mercoledì 31 agosto 2022
L’ex sindaco Pillitteri: l’accoglienza ruppe gli schemi. Lui e la moglie Raissa ne furono conquistati tanto che poi inserì il risotto alla milanese e la cotoletta tra i suoi piatti preferiti
Michail Gorbaciov con la moglie Raissa e il sindaco Paolo Pillitteri salutano i milanesi

Michail Gorbaciov con la moglie Raissa e il sindaco Paolo Pillitteri salutano i milanesi - Fotogramma

COMMENTA E CONDIVIDI

Per ben due volte Michail Gorbaciov - morto lunedì in una clinica di Mosca a 91 anni - venne in visita a Milano, suscitando nella cittadinanza sentimenti di simpatia, di ammirazione e rispetto. Anche perché l’ex presidente dell’Unione Sovietica ed ex segretario generale del Pcus è stato a tutti gli effetti una delle personalità più significative del secolo scorso. L’ultimo tour a Milano in ordine di tempo, in modo formale si intende anche perché a livello personale ce ne furono molti altri, fu nel novembre del 1996 quando arrivò in città per tenere una lezione all’Università Statale, ma fu la sua prima visita, quella del 1° dicembre 1989, quando si presentò da presidente dell’Unione Sovietica ad essere passata alla storia come un fatto epocale.

In quel 1° dicembre tenne prima una conferenza stampa con il presidente del Consiglio Giulio Andreotti, Giovanni Spadolini e Mario Monti, e poi fu accompagnato in piazza della Scala dall’allora sindaco Paolo Pillitteri, con la folla che riempiva piazza Duomo per vederlo.

«In quell’occasione – ricorda Pillitteri – la città capì la sua vera vocazione internazionale, che grazie all’economia e alla sua mentalità, la inseriva a pieno titolo fra le grandi capitali europee e del mondo distinguendosi per ruolo da quello istituzionale di Roma». Anche perché, è sempre la testimonianza di Pillitteri, «la città rispose in modo inaspettato a quella visita».

«L’accoglienza – continua l’ex sindaco – che Milano riservò a Gorbaciov, con la cittadinanza tutta che invase letteralmente il centro città per omaggiarlo e salutarlo, rompeva uno schema evidenziando una nuova fase della politica, ovvero quella della sua spettacolarizzazione, che da lì a poco non solo a livello internazionale con il dualismo Reagan-Gorbaciov sarebbe apparsa anche in Italia».

In quella giornata nonostante il centro fosse presidiato dalle forze dell’ordine per garantire all’ex presidente dell’Urss la totale sicurezza, Gorbaciov e la moglie Raissa ricevettero un vero e proprio bagno di folla, tanto da generare nella coppia un affetto profondo per Milano. Lui e la moglie furono conquistati dai gesti dei cittadini come quello di alcuni studenti che regalarono un mazzo di fiori a Raissa. Gorbaciov tornò altre volte a Milano a cui rimase appunto molto legato, tanto che fra i suoi piatti preferiti inserì la cotoletta alla milanese, il risotto alla milanese e il panettone, gradito in ogni stagione.

«In quanto docente di un corso molto frequentato, quale quello di Scienza politica, con circa 300 studenti, ricevetti la proposta di ospitare Gorbaciov in università, per tenere una lezione – racconta a riguardo della visita del 1996 il professor Alberto Martinelli, allora preside della Facoltà di Scienze Politiche della Statale –. Colsi al volo quell’occasione. Mi presentai in aula, a lezione, con l’ex presidente dell’Urss. Gli studenti rimasero ovviamente sbalorditi. Fu una lezione molto bella. Fui colpito dalla sua capacità di rapportarsi e dialogare con giovani di un’altra cultura. Ho il ricordo di una persona molto intelligente, affabile, simpatica, non ostentamente simpatica. Mi diede l’impressione di una persona sincera e conservai sempre, e tuttora conservo, un bel ricordo di quell’incontro».




© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: