Chiesa

Città del Vaticano. Papa Francesco: il 29 giugno concistoro per 14 nuovi cardinali

Gianni Cardinale lunedì 21 maggio 2018

Papa Francesco ha designato 14 nuovi cardinali che creerà nel Concistoro che ha convocato per il prossimo 29 giugno. Ieri l’annuncio al termine della preghiera del Regina Coeli.

I futuri nuovi porporati provengono da quattro continenti. Undici, di cui tre italiani (Angelo De Donatis, Giovanni Angelo Becciu e Giuseppe Petrocchi), hanno meno di ottanta anni e quindi sono elettori in un eventuale conclave. Tre invece (tra cui un religioso non vescovo) hanno superato questo limite di età.

“La loro provenienza esprime l’universalità della Chiesa che continua ad annunciare l’amore misericordioso di Dio a tutti gli uomini della terra”, ha spiegato il pontefice prima di pronunciare il nome dei designati. E ha aggiunto: “L’inserimento dei nuovi Cardinali nella diocesi di Roma, inoltre, manifesta l’inscindibile legame tra la sede di Pietro e le Chiese particolari diffuse nel mondo”.

Ecco i nomi degli undici cardinali elettori nell’ordine con cui sono stati annunciati: Louis Raphaël I Sako, 70 anni, dal gennaio 2013 Patriarca di Babilonia dei Caldei; Luis Francisco Ladaria Ferrer, gesuita spagnolo, 74 anni, dal luglio 2017 prefetto de la Congregazione per la dottrina della fede; Angelo De Donatis, originario di Casarano (Le), 64 anni, dal maggio 2017 Vicario Generale di Roma; Giovanni Angelo Becciu, originario di Pattada (SS), 70 anni, dal 2011 Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato e dal febbraio 2017 Delegato Speciale presso il Sovrano Militare Ordine di Malta; Konrad Krajewski, polacco di Lodz, dall’agosto 2013 Elemosiniere Apostolico; Joseph Coutts, 73 anni, dal 2012 arcivescovo di Karachi, presidente della Conferenza episcopale del Pakistan dal 2011 al 2017; António dos Santos Marto, 71 anni, dal 2006 vescovo Leiria-Fátima, diocesi visitata da Papa Francesco lo scorso anno; Pedro Barreto, gesuita, 74 anni, dal 2004 arcivescovo di Huancayo in Perù, vicepresidente della Red Eclesial Panamazonica e membro del Consiglio pre-sinodale per il Sinodo speciale per la regione panamazzonica che si terrà nell’ottobre 2019; Desiré Tsarahazana, 64 anni, dal 2010 arcivescovo di Toamasina e dal 2012 presidente della Conferenza episcopale del Madagascar; Giuseppe Petrocchi, 70 anni, originario di Ascoli Piceno, dal giugno 2013 arcivescovo de L’Aquila; Thomas Aquinas Manyo Maeda, 69 anni, dall’agosto 2014 arcivescovo di Osaka e dal 2016 vicepresidente della Conferenza episcopale giapponese.

Questi invece i nomi dei tre futuri cardinali ultraottantenni: Sergio Obeso Rivera, 87 anni, arcivescovo Xalapa dal 1979 al 2007, più volte presidente della Conferenza episcopale messicana; Toribio Ticona Porco, 81 anni, che in gioventù ha lavorato in miniera, vescovo prelato di Corocoro in Bolivia dal 1992 al 2012; padre Aquilino Bocos Merino, spagnolo, 80 anni compiuti il 17 maggio, dal 1991 al 2003 superiore generale dei Claretiani.

Attualmente i cardinali sono 213 di cui 115 elettori. Con il Concistoro di fine giugno – tenendo conto del fatto che all’inizio del mese raggiungerà gli 80 anni il cardinale salesiano Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei santi – saranno 227, di cui 125 elettori. Verrà così superato il limite di 120 fissato da Paolo VI. Ma ogni Pontefice ha la facoltà di poterlo fare e in passato è successo più volte. Il numero dei cardinali elettori ritornerà comunque a quota 120 al più tardi nel giro di tredici mesi. Infatti se nel resto del 2018 non ci saranno più cardinali che raggiungeranno gli 80 anni, nel 2019 lo faranno invece in 10, cinque dei quali entro il 31 luglio.

Con gli 11 nuovi cardinali elettori Papa Francesco avrà nominato la maggioranza dei porporati elettori: 59 su 125 (47 rimarranno quelli creati da Benedetto XVI, 19 quelli di Giovanni Paolo II).

Con il Concistoro di fine giugno Papa Francesco nominerà ben 6 cardinali europei, ma i porporati del Vecchio Continente rimarranno comunque nettamente al di sotto della metà del Collegio degli elettori: 53 su 125 (con gli italiani che saliranno a 22). Al Conclave del 2005 erano 58 (di cui 20 italiani) su 115 e in quello del 2013 60 (di cui 28 dalla Penisola) su 115.

Con i nuovi cardinali aumenterà poi la quota di latinoamericani (da 21 a 22 – erano 21 nel 2005 e 19 nel 2013), di africani (da 15 a 16 – erano 11 nel 2005 e 12 nel 2013) e in particolare di asiatici (da 14 a 17 – erano 10 sia nel 2005 che nel 2013). Rimarranno inalterati invece i nordamericani (13 – erano 14 nel 2005 e nel 2013) e i cardinali dell’Oceania (4 – erano 2 nel 2005 e solo 1 nel 2013).

Per la prima volta il gesuita Papa Francesco ha designato due cardinali del suo stesso ordine (Ladaria e Barreto). Al momento tra gli elettori non c’è nessun figlio di Sant’Ignazio. A fine giugno saranno così 23 i cardinali elettori appartenenti a istituti religiosi. Oltre ai gesuiti i consacrati con più di un porporato elettore saranno salesiani (4), i domenicani e gli spiritani (2 ciascuno).

Con il nuovo Concistoro risale (appena un po’) il peso la Curia romana, con tre nomine (Ladaria, Becciu e Krajewski). I cardinali curiali quindi saliranno a 29 (erano 27 nel 2005 e ben 40 nel 2013, sempre su 115). Mentre riceveranno un cardinale Paesi che al momento non sono rappresentati nel collegio degli elettori: Giappone, Iraq, Madagascar e Pakistan.

Tralasciando sedi di consolidata tradizione come Parigi e Milano, Papa Francesco continua nella sua scelta di elevare a dignità cardinalizia diocesi dove non era mai arrivata una porpora. Questa volta è toccato alla sede di Leira-Fatima in Portogallo, a quella di Huancayo in Perù (così per la prima volta questo Paese avrà un altro cardinale residente oltre a quello della capitale Lima, sede occupata ora da Juan Luis Cipriani Thorne, dell’Opus Dei) e a quella di Toamasina in Madagascar (i tre precedenti porporati malgasci erano tutti arcivescovi della capitale Antananarivo). Lo stesso vale per Xalapa in Messico e Corocoro in Bolivia.

Diverso il discorso per Karachi, dove c’è già stato un cardinale: Joseph Cordeiro, arcivescovo dal 1958 al 1994, creato da Paolo VI nel 1973. Così come è succeso ad Osaka con Paul Yoshigoro Taguchi, vescovo e poi arcivescovo dal 1941 al 1978, creato anche lui nel 1973. Anche il Patriarcato caldeo è stato già guidato da un cardinale, seppure Emmanuel III Delly aveva già compiuto 80 anni quando fu creato da Benedetto XVI nel novembre 2007. A L’Aquila invece si ha notizia del rango cardinalizio di un arcivescovo (Amico Agnifili) e di due amministratori apostolici non residenti (i nobili Giovanni Piccolomini e Pompeo Colonna), nei lontani XV e XVI secolo.

Sono “tradizionali” infine le nomine cardinalizie del vicario di Roma (De Donatis), del prefetto della Congregazione per la dottrina della fede (Ladaria), nonché la promozione del Sostituto della Segreteria di Stato (Becciu, che seguendo una prassi
consolidata verrà destinato ad altro incarico, di carattere "cardinalizio"). Riguardo all'elemosiniere apostolico, in passato era successo che il titolare di questo incarico ricevesse la porpora e quindi venisse promosso in altro ufficio (l'ultima volta è successo nel 1935 con Carlo Cremonesi). Ora bisognerà vedere se invece la berretta a Krajewski (oltretutto il primo polacco a ricevere la porpora in questo pontificato), rimarrà anche "durante munere".