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Transizione ecologica. Trasporti e logistica sposano il green

di Paolo Pittaluga venerdì 23 aprile 2021

Trasporti e logistica sposano il green. Negli ultimi mesi si assiste a megatrend sorprendenti solo due anni fa. Truck a metano (e prossimamente ad idrogeno), treni ad idrogeno, navi a metano ed ibride. La tecnologia fa passi da gigante e chi resta, probabilmente per poco, indietro è il trasporto aereo.Partiamo proprio di qua, perché è di pochi giorni fa la notizia che gli studi su velivoli ad idrogeno stanno accelerando.

Grazie ad Universal Hydrogen, una società statunitense che lavora alla propulsione a idrogeno per aeromobili regionali e che velocizzerà lo sviluppo dei suoi prodotti dopo aver raccolto 20,5 milioni di dollari (circa 17 milioni di euro) di nuovi fondi. Il round di finanziamento da 20,5 milioni di dollari è stato guidato dal fondo di venture capital della Silicon Valley, Playground Global.Anche il marittimo si muove nell’ottica del risparmio energetico e della riduzione degli inquinanti con una drastica riduzione dell’azoto nei carburanti e non solo puntando alle banchine elettriche. Ad esempio la compagnia Grimaldi ha pochi giorni fa messo in navigazione la ro-ro ibrida Eco Savona, quarta nave delle dodici della nuova generazione Grimaldi Green 5th Generation, che comprende le ro-ro più grandi al mondo per il cabotaggio. La nave battente bandiera italiana, è lunga 238 metri e può ospitare 7.800 metri lineari di rotabili, pari a 500 rimorchi e 180 autovetture, con una rampa che può caricare fino a 150 tonnellate. Questa generazione offre un capacità di carico maggiore della precedente, riducendo l’impatto ambientale, infatti ha gli stessi consumi con un carico superiore e in porto può usare l’energia elettrica stoccata in batterie al litio che sono caricate durante la navigazione da generatori ad albero e pannelli solari. Inoltre un sistema di filtraggio dei gas di scarico riduce le emissioni di zolfo e particolato. La Eco Savona affiancherà le gemelle Eco Valencia, Eco Barcelona ed Eco Livorno sulla rotta regolare che collega i porti di Livorno e Savona con quelli spagnoli di Barcellona e Valencia.

Altro esempio ancora più "eco": Xalt Energy ha fornito le batterie per il primo traghetto completamente elettrico della Nuova Zelanda. La nave di 19 metri con una capacità di 135 passeggeri farà parte della flotta di traghetti East by West Wellington Harbour Ferry Service e coprirà rotte giornaliere nella baia al largo di Wellington. Il traghetto dovrebbe completare nove viaggi al giorno ed è dotato di 72 pacchi batteria raffreddati a liquido, che forniranno circa 550 kilowattore di energia e alimenteranno due motori elettrici gemelli con una velocità operativa di 20 nodi.

Infine, il treno frena e l’energia recuperata accende le luci di un intero quartiere. Un esempio di economia circolare è il progetto che il Gruppo FS Italiane, tramite Rfi, mette a punto nella stazione di Forlì sulla linea Bologna-Rimini, un prototipo che sarà inaugurato entro l’estate. Si tratta del recupero di energia elettrica che alimenta le linee ferroviarie con l’energia della frenata dei treni che viene reimmessa in rete. I treni a trazione elettrica offrono la possibilità, durante la frenata, di sfruttare l’energia resa disponibile e di impiegarla per altri treni presenti sulla linea. Il Freccia1000, ad esempio, è capace di restituire in media il 15% dell’energia prelevata. Sulle linee AV, a 25kVca, la reversibilità delle sottostazioni permette di sfruttare a pieno l’energia elettrica recuperata in fase di frenatura. Sulle quelle a 3kVcc, che rappresentano il 95% dell’infrastruttura, essendo le sottostazioni non reversibili, è possibile recuperare l’energia di frenata solo se sono presenti altri treni in tratta; in assenza l’energia prodotta dalla frenatura elettrica viene dissipata dai reostati. Allo scopo di recuperare questa energia è in corso la realizzazione di un sistema di recupero progettato per i sistemi a 3kVcc. Le linee a 3kVcc costituiscono la maggior parte dei circa 12 mila chilometri di rete ferroviaria elettrificata e sono alimentate da più di 400 sottostazioni. Il prototipo realizzato da RFI è il primo in Europa per il livello di potenza elettrica raggiunto con tensione controllata. Ad oggi si stima che un solo impianto di questo tipo possa far risparmiare, con l’accumulo di energia, 100MWh l’anno. Questo significa una riduzione del 10-15% del consumo di una sottostazione. Preso singolarmente è un prezioso contributo al risparmio energetico, che potrà in futuro assumere maggior valore con un impiego in diverse installazioni della rete ferroviaria: attrezzando ad esempio la Bologna-Rimini con 10 impianti sui 110 chilometri di lunghezza, si accumula una quantità di energia sufficiente ad alimentare in un anno interi quartieri o paesi in prossimità della ferrovia.