Jimmy e gli altri: il lunedì nero con 4 morti sul lavoro

Incidenti mortali a Torino, Monza, Roma e Catania. Altri due feriti gravi in Brianza e a Monfalcone. Di Bella (Anmil): dolore quotidiano inaccettabile. Martedì vertice al Ministero sulla sicurezza
September 7, 2025
Jimmy e gli altri: il lunedì nero con 4 morti sul lavoro
efoardo sismondi / fotogramma.it | Il cestello dove lavorava Jimmy, morto sul lavoro a 69 anni
A settant’anni non si dovrebbe esser più costretti a lavorare per mantenere la famiglia. E, invece, Yosif Gamal, detto Jimmy, egiziano di 69 anni, lunedì mattina era ancora sul cestello della gru a dodici metri d’altezza, intento a sistemare i cartelloni pubblicitari sulla parete di un palazzo di via Genova a Torino. Per cause che toccherà alla magistratura indagare, improvvisamente il cestello si è rovesciato e Yosif Gamal, detto Jimmy, è precipitato nel vuoto schiantandosi a terra. È morto subito e ora i suoi tre figli sono rimasti senza padre. Da alcuni anni lavorava per la ditta Posting Service Sas del capoluogo piemontese. Fortunatamente illeso il collega di 70 anni che si trovava ai piedi della gru e che è stato subito soccorso dai sanitari e portato in ospedale sotto choc. L’incidente è avvenuto a poche decine di metri dal luogo in cui, il 19 dicembre 2021, tre montatori, Filippo Falotico, 20 anni, Roberto Peretto, 52, e Marco Pozzetti, 54 anni, persero la vita precipitando da 40 metri mentre stavano assemblando una torre edile con una gru.

«Cambio di passo immediato e radicale»

Non si interrompe, insomma, la lunga scia di sangue e dolore nei luoghi di lavoro. Oltre all’operaio morto a Torino, soltanto ieri altri tre lavoratori hanno perso la vita (in Brianza, a Catania e a Roma) e due sono rimasti gravemente feriti (a Monza e a Monfalcone). Una strage senza fine che spinge il presidente dell’Anmil, Antonio Di Bella, a chiedere «un cambio di passo immediato e radicale». L’associazione delle famiglie delle vittime del lavoro sollecita la politica a lavorare su tre questioni: più prevenzione, più controlli, più formazione mirata. «Le norme non devono restare parole sulla carta, ma trasformarsi in tutele concrete nei cantieri, nelle fabbriche, in ogni luogo di lavoro – sottolinea DiBella –. Serve soprattutto una vera svolta culturale: la sicurezza non è un costo da contenere, ma un valore imprescindibile da difendere ogni giorno. Alle famiglie colpite da queste tragedie va la nostra vicinanza e il nostro sostegno. Sappiamo bene - forse più di chiunque altro - cosa significhi affrontare questo dolore tanto improvviso quanto devastante. E continueremo a batterci, senza sosta, perché nessuno debba più pagare con la propria vita il diritto al lavoro».

Altre tre vittime (e due feriti gravi) in poche ore

Così, purtroppo, non è stato per le altre tre vittime di ieri. A Riposto, in provincia di Catania, un operaio di 53 anni, Salvatore Sorbello, è morto precipitando da un’impalcatura di otto metri allestita nel cantiere per l’ampliamento dei capannoni di una ditta di serramenti.
Una terza tragedia sul lavoro è accaduta, nel pomeriggio, al centro di Roma. Un operaio, Daniele Cucchiaro, 47 anni, è morto schiacciato da un macchinario sulla banchina del Tevere, all’altezza di piazza Trilussa.
Due gravi incidenti anche a Monza. Nel primo ha perso la vita un operaio di 48 anni, schiacciato da un macchinario all’interno di una ditta che produce valvole industriali. Un altro operaio, di 37 anni, ha riportato gravi ferite cadendo da un’impalcatura in un cantiere edile di Desio, in Brianza. L’uomo è precipitato da dieci metri d’altezza ed è stato trasportato d’urgenza all’ospedale San Gerardo.
Sempre un operaio, addetto di una ditta esterna, è rimasto gravemente ferito in un incidente nei cantieri navali di Fincantieri a Monfalcone, in provincia di Gorizia.
Secondo una ricostruzione, l’uomo, di 45 anni, residente in città, dipendente di un’azienda che ha l’appalto per verniciature industriali su alcuni scafi, è stato investito da un muletto, condotto da un collega, che procedeva in retromarcia. Nella traiettoria, il veicolo ha colpito un piede dell’uomo: le ferite all’arto sono particolarmente gravi. L’operaio, sempre rimasto cosciente, è stato stabilizzato sul posto e trasferito, in codice rosso, all’ospedale triestino di Cattinara. Le sue condizioni sono gravi ma non sarebbe in pericolo di vita. «L’azienda ha attivato, in collaborazione con le autorità competenti, tutte le procedure previste dai protocolli di sicurezza. Fincantieri si unisce con vicinanza e partecipazione al lavoratore e alla sua famiglia», si legge in una nota della società.
I quattro morti e i due feriti gravi di ieri, si uniscono alla già troppo lunga lista degli infortunati in questo 2025.

In sette mesi, 607 lavoratori morti

Nei primi sette mesi dell’anno l’Inail ha registrato 607 morti sul lavoro, con un aumento del 5,2% rispetto all’anno precedente. Le denunce di infortunio hanno raggiunto quota 349.444, mentre le malattie professionali sono cresciute del 9,9%, toccando le 59.857 denunce, ricorda l’Anmil. «Non possiamo più accettare che il dolore e l’indignazione si ripetano ogni giorno senza un cambiamento concreto», conclude il presidente Di Bella. Auspicio che sarà, già martedì, sul tavolo della ministra del lavoro, Marina Calderone, che incontrerà le parti sociali proprio sulla sicurezza.

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