Opinioni

Lettera ai «no vax». Tua madre crede alle bufale e io a due anni posso morire

Lucia Bellaspiga martedì 12 marzo 2019

Caro direttore, il mio nome è Mattia e sono nato due anni e mezzo fa. A detta di tutti sono bello, vivace e intelligente, soprattutto sono allegro e rido molto. Ma c’è un ma: io sono un bambino 'no vax', di quelli veri però, non ideologici, perché sono venuto al mondo senza sistema immunitario.

Di conseguenza, non possedendo una memoria immunitaria, non potrò mai ricevere alcun vaccino. Sono l’essere più inerme su questa terra, insomma, anche se da fuori nessuno lo direbbe, e la mia sopravvivenza dipende strettamente dagli altri bambini che incontro all'asilo, sulla spiaggia o mentre viaggio seduto sul carrello del supermercato: se loro si ammalano quasi di sicuro guariscono, io sono morto.

A questo punto, direttore, si chiederà come ho fatto ad arrivare alla bella età di due anni e mezzo, così faccio un passo indietro, chiedendo una mano alla sua giornalista. La mia malattia è brutta, anche nel nome (Bruton), perché è subdola, si palesa tardi, intorno a un anno di vita, quando in famiglia tutti hanno già assaporato la gioia di avere un figlio sano. Nacqui perfetto e lo rimasi, all'apparenza, fino agli 11 mesi, quando le difese assorbite durante la gravidanza da mia mamma e poi dal suo ottimo latte non bastarono più a proteggermi e improvvisamente tutti i mali del mondo sembrarono darsi convegno sui miei 73 centimetri e dieci chili di vitalità. La mattina ero in spiaggia a fare bagni e castelli di sabbia, la sera ero intubato a bordo di un’ambulanza che sfrecciava verso il Gaslini di Genova con una sola certezza: 'Suo figlio è appeso a un filo'.

Quel filo era la speranza, ma lo sguardo dei medici la diceva lunga su quanto fosse sottile. Ero scosso da convulsioni, scottavo a 41, non respiravo, il mio corpo si copriva di bolle scure manco avessi la peste e le ipotesi erano le più disparate, leucemia, meningite, linfoma, tubercolosi, scarlattina... o tutte queste cose insieme. In famiglia fu il panico, io entrai in coma e non mi accorsi più di nulla. Rimasi ricoverato mesi, sempre in attesa di una diagnosi, perché in effetti se non possiedi un sistema immunitario ti viene proprio di tutto, e tutto è letale. I medici del Gaslini fecero ciò che umanamente era possibile e anche di più (tant'è che io sono ancora al mondo e nemmeno loro ci avrebbero scommesso un euro), ma la mia vita era come una coperta corta, la tiravano da una parte e si strappava dall'altra, puntavano su una patologia e già ne insorgeva un’altra. Ricordo che mentre gradatamente uscivo dal coma farmacologico, indotto affinché le lesioni alla meninge del mio piccolo cervello regredissero senza lasciare danni, le bolle scure divennero sempre più grandi: erano la tana del 'batterio mangiacarne', un microrganismo che intendeva divorare i miei 73 centimetri di vita... Non voglio spaventare nessuno e dico subito che al Gaslini batterono anche il 'mangiacarne', dunque nessuna amputazione alle gambette, e alla fine tornai a casa bello, intelligente e allegro come all'inizio di questa storia, anche se per tutta la vita dovrò sottopormi ogni dieci giorni a due ore di infusione: un ago nella pancia pian piano mi inocula la dose di immunoglobuline che la natura si è dimenticata di darmi.

Ormai non piango più e so disinfettarmi da solo il punto in cui la mamma entrerà con l’ago, in fondo non è una tragedia (grazie a Dio esistono uomini che studiano malattie come la mia, anche se siamo pochi). La vera tragedia è che se all'asilo siederà accanto a me un compagno no vax (di quelli ideologici però, i cui genitori non li vaccinano per ignoranza, per moda, perché su Facebook lo dice tizio) avrò sempre un cappio attorno al collo. Se lui avrà la pertosse, morirò io. Sa qual era alla fine la malattia per cui stavo andando all'altro mondo a 11 mesi? Una banale varicella, banale per gli altri ma non per me. Caro compagno di classe, io dipendo da te, da quello che gli esperti chiamano effetto gregge: noi immunodepressi (i tanti bambini con il cancro o l’epilessia o un trapianto o altri ancora) non ci ammaleremo se voi vi vaccinerete, altrimenti soccomberemo. Ho sentito il ministro dell’Interno chiedere di ammettervi in classe anche se i vostri genitori non vi hanno vaccinato, per evitarvi il 'trauma' di restare a casa, ma io non posso morire di fake news perché tua madre crede a bufale scientificamente smentite, non voglio morire per la leggerezza di politici a caccia di consensi. È vero, non tutti i bambini possono essere vaccinati, per alcuni sarebbe letale: quelli siamo noi.