Nell'oceano a vele spiegate nel nome di Don Bosco

Uno skipper francese alla "Mini Transat”, la regata transatlantica in solitaria. Un progetto per aiutare i salesiani nell'arcipelago di Guadalupa, a 150 anni dalla prima missione
September 30, 2025
Nell'oceano a vele spiegate nel nome di Don Bosco
undefined | La barca che richiama Don Bosco alla Mini Transat, la regata transatlantica in solitaria
Prima di inviarli per il mare aperto li abbracciava paternamente fino a commuoversi. Era così Don Bosco, non riusciva a trattenere le lacrime, sin dalla prima partenza dei suoi missionari l’11 novembre del 1875. Ad ognuno di loro aveva consegnato un foglietto con alcune raccomandazioni speciali: «Cercate anime, ma non denari, né onori, né dignità… Nelle fatiche e nei patimenti, non si dimentichi che abbiamo un gran premio preparato in cielo». A 150 anni dalla prima traversata dei missionari salesiani nell’Oceano Atlantico, per giungere nell’arcipelago di Guadalupa (oggi parte delle Antille Francesi), una barca a vela, intitolata a Don Bosco, ha preso il largo nella “Mini Transat”, la celebre regata transatlantica in solitaria. Come ha spiegato l’Agenzia di informazione salesiana (Ans) l’idea è venuta a uno skipper impavido, Aymeric Le Renard, 39 anni, sposato e padre di due figli, ingegnere con la passione per il mare. Alcuni mesi fa ha contattato la “Fondation Don Bosco” di Parigi per proporgli l’impresa: quasi un mese di navigazione, quasi 25 giorni di regata con 7.500 chilometri da percorrere senza contatto con la terraferma, né assistenza.
Un’iniziativa che ha trovato subito il sostegno della Famiglia Salesiana per l’alto valore simbolico, la ricorrenza della prima spedizione, ma anche per l’aiuto concreto in favore dei missionari che, ancora oggi, sono impegnati nell’evangelizzazione dell’arcipelago. Aymeric è rimasto affascinato da quanto hanno realizzato a Guadalupa, da qui il desiderio di navigare sostenendo il loro lavoro soprattutto a beneficio dei giovani. E così tra le 90 imbarcazioni partecipanti (si tratta di piccole barche a vela di 6,50 metri tutte identiche), c’è anche la “Don Bosco”: le vele sono state decorate con richiami al santo e portano la frase “Credere nei giovani”, in cinque lingue (francese, inglese, italiano, tedesco e arabo). Sullo scafo poi tutti i nomi delle fondazioni salesiane che supportano il progetto.
La raccolta fondi servirà per l’opera “Lakou Bosco”, che ha sede a Guadalupa, per l’acquisto di un minibus elettrico da 9 posti, con stazione di ricarica, per consentire ai giovani dei quartieri popolari, e ai loro genitori, di vivere esperienze educative e culturali. Per questa traversata benefica nell’Oceano sono stati coinvolti anche tanti giovani delle scuole salesiane francesi, come ad esempio gli allievi di Saint Chélyd’Apcher, Ressins e Gradignan che prepareranno i pasti di cui usufruirà lo skipper durante il suo viaggio. La casa salesiana “Campus de Pouillé” donerà invece della frutta, mentre i ragazzi del “Don Bosco Liban” prepareranno razioni di frutta secca. La “Mini Transat”, lanciata nel 1977, si svolge ogni due anni. È una gara in cui l’impegno umano supera la tecnologia, molti skipper famosi hanno cominciato proprio da questa regata. Aymeric è chiamato a superarsi anche perché le condizioni meteo stanno già creando non pochi problemi (l'arrivo è previsto a Guadalupa tra il 7 e il 15 novembre). A lui va lo stesso augurio che Don Bosco ripeteva ai suoi: «Fate quello che potete: Dio farà quello che non possiamo far noi».

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