Clochard sul palco per recitare "il rigore più lungo del mondo"

A Prato alcuni senza dimora mettono in scena uo spettacolo tratto dla racconto di Soriano. Con loro anche degli studenti. «L'arte è un antidoto alla sofferenza»
September 26, 2025
Clochard sul palco per recitare "il rigore più lungo del mondo"
Clochard in campo, anzi sul palco, per mettere in scena uno spettacolo teatrale ispirato a "Il rigore più lungo del mondo", celebre racconto calcistico-fiabesco scritto dall'argentno Osvaldo Soriano. Uomini e donne senza dimora, più alcuni studenti, saranno gli attori protagonisti della rappresentazione, per la regia di Stefano Luci, che si terrà il 28 settembre alle 21 (ingresso libero) a Prato, in viale Borgo Valsugana 153, nella sede del Centro Servizi. Recitare sarà un bel modo per rimettersi in gioco, sentirsi per una sera al centro dell'attenzione aiuterà a bucare quell'invisibilità che avvolge chi vive in strada.
La trama è nota e coinvolgente: in un paesino sperduto della Patagonia, un arbitro fischia un rigore proprio allo scadere della partita decisiva del campionato della Valle del Rio Negro. La squadra favorita esulta, ma gli avversari protestano e allora l’esecuzione viene rinviata di un’intera settimana. Da quel momento, tutto il paese vive in funzione di quel tiro: i giocatori si allenano con ossessione, i tifosi si dividono in fazioni, i dirigenti complottano e anche la vita quotidiana si sconvolge. Con umorismo, ironia e tenerezza, Soriano trasforma un semplice rigore in un’epopea, dove il calcio si intreccia con le passioni, le miserie e i sogni della gente comune.
Sul palco saliranno gli ospiti del centro di accoglienza Casa “Renato Ciabatti”, che accoglie fino a 22 persone del Centro Servizi Hub sociale, una realtà che ospita attività di molte associazioni del territorio e del Centro diurno, dove giornalmente si reca circa una trentina di persone. Il progetto, finanziato dalla Società della Salute Area Pratese, è nato dalla collaborazione fra le cooperative Pane e Rose e Il Girasole che lo gestiscono insieme. Insieme ai senza dimora reciteranno anche i ragazzi del laboratorio teatrale del liceo Copernico di Prato. Un bel modo di far squadra, con un obiettivo: dare un calcio alla solitudine e ritrovare le energie per provare a "vincere la partita".

La trama di Soriano non è stata scelta a caso: ci sono diverse analogie tra i clochard e i protagonisti della vicenda letteraria che si snoda su un terreno di gioco in fondo al mondo. «La storia scelta racconta la forza di un gruppo di persone che, partendo da una posizione di svantaggio sociale ed economico, arrivano a ricoprire un ruolo da protagoniste grazie alla forza della comunità, che fa la differenza in questa memorabile impresa collettiva e individuale. Una storia attuale e necessaria, realizzata grazie a un percorso di partecipazione e protagonismo rivolto ad attori non professionisti» spiega Stefano Luci, della cooperativa Il Girasole, regista e coordinatore dell'equipe, nonchè referente, formatore e conduttore nell'esperienza di teatro messo in piedi con un gruppo di persone che frequentano la struttura e gli studenti.

«L'arte crea un terreno comune dove le storie personali trovano ascolto, riconoscimento, confronto, empatia, valore sociale. L' arte può essere un ponte fra chi si ritrova ai margini di questa società e chi non sa cosa succede ai margini. L'arte, il teatro, la scrittura e in generale tutto ciò che stimola il pensiero artistico e espressivo, producono non solo valore sociale collettivo e individuale inestimabile, ma anche un benessere mentale ed emotivo che è un antidoto alla sofferenza» commenta Sara Staffieri di Pane e Rose.

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