di quelli utilizzati da aerei militari in missione. Esclusa la presenza di esplosivo e di radiazioni, toccherà alla Marina tentare di chiarire il mistero. Gli specialisti antimina sono stati inviati sul posto. La polemica, nel frattempo, resta innescata.
E a surriscaldare ulteriormente il cima c’è anche la notizia dei soldati israeliani avvistati sotto l’ombrellone in Sardegna e nelle Marche. Sono in spiaggia per una vacanza, magari per smaltire lo stress dei combattimenti nella Striscia, e sono sorvegliati dalle forze dell’ordine italiane perché ritenuti obiettivi sensibilissimi. La loro presenza non è sfuggita ai Pro Pal, anche in questo caso sostenuti dal M5S, che tacciano di ipocrisia il governo italiano: con una mano, attaccano i pentastellati, accogliamo i bambini palestinesi feriti, con l’altra ospitiamo chi gli spara contro. Alta tensione, insomma. Destinata a salire ulteriormente quando la Flotilla leverà l’ancora.

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