La famiglia? Per Appendino «modello superato»
L'assessore “alle famiglie” Giusta: parlarne al singolare è «discriminatorio», sono sempre più numerose le famiglie «con una pluralità di figure genitoriali»

Alla fine una risposta è arrivata, anche se in ritardo e discutibile. L’assessore della Giunta Appendino Marco Giusta ha fatto arrivare una replica all’interpellanza scritta del consigliere Monica Canalis, che chiedeva le motivazioni della dicitura 'famiglie' (al plurale) nell’assegnazione di delega. A rispondere non è stata la sindaca, ma l’assessore. Giusta parla di «evidenza», nel riscontrare che «la famiglia cosiddetta tradizionale, quella composta da uomo, donna e figlie/i, non costituisca più l’unico modello di famiglia esistente»: anzi, riportando i numeri dell’anagrafe, segnala che nel 2015 le coppie con figli non erano neppure la maggioranza.
L’assessore crede, dunque, che «il tema dell’interpellanza sia l’espressione di quanti, anche nel partito dell’interpellante (il Pd, ndr), continuano a sostenere che l’equiparazione delle famiglie composte da gay e lesbiche sia argomento da osteggiare in modo scomposto, lanciando il sasso e nascondendo la mano». Perciò, «parlare di famiglia al singolare non solo è discriminatorio, ma non trova più riscontro negli studi sociologici contemporanei perché sono sempre più numerose le famiglie ricomposte e sempre più frequente è l’esperienza di crescere con una pluralità di figure genitoriali. Persino le pubblicità hanno sentito la necessità di stare al passo coi tempi. E se ci sono arrivate anche loro, vuol dire che i tempi sono davvero cambiati».
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