Opinioni

Il direttore risponde. Per fare più bella la democrazia

domenica 20 marzo 2011
Caro direttore, a proposito di disgusto per la politica (che condivido pienamente) invito tutti i lettori a una attenta riflessione. Se abbiamo i politici che da sempre ci governano non è un caso; gli elettori non sono proprio innocenti, perché molti stanno al gioco sperando di trarne dei benefici. Mi sembra di capire che si stia facendo strada l’idea, in questo clima, che cambiando sistema elettorale si risolva tutto, o quasi. Temo che non sia proprio così e voglio ricordare alcuni dati che, evidentemente, sono stati dimenticate.1. Quando vigeva il sistema delle preferenze proliferava il tanto vituperato "mercato delle vacche".2. Le preferenze premiavano chi stanziava cifre enormi per farsi propaganda, organizzare cene, distribuire buoni benzina.3. Alcuni candidati organizzavano dei veri e propri 'cartelli elettorali' per sfondare in zone strategiche.4. La presunta maggiore democrazia era in realtà annullata dal fatto che le liste non erano in rigoroso ordine alfabetico ma, in testa figuravano un certo numero di "predestinati".5. Non vorrei neppure ricordare i giochi e giochetti organizzati da gruppi, enti, associazioni più o meno benemerite per mandare avanti l’amico compiacente... Per farla breve, non sono i sistemi elettorali più o meno sofisticati a rendere migliore la politica, bensì il maggior senso civico e l’onestà del singolo elettore. Non c’è scampo: avremo una politica migliore quando saremo un popolo migliore!Con la più grande stima

Valerio Fais, Oristano

Lei non ha torto, gentile signor Fais, ma le sue ragioni e preoccupazioni non sono opposte bensì complementari a quelle di chi – come me – reclama da tempo una legge elettorale che rispetti davvero gli elettori e il loro ruolo “decisivo”. Naturalmente è chiaro che anche gli elettori devono saper avere rispetto per se stessi... Ma questa è la bellezza e la fatica della democrazia. E io non riesco neanche a pensare che, per paura (di degenerazioni) o anche solo per cautela, si possa rinunciare a viverla con pienezza. Ecco perché servono regole elettorali nuove e buone che facciano più bella la nostra democrazia.