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“Il nome della rosa”, Medioevo a colori

Andrea Fagioli mercoledì 6 marzo 2019
Non è facile togliersi dalla mente il film di Jean-Jacques Annaud con Sean Connery, almeno per chi trentatré anni fa era capace di intendere e volere. Eppure bisognerebbe farlo. Così come non dovremmo prendere in considerazione il libro da cui tutto nasce, anche se si tratta di un best seller nel vero senso della parola. Questo perché ogni opera vive di vita propria. Per di più ogni adattamento televisivo o cinematografico dalla letteratura non è altro che una personale interpretazione da parte di sceneggiatori e regista di un testo, di un racconto: una traduzione che toglie fantasia allo spettatore rendendogli visibile ciò che il lettore può invece immaginare con la propria fantasia. Ma questo è anche il bello da una parte delle letteratura e dall'altra del cinema e della televisione. Insomma, scordandoci per quanto possibile il resto, ci siamo avventurati nella visione dell'attesissima serie televisiva Il nome della rosa, tratta dall'omonimo romanzo di Umberto Eco, in prima mondiale il lunedì su Rai 1 con la regia di Giacomo Battiato. La storia è ambientata nel 1327. Il frate inglese Guglielmo da Baskerville, con al seguito il giovane novizio Adso Da Melk, raggiunge un'isolata abbazia benedettina nel Nord Italia per una disputa tra il proprio Ordine francescano e il rappresentante del Papato avignonese. All'arrivo l'abbazia appare inquietante, con una biblioteca che custodisce manoscritti di inestimabile valore, ma anche oscuri segreti. L'assassinio di un monaco dà il via a successivi eventi delittuosi. Guglielmo, su mandato dell'abate, si trasforma in una sorta di detective con il saio capace di coinvolgere il telespettatore affascinandolo soprattutto con il suo continuo ricorso alla ragione. Lo stesso Adso, in un viaggio iniziatico tra bene e male, impara che l'unico modo per salvarsi in questo mondo è proprio quello di usare la ragione. È così che la serie ci propone un Medioevo illuminato e persino colorato, con il ricorso ad ambientazioni e situazioni da fantasy, come ormai vuole la serialità legata a questo periodo storico. Cast di grandissimo livello, da John Turturro a Rupert Everett a una schiera di ottimi attori italiani. Ascolti sopra i 6 milioni e mezzo di telespettatori.