Montespaccato Savoia, calcio e legalità vanno in gol

Sette anni dopo la sua confisca al clan malavitoso dei Gambacurta il club romano prosegue la sua missione: educare a uno sport solidale ed inclusivo
July 17, 2025
Montespaccato Savoia, calcio e legalità vanno in gol
La formazione del Montespaccato Savoia in festa: il prossimo anno giocherà in serie D
Da una palla prigioniera, al mio calcio libero. Questo è stato il passaggio, settennale, per la rinascita definitiva del Gruppo Sportivo Montespaccato. Molto più che una squadra di calcio, il Montespaccato è il simbolo dello sport e della legalità, di cui va fiera la popolazione di questa borgata (circa 30mila abitanti), versante nord di Roma, che negli anni ‘20 del secolo scorso era nota come borgata Fogaccia: le sue case vennero edificate sui terreni del conte Piero Fogaccia e gli appezzamenti dell’ex Pio Istituto di Santo Spirito. Ai giorni nostri il club aveva fatto molto rumore quando il 18 giugno 2018 scattò l’Operazione Hampa che portò all’arresto di 58 persone legate al temuto clan dei Gambacurta. Mafia capitale. Affari loschissimi, narcotraffico e in mezzo ai 7 milioni di euro sequestrati a questi signori del male della Suburra capitolina c’era anche la squadra di famiglia dei Gambacurta: la Polisportiva Montespaccato. Apparentemente un’oasi: campo di calcio per la formazione di Eccellenza, un campo di “calciotto”, bar e ristorante e una scuola calcio. I risultati sportivi però non erano pari ai remunerativi malaffari del sottobosco del clan: la formazione infatti retrocesse in Promozione.
A questo punto interviene il sequestro e soprattutto entra in campo l’ASP Asilo Savoia. “Ente costituito nel 1887 da Francesco Crispi con una lettera indirizzata all’allora sindaco di Roma, il senatore Leopoldo Torlonia, in cui raccontava di vedere tanti bambini che mendicavano per le strade delle borgate e quindi occorreva creare un “asilo”, ovvero una struttura di accoglienza. Così nacque l’Asilo Savoia, che oggi è diventata un’azienda pubblica di servizi sociali. Custodiamo ancora il decreto reale che autorizza l’utilizzo del logo che oggi campeggia sulle maglie”, spiega Massimiliano Monnanni, l’infaticabile presidente dell’Asilo, che ricorda il difficile iter processuale che ha portato alla quasi totale liberazione del club dai tentacoli della piovra mafiosa. “Dopo l’Operazione Hampa nel 2023 l’Asilo Savoia, previa autorizzazione del Tribunale, ha acquisito a titolo oneroso la proprietà della società sportiva che è quindi uscita dalla procedura di confisca, trasformandosi nella prima società sportiva ad azionariato popolare di Roma”.
Sono 1.731 e 1000 sono i posti sugli spalti del centro sportivo che è stato intitolato a uno dei martiri delle mafie, don Pino Puglisi, il parroco del quartiere palermitano Brancaccio che fino al giorno del suo assassinio (il 15 settembre 1993) aveva sempre predicato ai suoi ragazzi i valori della fede e della legalità abbinati al calcio. Valori trasmessi dalla dirigenza del “Montespaccato Savoia” a tutti i tesserati, a cominciare dalla prima squadra che sta per essere ripescata in Serie D e con i 54mila euro raccolti con il crowdfunding dei suoi tifosi potrà iscriversi al prossimo campionato. Una stagione da incorniciare quella appena disputata dai biancoblu di mister Andrea Bussone che hanno conquistato la Coppa Italia dell’Eccellenza e per la seconda volta consecutiva il riconoscimento della Coppa Disciplina come squadra più corretta del Lazio. Correttezza e talento da sette anni sempre in campo. “In questi anni siamo riusciti a lanciare 5 nostri ragazzi nel calcio professionistico sempre a titolo gratuito – dice con orgoglio il presidente Monnanni - . Pablo Vitali, un 2002 ora al Pontedera in C, Alessandro Silvestro al Foggia, che ha vinto anche il campionato Primavera dell’Inter. Diego Gambale, è un ’98 che gioca nel Pineto in C, così come Sebastiano Svidercoschi appena passato all’Albinoleffe. Infine Aimone Calì, classe 1997, di Trastevere, alias il “Duca del gol”: è venuto da noi subito dopo il sequestro della società ed è diventato il simbolo del Montespaccato Savoia oltre che l’eroe della nostra graphic novel che viene distribuita ai tifosi. Calì da qui è passato all’Atalanta che lo ha girato al Catanzaro e quest’anno è salito in C con il Guidonia”.
Ma non c’è solo il calcio maschile. La formazione femminile del Montespaccato è al suo terzo anno di vita con tre campionati di C alle spalle e una compagine juniores in fase di maturazione. Il futuro? E’ rappresentato dai 400 giovanissimi iscritti alla scuola calcio. Tutti per uno, uno per tutti come sancito dai “patti di responsabilità” che prevedono attività fuori dal campo da gioco. “Il nostro club infatti collabora con il Municipio, la parrocchia e il gruppo scout e alcuni enti no profit con attività di volontariato – spiega il presidente Monnanni-. Combattiamo l’abbandono scolastico e ci adoperiamo per il completamento del ciclo di studi anche con iter universitari in collaborazione con la Luiss di Roma. Infine ci sono i progetti di lavoro personalizzato, come ad esempio il ruolo di trainer nella “Palestra della legalità”, altro bene immobile confiscato al clan Spada, a Ostia”. Il Montespaccato entra a gamba tesa sulla malavita che nell’agosto dello scorso anno ha reagito duramente devastando l’impianto sportivo Don Pino Puglisi e causando danni per almeno 20mila euro. Ma niente paura, qui sono abituati a rialzarsi immediatamente e a rimettersi a correre.
“Il nostro patto di quartiere ci ha permesso di realizzare una sorta di “modello Caivano” ante litteram. Un movimento che è partito dal basso e ha garantito la continuità operativa, conquistando la credibilità delle istituzioni che ci hanno concesso il finanziamento del bando sport e le periferie – prosegue Monnanni - . Dal vicariato abbiamo ottenuto l’altro campo sotto al Don Puglisi, il Fogaccia, un terreno abbandonato che è stato selezionato dallo studio dell’architetto e senatore a vita Renzo Piano per un progetto di “rammendo urbano. La presentazione del progetto è fissata per il 31 luglio alla Fondazione Piano e il recupero dell’impianto sportivo prevede una piccola piazza che ricongiungerà il quartiere alla riserva di Acquafredda”. Calcio, legalità e massimo rispetto per l’ambiente. E proprio Lega Ambiente ha collaborato alla realizzazione di un murales all’interno del Don Puglisi, mentre un altro dedicato a tre vittime della violenza negli stadi campeggia nell’unico giardino del quartiere: i tifosi laziali Vincenzo Paparelli (“Angelo Paparelli, suo fratello vive ancora a Montespaccato ed è il nostro socio tessera n.1”) e Gabriele Sandri e il romanista Antonio De Falchi. Difronte a una simile realtà così esemplare, impossibile non unirsi al coro: avanti Savoia, daje Montespaccato!

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