Francesco e il piccolo Alan, un murales a Milano
L'opera è comparsa sui muri della Caritas Ambrosiana ed è stata realizzata da aleXsandro Palombo. Ritrae il Papa e il bimbo siriano simbolo della tragedia migratoria. Gualzetti: "Un regalo in

È apparso su un muro della Caritas Ambrosiana, e colpisce come un pugno nello stomaco. Si intitola 'Franciscus - The Hope', l'ultima opera di Street Art firmata dall'artista aleXsandro Palombo, che rende omaggio alla figura di Papa Francesco ricordando la sua grande attenzione verso i migranti e la loro tragedia, che inghiotte anche i più piccoli. Il Pontefice, scomparso il 21 aprile, è ritratto con il saio francescano, emblema della povertà e della rinuncia, e un giubbotto di salvataggio arancione, simbolo di speranza per chi attraversa il mare in cerca di un futuro migliore. Ma c'è un altro dettaglio che non può sfuggire: Palombo gli circonda il capo con un'evidente aureola. Ai piedi di Francesco, a connotare di forte drammaticità la scena, giace il corpo senza vita del piccolo Alan Kurdi, il bambino siriano diventato icona globale della tragedia migratoria.
Il murales ha piacevolmente sorpreso anche la stessa Caritas, che non sapeva nulla dell'iniziativa. Un "regalo" inatteso, realizzato probabilmente giovedì primo maggio. «È stata una bella sorpresa. Una bella opera che Caritas Ambrosiana accoglie come un regalo inaspettato e un riconoscimento per tutti i volontari e operatori che lavorano con i migranti vicini e lontani – commenta in proposito Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana –. L’accostamento dei segni (il saio francescano, il giubbotto e il salvagente indossati da chi compie missioni di salvataggio in mare, il corpo esanime di un bambino, che ricorda il piccolo Alan Kurdi morto nell’Egeo e ritrovato su una spiaggia turca, ndr) illustrano in modo fedele e commovente diversi aspetti dell’insegnamento spirituale e pastorale che papa Francesco ci ha lasciato, a cominciare dalla sua insistenza ad accogliere, proteggere, promuovere, integrare. Insegnamento che nella nostra azione quotidiana cerchiamo di onorare».
Il murale è apparso sulla stessa parete che è sovrastata da una scritta in francese (Ce n’est pas soulement de pain – Non di solo pane) che, insieme ad altre in diverse lingue, campeggiava sul Padiglione Vaticano a Expo Milano 2015. «Anche questa coincidenza ci fa molto piacere. A dieci anni da Expo – osserva Gualzetti–, è opportuno continuare a raccontare alla città, come può constatare chi passa per via San Bernardino e come ha sempre fatto Papa Francesco, che l’uomo in difficoltà ha bisogno di un pane materiale che dobbiamo prodigarci per procurargli. Ma insieme e come tutti noi, ha altrettanto bisogno di sperimentare il gusto della fraternità, pane spirituale che Dio ci dona e che è compito di ogni uomo e ogni donna, credenti e non credenti, ricchi e poveri, cercare di spezzare e condividere nella vita di ogni giorno».
L'immagine, fa sapere Palombo, «è dura ma necessaria» e «come una Pietà contemporanea, Papa Francesco accoglie il corpo del piccolo Alan Kurdi come Maria il Figlio: un'icona urbana che eleva la compassione al rango di gesto sacro, Francesco si fa ponte tra l'umano e il sacro, protettore degli ultimi e testimone silenzioso del dolore del mondo». L'opera viene svelata nei giorni dei Novendiali, mentre la Chiesa universale si prepara a eleggere un nuovo Pontefice. L'artista, già autore del celebre murale 'Caritas' - in cui Papa Francesco veniva ritratto come un clochard - torna a far parlare i muri con un linguaggio diretto, capace di toccare corde profonde, là dove le parole spesso falliscono.
Il murales ha piacevolmente sorpreso anche la stessa Caritas, che non sapeva nulla dell'iniziativa. Un "regalo" inatteso, realizzato probabilmente giovedì primo maggio. «È stata una bella sorpresa. Una bella opera che Caritas Ambrosiana accoglie come un regalo inaspettato e un riconoscimento per tutti i volontari e operatori che lavorano con i migranti vicini e lontani – commenta in proposito Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana –. L’accostamento dei segni (il saio francescano, il giubbotto e il salvagente indossati da chi compie missioni di salvataggio in mare, il corpo esanime di un bambino, che ricorda il piccolo Alan Kurdi morto nell’Egeo e ritrovato su una spiaggia turca, ndr) illustrano in modo fedele e commovente diversi aspetti dell’insegnamento spirituale e pastorale che papa Francesco ci ha lasciato, a cominciare dalla sua insistenza ad accogliere, proteggere, promuovere, integrare. Insegnamento che nella nostra azione quotidiana cerchiamo di onorare».
Il murale è apparso sulla stessa parete che è sovrastata da una scritta in francese (Ce n’est pas soulement de pain – Non di solo pane) che, insieme ad altre in diverse lingue, campeggiava sul Padiglione Vaticano a Expo Milano 2015. «Anche questa coincidenza ci fa molto piacere. A dieci anni da Expo – osserva Gualzetti–, è opportuno continuare a raccontare alla città, come può constatare chi passa per via San Bernardino e come ha sempre fatto Papa Francesco, che l’uomo in difficoltà ha bisogno di un pane materiale che dobbiamo prodigarci per procurargli. Ma insieme e come tutti noi, ha altrettanto bisogno di sperimentare il gusto della fraternità, pane spirituale che Dio ci dona e che è compito di ogni uomo e ogni donna, credenti e non credenti, ricchi e poveri, cercare di spezzare e condividere nella vita di ogni giorno».
L'immagine, fa sapere Palombo, «è dura ma necessaria» e «come una Pietà contemporanea, Papa Francesco accoglie il corpo del piccolo Alan Kurdi come Maria il Figlio: un'icona urbana che eleva la compassione al rango di gesto sacro, Francesco si fa ponte tra l'umano e il sacro, protettore degli ultimi e testimone silenzioso del dolore del mondo». L'opera viene svelata nei giorni dei Novendiali, mentre la Chiesa universale si prepara a eleggere un nuovo Pontefice. L'artista, già autore del celebre murale 'Caritas' - in cui Papa Francesco veniva ritratto come un clochard - torna a far parlare i muri con un linguaggio diretto, capace di toccare corde profonde, là dove le parole spesso falliscono.

Il murale di aleXsandro Palombo riprende le parole del Papa, che denunciò con forza "la globalizzazione dell'indifferenza", esortando il mondo a non voltarsi dall'altra parte in merito ai migranti. Nel murale, «Francesco non è rappresentato come un leader spirituale lontano ma come un uomo immerso nel dolore del nostro tempo, che si china verso chi soffre, che accoglie, che protegge. La sua figura è al tempo stesso ascetica e concreta, evocativa della grande tradizione iconografica cristiana ma reinterpretata con un linguaggio visivo crudo e urbano».
La scelta di realizzarlo presso la Caritas Ambrosiana, spiega l'artista, «racchiude in sé un profondo messaggio di speranza, nel luogo che da decenni incarna l'impegno verso gli ultimi, promuove accoglienza, sviluppo umano, giustizia sociale, il luogo dove il messaggio di Francesco ha sempre trovato eco e continuità».
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