martedì 23 ottobre 2018
Altrimenti si aprirà una procedura d'infrazione. Conte: 2,4% non si tocca. Salvini: non cambia nulla. Di Maio: siamo sulla strada giusta. Dombrovskis: da manovra Italia danni per tutti. Spread a 320
I Commissari europei Dombrovskis (a sinistra) e Moscovici in una foto Ansa del giugno 2018

I Commissari europei Dombrovskis (a sinistra) e Moscovici in una foto Ansa del giugno 2018

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La risposta negativa, come previsto, è arrivata dopo che il collegio dei Commissari Ue è riunito a Strasburgo per decidere i prossimi passi da compiere. L'Italia dovrà sottoporre un nuovo documento programmatico all'Europa entro tre settimane. Dopo la lettera inviata dall'Italia per replicare alla richiesta di chiarimenti sulla manovra richiesti da Bruxelles tenendo il punto fermo sulle scelte fatte nel testo delle legge di bilancio, la bocciatura non è stata una sorpresa, ma certo adesso si apre un iter nuovo per il nostro Paese. Anche se il vicepremier Matteo Salvini a caldo ribatte: «Non cambia nulla, il governo non arretra e non cade per lo spread». E il suo collega di governo Luigi Di Maio rincara: «Non ci arrenderemo. Sappiamo che stiamo percorrendo la strada giusta. E perciò non ci fermeremo». Da Mosca, a sera, il premier Giuseppe Conte ribadisce che «il 2,4%di rapporto deficit/Pil non si tocca al momento», non nascondendo comunque la preoccupazione per il braccio di ferro con Bruxelles, e sullo spread a oltre quota 300 rassicura: «nel momento in cui riusciremo a perseguire questo dialogo» con la Commissione europea «confido che possa abbassarsi».

Sta di fatto che secondo la Commissione Ue, l'Italia va «apertamente e consapevolmente» contro le regole degli Stati membri, ed è «illusorio» pensare che questo non porti conseguenze. Parlando in conferenza stampa, così, il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis si dice pronto a rivedere la decisione sulla procedura per deficit eccessivo per violazione della regola del debito. Anche perché la manovra italiana avrà ricadute anche sugli altri Paesi dell'Unione. A maggio scorso la Commissione Ue aveva concluso di non aprire la procedura per debito «soprattutto perché l'Italia era sostanzialmente in linea con le regole», ma «i piani attuali sono un cambiamento materiale che potrebbe richiedere una rivalutazione». La palla è ora nel campo del governo italiano, ha aggiunto, «abbiamo tre settimane per un dialogo intenso che affrontiamo in modo costruttivo».

È la prima volta che l'Italia riceve una bocciatura completa della manovra; un termine che non piace molto al commissario agli Affari economici Pierre Moscovici più propenso invece ad utilizzare la moral suasion della maggiore convenienza per gli italiani a rispettare le regole europee. Ed è la prima volta dal 2013, quando è stata introdotta la possibilità di respingimento della legge di bilancio di uno Stato membro, che la procedura verrà attuata per l'Italia che ora avrà tre settimane di tempo per correggere il testo, inviando un nuovo documento programmatico di bilancio per riallinearsi alle regole europee, in particolare sugli obiettivi di deficit nominale e strutturale. Sulla nuova bozza la Commissione si dovrà esprimere «quanto prima». Se invece alla fine il governo decidesse di mantenere invariati i saldi della manovra, si farebbe concreta la possibilità di un’apertura della procedura per deficit eccessivo per violazione della regola del debito.

Ma le tappe tecniche si intrecciano con quelle politiche dei lavori europei. Il 5 novembre infatti si terrà l’Eurogruppo e l’opinione negativa sulla nostra manovra, vuoi o non vuoi, finirà sul tavolo del vertice che riunisce i ministri economici e finanziari dei 19 Paesi che hanno adottato la moneta unica. Roma appare oggi isolata e difficilmente riuscirà ad ottenere la solidarietà delle altre capitali. Lo scenario poi si complica perché l’8 novembre la Commissione Ue pubblicherà le previsioni di autunno, che si basano anche sulla situazione macroeconomica fornita dall'Italia. Ma le opinioni definitive, che per tutti i Paesi saranno rese pubbliche il 21 novembre per poi essere discusse all’Eurogruppo del 3 dicembre, si baseranno sulle stime di Bruxelles. E i nostri conti presentano più di un problema.

La reazione della politica

Le scelte del governo creano tuttavia non poco scompiglio anche tra i partiti. M5s, in un documento sul blog delle Stelle, sottolineano che «alcuni commissari europei, come Moscovici», dovrebbero evitare di «usare un paese e un popolo intero per fare campagna elettorale». È giunto il momento, sostengono i grillini, che «l'Unione europea torni a fare gli interessi dei cittadini europei». Anche perché, spiegano, «non è affatto vero che l'Italia abbia chiesto per il 2019 uno scostamento del deficit senza precedenti nella storia delle regole di bilancio europee».

Dal fronte dem, invece, I capigruppo del Pd Andrea Marcucci e Graziano Delrio hanno espresso la loro «preoccupazione» a Giuseppe Conte, in un incontro stamane a Palazzo Chigi, per una manovra che reputano «dannosa per il Paese». «Abbiamo espresso le nostre preoccupazioni per il sistema Paese, la disattenzione nei confronti del mondo del lavoro e degli investimenti», ha riferito Marcucci. «Anche sul tema della povertà - ha aggiunto Delrio - sarebbe stato più produttivo un ampliamento e un rafforzamento del Reddito di inclusione, anziché dar vita a un nuovo strumento che crea solo incertezza e che non raggiungerà moltissime persone bisognose».

Non tarda ad arrivare anche reazione del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani. «Non si risolvono i problemi
con le dichiarazioni di guerra a destra e a manca - esordisce - anche perché l'ultima dichiarazione di guerra dell'Italia non ha portato molta fortuna ai cittadini». Secondo lui, invece, sarebbe più prudente lavorare per ottenere dei buoni risultati. «Credo sia giusto modificare questa manovra per avere più crescita - prosegue - meno pressione fiscale, più aiuti alle imprese e più aiuti per realizzare infrastrutture, altrimenti la guerra invece che farla a Bruxelles la si farà ai cittadini italiani».

La reazione dei mercati

Nel frattempo anche le borse europee mostrano tutta la sua preoccupazione, anche trascinate dal segno negativo dei listini asiatici. A Milano seduta nervosa per Piazza Affari, con il Ftse Mib che torna a perdere l'1,03% riportandosi sui livelli dell'apertura mentre lo spread Btp-Bund torna sopra i 300 punti base e dopo il verdetto della Commissione europea sulla manovra del governo gialloverde è schizzato subito a 312. Poi nel pomeriggio arriva anche a toccare punte di 320 per poi rallentare. Tra i titoli peggiori del listino figurano Stm (-4,9%), Moncler (perde il 4%) e Finecobank (-3,1%). «Dobbiamo vincere la paura, l'unica cosa di cui dobbiamo avere paura in questo momento è proprio la paura», ha replicato il vicepremier Luigi Di Maio uscendo dal Mise ad una domanda sulle oscillazioni dello spread. «L'andamento dello spread in questi giorni - prosegue - dimostra che i mercati vogliono molto più bene all'Italia di alti commissari europei».

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