Il grido di pace del teatro alla Scala. Sul palco l’appello: «Cessate il fuoco»

La scritta per la pace proiettata in sala prima della rappresentazione di “Sigfrido”. Poi i versi tratti da “Simon Boccanegra” di Verdi: «E vo gridando: pace! E vo gridando: amor!»
June 6, 2025
Il teatro alla Scala di Milano torna a essere un palcoscenico politico e non solo artistico. Ieri sera la prima rappresentazione di “Sigfrido” di Richard Wagner è stata preceduta da un messaggio che le maestranze del Piermarini hanno fatto comparire nella sala affollata di spettatori. Prima dell'inizio dello spettacolo, sul telone nero che ha preso il posto del sipario è comparso l’appello al «Cessate il fuoco!», si leggeva. Un’enorme scritta proiettata sul palcoscenico e accompagnata dall’applauso del pubblico che poi è stata tradotta in inglese: «Stop the war!». Dopo il doppio “grido” scaligero, è stato scelto di far apparire due versi del libretto di “Simon Boccanegra” di Giuseppe Verdi: «E vo gridando: pace! E vo gridando: amor!». Sono le parole del Doge di Genova che nell’opera lancia un accorato invito alla riconciliazione.
La scritta per la pace al teatro alla Scala di Milano prima della rappresentazione di “Sigfrido” - Gambassi
La scritta per la pace al teatro alla Scala di Milano prima della rappresentazione di “Sigfrido” - Gambassi
L’appello del teatro non fa riferimento a una guerra in particolare: in passato la Scala aveva promosso un concerto per la pace poche settimane dopo l’inizio dell’invasione dell’Ucraina; stavolta dietro il gesto chiesto dai lavoratori e concordato con la soprintendenza c’è il caso della maschera licenziata per aver gridato “Palestina libera” lo scorso 4 maggio durante un concerto al Piermarini quando era presente la premier Giorgia Meloni. Infatti all’esterno del teatro, ieri prima dello spettacolo, era stato organizzato un presidio sindacale con le bandiere della Palestina assieme a quelle della Cub e cartelli dove si leggeva «Sono anche io una maschera e grido “Palestina libera”».
La scritta per la pace al teatro alla Scala di Milano prima della rappresentazione di “Sigfrido” - Teatro alla Scala
La scritta per la pace al teatro alla Scala di Milano prima della rappresentazione di “Sigfrido” - Teatro alla Scala
Non è la prima volta che la Scala si fa portavoce della volontà di far tacere le armi. Nel marzo 2024 prima dell’ultima replica del balletto “Madina” era stato esposto sul palco uno striscione di tredici metri con la scritta «Cessate il fuoco». Una richiesta, quello degli artisti scaligeri, affinché si fermino gli attacchi nella Striscia di Gaza. Sotto il cartello gigante erano usciti nel proscenio i rappresentanti dell’orchestra, del corpo di ballo e dei tecnici di palcoscenico insieme al compositore Fabio Vacchi, al direttore Michele Gamba, ai protagonisti Roberto Bolle e Antonella Albano e all’allora sovrintendente Dominique Meyer. Il pubblico aveva risposto con una standing ovation e un applauso lungo oltre un minuto. La scelta del titolo non era stata casuale. La trama di “Madina” parla proprio di una ragazza cecena, cresciuta in un teatro di guerra, che deciderà all'ultimo istante di non mettere in atto un attentato suicida.

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