Il voto in Toscana è una vittoria del campo largo
Giani confermato governatore con il 54% delle preferenze. Ma l'astensione preoccupa. Schlein: ci prepariamo a rivincere. Pd primo partito davanti a FdI

I primi a esultare sono i riformisti del Pd, l’area di riferimento del governatore riconfermato, e lo fanno non appena cominciano ad arrivare i dati: tra proiezioni ed exit poll si capisce subito che la vittoria di Eugenio Giani su Alessandro Tomasi è schiacciante. Ci sono poi i renziani, storicamente legati al presidente della Toscana, che con la neonata Casa Riformista al 9 per cento vincono una doppia scommessa e fanno la differenza. Ma è nel primo pomeriggio che la segretaria del Pd Elly Schlein si presenta al quartier generale del neo-rieletto per seguire insieme lo spoglio che si chiuderà con un 54% a 40%. Arriva dunque in fretta il momento dell’abbraccio e la segretaria del Pd non contiene la propria «gioia» che le riaccende la speranza e rilancia la sfida agli avversari. Il suo campo largo stavolta porta a casa il risultato.
«Sono emozionato. Grazie Toscana», dice il governatore alla sua regione, contagiata dal trend nazionale di un astensionismo in costante crescita (vota il 47,7 per cento contro il 62 delle passate elezioni, record negativo). Ma non è da meno l’emozione della leader dem, che in questo autunno reso caldo dalla fitta tornata elettorale ha puntato tutto sulla propria “testardaggine”: «Chi si era affrettato a dichiarare la fine del campo largo - commenta al fianco di Giani - è stato smentito, andiamo avanti, siamo in buona salute, ci prepariamo a vincere anche le prossime regionali». Di certo i voti che cominciano ad arrivare segnano una bella differenza tra i partiti dell’area progressista. «C’è stata una grandissima affermazione del Pd - commenta Schlein - . L’unità fa bene a tutti ed è condizione necessaria per vincere. Con questo spirito unitario ci prepariamo alle prossime sfide», dice. E ammonisce gli avversari che «hanno cantato vittoria troppo presto a destra. Sommando i voti assoluti delle tre regioni che hanno votato il centrosinistra ha già più voti rispetto al centrodestra: il Pd è primo partito davanti a FdI», aggiunge, forte del 35% in Toscana.
Ma l’unità non fa bene a tutti in egual misura. M5s si ferma al 4,5%, contro il 7 preso nel 2020, quando corse da solo contro Giani. Il presidente Giuseppe Conte però non mostra stavolta segni di cedimento rispetto all’alleanza (forse anche proiettato al prossimo voto che vede in Campania uno dei suoi pezzi forti, Roberto Fico).
«Abbiamo dato un contributo in un percorso, per noi difficile, come sapete, e siamo lieti di aver contribuito anche noi a questa vittoria», commenta. E spiega che «per noi è stato un percorso sofferto, un percorso faticoso». Di fatto, ricorda, «veniamo da un’opposizione chiara, forte e sincera al presidente e alla Giunta uscenti. È chiaro che per noi è stato complicato poter partecipare a questa coalizione. Lo abbiamo fatto però sulla base dei temi, progetti e devo dire anche contribuendo a un cambio di asse politico e di obiettivi strategici».
Insomma, il campo largo va avanti, per la soddisfazione di Avs, che pure perde qualche punto percentuale e si ferma sotto al 7%. E con il centro riorganizzato da Matteo Renzi, allargandosi stavolta alla sola società civile, che si avvicina - almeno nella sua Toscana - all’obiettivo delle due cifre, toccando il 9 per cento: «Ho l’impressione che Casa Riformista sia proprio una bella idea», si compiace.
«Ha vinto la Toscana illuminata e riformista. E mi sento da ora presidente di tutti», dice Giani, che come primo atto è pronto ad andare a Livorno , alla Madonna di Montenero patrona della Toscana. E guarda soddisfatto alle «4 liste a mio sostegno». Al governatore confermato arrivano le congratulazioni della premier Giorgia Meloni e anche del suo avversario sconfitto, Tomasi, che accoglie l’invito a collaborare, ma solo «quando parleremo del bene dei toscani» e «non del reddito di cittadinanza». Così come assicura il dialogo anche la terza candidata Antonella Bundu della lista Toscana Rossa, che supera il 5%.
Ma se la regione resta un fortino del centrosinistra, il centrodestra, che aveva creduto nella possibilità di espugnarlo, si lecca le ferite, fermo al 40 per cento malgrado la foto di gruppo di venerdì dei leader nazionali sul palco di Firenze. Delusione massima in casa della Lega, che in Toscana puntava tutto sul suo vicesegretario Roberto Vannacci e che alle passate regionali toscane si affermò come primo partito della coalizione. Stavolta resta sotto al 4,5%.FdI riprende la testa della maggioranza, con il 26,7%, FI-Udc sono al 6,24%, mentre Noi Moderati all’1,5%.
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