La «contesa stanca» per la Puglia
Decaro vede la vittoria con il “campo largo” contro il centrodestra di Lobuono. La sua lotta per uscire dal «continuismo»: la Sanità nodo cruciale
Dopo aver fatto il pieno di voti alle Europee di un anno fa, Antonio Decaro sente odore di vittoria contro l’avversario Luigi Lobuono per diventare il nuovo governatore della Puglia. Un’altra sfida elettorale dall’esito apparentemente scontato per l’ex sindaco di Bari, che è riuscito a rimettere insieme tutti i pezzi del campo largo del centrosinistra, dopo aver posto e ottenuto il veto alla candidatura del presidente uscente Michele Emiliano in Consiglio regionale, non senza polemiche e mugugni. Qualche giorno fa tra i due è scoppiata la pace, con il plateale endorsement di Emiliano al suo probabile successore, invitando gli elettori a votare «mister 500mila preferenze». Per il centrodestra non è stato facile trovare il condottiero che punta alla guida della Regione. Dopo i mancati sì di Mauro D’Attis, coordinatore di Forza Italia in Puglia, di Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute, altri ancora e persino del generale Roberto Vannacci, europarlamentare della Lega, la scelta è caduta sull’imprenditore Luigi detto “Gigi” Lobuono (classe 1955), espressione della società civile, attualmente amministratore unico dell’azienda di famiglia che dal 1885 si occupa della distribuzione di quotidiani e periodici, italiani ed esteri, in Puglia. Gli elettori chiamati alle urne dovranno scegliere fra 13 liste e 365 candidati che si contenderanno i 50 posti nel Consiglio regionale per la 12ma legislatura 2025-30.
Il 55enne Antonio Decaro, reduce da un decennio molto intenso e per certi versi un po’ turbolento nel ruolo di primo cittadino del capoluogo, sta eseguendo il mandato della leader del Pd Elly Schlein, ricompattando il fronte progressista allargato al Movimento 5 stelle, ad Alleanza Verdi e Sinistra (capolista è Nichi Vendola nelle circoscrizioni di Bari, Brindisi e Lecce), con l’appoggio anche di Italia Viva e delle liste civiche Per la Puglia, Decaro presidente e Avanti Popolari, per un totale di 294 candidati. Il centrosinistra si è allineato sul continuismo, per una sorta di eredità politica e amministrativa costruita negli ultimi vent’anni prima col doppio mandato di Nichi Vendola (dal 27 aprile 2005 al 26 giugno 2015), poi con la duplice esperienza di Michele Emiliano (dal 26 giugno 2015 ad oggi). La volata finale sarà tirata dal dominus Decaro che alle Europee di un anno fa è stato il più suffragato del Pd nella circoscrizione Italia meridionale, con 499.661 preferenze. A Bari ormai lo chiamano “Madonnina pellegrina”, per la sua capacità di fare proseliti, non solo fra i concittadini.
Esponente della società civile, Luigi Lobuono cavalca l’onda lunga del governo Meloni, facendo leva sulla coalizione composta da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega (con Udc e Socialisti), Noi Moderati e “Puglia con noi” che gareggia solo nelle circoscrizioni di Lecce, Taranto e Bat (in totale 215 candidati). In lizza per la carica di governatore, in posizione più defilata, ci sono anche Ada Donno, ex docente di Latino e greco a Lecce, che rappresenta la lista “Puglia pacifista e popolare” (con Partito comunista italiano, Potere al popolo e Risorgimento socialista), e l’ex grillino Sabino Mangano di Alleanza Civica per la Puglia. L’obiettivo di entrambi è superare la soglia di sbarramento dell’8 per cento, impresa ai limiti dell’impossibile. Il futuro della Puglia, che guarda a nuovi modelli di sviluppo e di progresso, passa da queste elezioni, anche per superare alcuni problemi atavici, come le lunghe liste d’attesa nella sanità pubblica che ormai gravano quotidianamente sulla collettività. Una sfida nella sfida per chi sarà destinato a governare la Regione. La lotta alla Xyella è un altro dei temi centrali da affrontare, specie dopo che il batterio killer ha colpito di recente alcuni ulivi del Gargano, nell’agro di Cagnano Varano. In questa campagna elettorale c’è stata finora molta attenzione sull’ex Ilva di Taranto. Decaro rilancia un modello di riconversione produttiva, ambientale e sociale per produrre energia pulita, Lobuono insiste sulla messa in sicurezza degli impianti attraverso la decarbonizzazione. Altre priorità sono l’emergenza idrica, con gli invasi ormai ridotti ai minimi storici, la recrudescenza della criminalità organizzata, soprattutto nel Foggiano, il potenziamento delle infrastrutture e l’equità sociale. Una competizione elettorale che a volte sembra caratterizzata da troppi slogan, mentre incombe il rischio di una crescente astensione. Nel 2020 l’affluenza alle urne alle regionali in Puglia raggiunse il 56,43 per cento, questa volta le previsioni parlano di un ulteriore calo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Temi






