Cellulari in aula, test online: cos'è successo al primo esame filtro di Medicina

Il primo esame del semestre filtro di Medicina finisce nel caos. Il Pd chiede spiegazioni alla ministra Bernini. L'Unione degli Studenti Udu: sistema ingiusto, vanno ammessi tutti
November 21, 2025
Cellulari in aula, test online: cos'è successo al primo esame filtro di Medicina
Studenti affrontano l'esame di medicina presso il Lingotto a Torino/ ANSA
Era il giorno più atteso e insieme più temuto dalle 55mila matricole che stanno frequentando il semestre filtro di Medicina. Ma la prima prova d’esame di ieri, alla quale ha partecipato ben l’87% degli studenti a dimostrazione dell’impegno che questi ragazzi stanno mettendo per cercare di realizzare le loro aspirazioni, è finita online prima della fine dell’esame susistando le ire del ministero e della conferenza dei rettori che hanno bollato come inaccettabile la cosa.
Tre le materie da affrontare: Chimica, Fisica e Biologia. I controlli però non sono bastati ad evitare l'uso di cellulari e altri dispositivi e prima della fine dell'esame i quesiti sono approdati sul web. Le immagini attualmente in circolazione saranno trasmesse dal ministero dell'Università agli atenei, affinché possano essere individuati i responsabili e venga ripristinato il pieno rispetto delle procedure previste, incluso l'annullamento della prova per chi ha fatto delle scorrettezze. L'eventuale annullamento sarà ad personam, riguarderà l'esame del candidato individuato come responsabile della diffusione delle immagini o trovato a copiare dal cellulare. Anche la Conferenza dei rettori ha assicurato "totale intransigenza".
Le commissioni esaminatrici hanno già avviato le operazioni di correzione dei compiti ed entro il prossimo 3 dicembre sarà pubblicato sulla piattaforma Universitaly l'esito degli esami del primo appello. Ogni studente avrà 48 ore di tempo per accettare il risultato o rifiutarlo. Il secondo appello, sempre per tre materie, si terrà il 10 dicembre.
Soddisfazione è stata espressa dalla ministra Anna Maria Bernini che ha parlato di una rivoluzione, quella della eliminazione del test di ingresso, che è già diventata realtà. Bernini ha confermato che il test fatto giovedì è valido. “È stata una prova complessa, nuova, impegnativa, che il sistema universitario ha affrontato e superato con professionalità e serietà. Oggi abbiamo dimostrato che il semestre aperto funziona". Per questo anno accademico, uno studente su 2,7 avrà la possibilità di farcela; dal 2023-2024 il numero di posti per le immatricolazioni è passato dai complessivi 17mila agli attuali 19mila (24mila se si considerano anche gli atenei privati).Positivo il commento della Conferenza dei rettori. "Il primo appello - ha detto la presidente della Crui, Laura Ramaciotti - si è svolto regolarmente e gli atenei hanno dato prova di grande efficienza. La modalità con cui si sono tenute le prove conferma la validità della riforma dell'accesso, che supera un sistema farraginoso e introduce criteri capaci di valorizzare davvero il merito dei nostri ragazzi. Dai rettori ho ricevuto conferma del buon andamento in tutte le sedi".
Assai diversa l'opinione dei parlamentari del Pd che hanno presentato un'interrogazione e denunciato il clamoroso "passo falso" del governo chiedendo al ministro Bernini di riferire in aula. "Le immagini delle prove circolate sui social, i telefoni e gli altri dispositivi introdotti in aula, i controlli disomogenei e le reazioni divergenti degli atenei hanno messo in luce un sistema di vigilanza inadeguato e profondamente ingiusto per migliaia di studenti. A questo si aggiungono le criticità già note: aule insufficienti, didattica mista imposta dalle circostanze, incertezze per gli studenti fuori sede e il ricorso sempre più diffuso ai costosi corsi privati che la riforma avrebbe dovuto superare. Questa non è una riforma, è un inganno, che tradisce tutte le attese di studenti e famiglie, ingigantendo pesantemente addirittura costi, disagi e incertezza per tutti gli studenti" hanno sottolineato i responsabili nazionali Università, Sanità e Scuola del Pd Alfredo D'Attorre, Marina Sereni, Irene Manzi e i componenti delle commissioni istruzione e sanità di Camera e Senato.
Numerose le proteste che si sono verificate fuori dagli atenei: gli studenti Uds e Cambiare Rotta, oltre alla Flc Cgil, che hanno contestato anche con flash mob e azioni dimostrative la riforma per l'accesso a Medicina. "Il semestre filtro nuoce alla salute del sistema formativo e degli studenti. Non è un meccanismo che aiuta chi sogna di diventare medico: al contrario, aggiunge incertezza, stress e disuguaglianze", hanno affermato gli studenti. L'Unione degli studenti Udu si è detta pronta a fare un ricorso collettivo. Per il coordinatore nazionale Alessandro Bruscella le prove "sono state un susseguirsi di errori e disorganizzazione. Avevamo avvertito che l'anonimato e le procedure non sarebbero state garantite. È emersa chiaramente l'impreparazione del ministero, che ha scelto di forzare una riforma mai realmente discussa con chi l'università la vive tutti i giorni. Non è governance: è propaganda spacciata per innovazione".

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