A Piacenza il festival della nebbia. Che può insegnare tante cose
di Redazione
Scomoda e rischiosa, sì, ma anche fonte di ispirazione per poeti e pittori, oltre che occasione per scoprire (e valorizzare) la Pianura padana. Così la nebbia per la prima volta viene festeggiata

Pubblichiamo le pagine centrali dell'inserto per bambini Popotus in edicola (e nelle scuole) il 9 novembre.
I festival sono di moda, e ne abbiamo visti di tutti i generi; ma uno dedicato alla nebbia ancora mancava. E dove ci si poteva pensare se non a Piacenza, nella pianura intorno al Po famosa – tra le altre cose – per i suoi fittissimi nebbioni invernali? Questa settimana e fino al 19 novembre la città emiliana propone eventi e manifestazioni culturali collegati a quel tipico fenomeno meteorologico. A chi non le ha mai viste, le brume invernali possono fare paura: l’umidità sembra penetrare nelle ossa, per le strade si rischia di perdere l’orientamento, tutte le cose diventano ugualmente grigie e sopra vi cala un sentimento di tristezza. Della foschia disturba l’impossibilità di mettere a fuoco, di distinguere i contorni: noi che vorremmo sempre vederci chiaro in ogni circostanza... Invece non sempre si può: ecco il silenzioso insegnamento della nebbia. Leggero eppure impenetrabile, il suo velo nasconde tutte le cose e almeno per qualche tempo lascia spazio all’immaginazione di disegnarle di nuovo, magari come vorremmo che fossero. Possiamo allora pensare che dietro l’angolo c’è un pericolo, oppure godere del rifugio offerto da quella coperta che attutisce ogni rumore. Spaventa, la nebbia, ma anche accoglie.
Goccioline che accecano
La nebbia è una nuvola che vola basso. Scientificamente è proprio così: la foschia si forma quando, in presenza di molta umidità, si incontrano due masse, una più calda e l’altra fredda. D’inverno ciò succede spesso nelle notti serene e senza vento, quando non ci sono le nubi a mantenere un po’ del calore del giorno racchiuso sotto il loro coperchio nel cielo: allora l’aria si raffredda di più e si carica di goccioline di vapore acqueo invisibili perché davvero minuscole (appena qualche micron, che corrisponde a un millesimo di millimetro) ma che tutte insieme generano appunto la nebbia. Sono proprio queste goccioline a rendere difficile, a volte quasi impossibile la visibilità, perché come piccolissimi specchi riflettono disordinatamente la luce in tutte le direzioni e i nostri occhi non riescono più a cogliere le immagini in modo distinto.
Così nacque lo smog
Lo sanno bene gli automobilisti: la nebbia fa brutti scherzi e provoca incidenti. Appena pochi giorni fa in Louisiana un tamponamento nella nebbia ha coinvolto oltre sessanta veicoli e causato molti morti. Accadde di peggio al Titanic, l’enorme transatlantico che a causa della fitta foschia nel 1912 andò a sbattere contro un iceberg nell’Atlantico e affondò. Cinque anni più tardi andò male anche ai soldati italiani a Caporetto: per colpa della nebbia videro in ritardo il decisivo attacco austriaco. Nel dicembre 1952 a Londra si verificò invece una combinazione di fumo e nebbia che rese l’aria talmente pesante da bloccare il traffico e provocare molti morti; fu allora che nacque la parola smog, unione di “smoke” (fumo) e “fog” (nebbia).
Con la fantasia si colora pure la nebbia
Beh, non sempre è così, però bisogna ammettere che la foschia invernale è stata spesso fonte di ispirazione per artisti di ogni genere. I poeti l’hanno amata per il senso di raccoglimento e malinconia che riesce a creare; i pittori ne hanno approfittato per dare un tocco di mistero ai loro quadri. Ma forse più curiosa è la predilezione dimostrata da fotografi e registi, che per fare il loro mestiere avrebbero bisogno di vederci chiaro. Invece, molti hanno scelto proprio le atmosfere brumose come scenario delle loro immagini.
Il festival
Proiezioni cinematografiche, concerti, spettacoli teatrali, tavole rotonde e incontri letterari. Sono tanti i luoghi che, a Piacenza, accolgono il primo festival della Nebbia, un'occasione per valorizzare il paesaggio nebbioso del territorio, per godere appieno l'atmosfera uggiosa e brumosa delle vie e dei vicoli della città, le sue chiese, i suoi palazzi e i suoi cortili, tra poesia e romanticismo. Omaggi cinematografici a Luigi Ghirri, Gianni Celati e Pier Vittorio Tondelli, letture di Edgar Lee Masters, lo spettacolo teatrale “Letizia Forever” di Rosario Palazzolo con Salvatore Nocera, incontri con autori tra cui Valerio Varesi, Paolo Maggioni, Michele Marziani, Marco Belpoliti e Guido Conti. Promosso da un collaudato gruppo di lavoro, in primis la cooperativa sociale Gutenberg, forte dell'esperienza maturata negli anni scorsi con quattro edizioni di Profondo Giallo, il Festival rende protagonista la nebbia soprattutto come una condizione dell'anima, simbolo e metafora di malinconia sottile, di nostalgia dei tempi andati, di perdita della memoria (anche collettiva). È il mistero, l'ignoto, la minaccia, il pericolo dietro l'angolo. È la possibilità di nascondersi, di isolarsi, di scappare da tutto e da tutti. È impossibilità di vedere, di riconoscere, di conoscere il vero volto delle cose.
© RIPRODUZIONE RISERVATA






