Due vittime in poche ore: il taser è finito sotto accusa

Sabato notte è deceduto un 57enne a Olbia: indagati i due carabinieri intervenuti. Domenica un altro episodio a Genova: un 47enne è spirato dopo esser stato colpito.
August 17, 2025
Due vittime in poche ore: il taser è finito sotto accusa
Ansa | Un carabiniere con il taser
Dopo il caso del 57enne morto sabato notte a Olbia, un’altra persona è deceduta dopo essere stata colpita con il taser dai carabinieri: si tratta di un uomo di 47 anni di origini albanesi che è spirato a Sant’Olcese, nella frazione Manesseno, sulle alture di Genova, nel pomeriggio di domenica. Nemmeno 24 ore dopo il dramma di Olbia. I colpi, secondo gli inquirenti, potrebbero aver provocato nell’uomo un arresto cardiaco. La pm Paola Calleri ha indagato per omicidio colposo i due militari.
Secondo quanto ricostruito, i carabinieri sono stati chiamati dai vicini dell’uomo, che avevano sentito urla e forti rumori provenire dall’appartamento. «Abbiamo chiamato il 112 perché ci ha minacciato. Prima avevamo chiamato il 118 ma lui ha minacciato anche i sanitari» hanno spiegato i vicini. L’uomo, che sembrava alterato dall’alcol ed era in strada, prima è stato convinto a rientrare nella palazzina di via Mattei 4, dove abitava, ma sulle scale ha dato in escandescenze e ha minacciato e aggredito i sanitari. Sul posto sono a quel punto arrivate due pattuglie che hanno trovato il 47enne in forte stato di agitazione, probabilmente ubriaco. A quel punto uno dei militari ha sparato un colpo col taser, che ha raggiunto di striscio sia il 47enne sia un collega. Anche un secondo colpo non avrebbe avuto effetto. La pistola elettrica sarebbe quindi passata nelle mani di un secondo carabiniere, che invece ha colpito l’uomo. Il personale del 118, richiamato immediatamente, non ha potuto fare altro che constatare il decesso.
La vittima di Olbia si chiamava Gianpaolo Demartis, 57 anni. L’uomo, che stava finendo di scontare una condanna per spaccio, si è introdotto furtivamente in due case in via San Michele e poi ha cominciato ad importunare i passanti, in stato di evidente alterazione. A quel punto sono partite le chiamate al numero di emergenza. Nelle fasi concitate dell’intervento dei militari Demartis ha colpito anche un carabiniere procurandogli diverse ferite al volto. Il personale in divisa ha quindi deciso di usare il taser. Il 57enne si è accasciato e le sue condizioni di salute sono apparse subito gravi. Mentre veniva trasportato in ambulanza verso l’ospedale di Olbia il cuore ha smesso di battere. Anche la procura di Tempio Pausania - il pm incaricato è Alessandro Bosco - ha indagato per omicidio colposo i due carabinieri intervenuti.
L’uso del taser si era già concluso in modo tragico nello scorso giugno a Pescara: vittima un trentenne che era stato fermato in strada dalla Polizia per una rissa. Gli accertamenti dimostrarono però che l’uomo era morto a causa di un trauma toracico e non per effetto dell’arma. Altri due casi si sono verificati nel 2024 e nel 2023.
Inevitabile la polemica politica. «È evidente che esiste un problema con questo strumento che va intanto bloccato. Si dia seguito alla denuncia della Garante dei detenuti della Sardegna Irene Testa, che giustamente parla di "strumento di tortura legalizzato”». Così Filiberto Zaratti, capogruppo di Avs nella commissione Affari costituzionali della Camera. «Io difendo il taser perché si è dimostrato uno strumento efficace e fondamentale di deterrenza e sicurezza anche per gli operatori di polizia per evitare l’uso di armi ben più aggressive. Dopo la sperimentazione partita nel 2018 ha superato tutti i protocolli, anche quelli sanitari, e puntiamo ad implementarne l’uso. Ad oggi sono circa 5 mila quelli affidati alle forze dell’ordine» replica il sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni (Lega) in relazione agli episodi avvenuti ad Olbia e Genova. «Non bisogna criminalizzare il taser così come le forze dell’ordine - aggiunge -. Spetterà all’autorità giudiziaria accertare cosa sia successo in questi due episodi. Ovviamente esprimo la massima vicinanza ai familiari delle vittime così come ai carabinieri di Olbia e Genova».
Intanto la Axon, società produttrice dello strumento, puntualizza in una nota che "ad oggi non esistono evidenze scientifiche che dimostrino una correlazione diretta di causa-effetto tra l’utilizzo del Taser e il decesso dei soggetti colpiti. I dispositivi sono progettati per ridurre i rischi sia per gli operatori delle forze dell’ordine sia per i cittadini, offrendo un’alternativa non letale all’uso delle armi da fuoco".

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