Il sogno di Rimet, l'ideatore cattolico dei Mondiali di calcio

Arriva in Italia la storia ufficiale della Coppa del Mondo, il torneo lanciato nel 1928 dal dirigente francese ammiratore della Rerum novarum di Leone XIII
October 11, 2025
Il sogno di Rimet, l'ideatore cattolico dei Mondiali di calcio
Il dirigente francese Jules Rimet (1873-1956), presidente della Fifa dal 1921 al 1954, ideatore della Coppa del Mondo di calcio
C’è un solo trofeo in grado di mandare il mondo nel pallone. È il Mondiale di calcio, capace ogni quattro anni di incollare davanti agli schermi miliardi di telespettatori, oltre cinque nell’ultima edizione in Qatar. Da quasi cent’anni (la prima volta si giocò in Uruguay nel 1930) un torneo che è entrato anche nelle nostre vite. Tutti infatti ricordiamo dove eravamo quando Tardelli esultò con quell’urlo liberatorio o l’istante in cui Cannavaro alzò la Coppa sotto il cielo di Berlino. Così come non possiamo dimenticare la corsa felice di Grosso o il pianto di Baresi, il rigore alle stelle di Baggio o gli occhi magnetici di Schillaci. Gioia e dolore per un sogno che ha un nome e un cognome: Jules Rimet, il dirigente francese che ideò il campionato mondiale. La Federazione internazionale gli rende omaggio adesso anche con una pubblicazione monumentale: Coppa del Mondo Fifa. La storia ufficiale, che dal 21 ottobre arriva in Italia grazie a Magazzini Salani (pagine 336, euro 39,90). Un libro da collezione sebbene in continuo aggiornamento, corredato da fotografie iconiche e le gesta leggendarie di tutti i campioni che hanno reso unica questa competizione. Alla fine è come sfogliare un album di famiglia in cui rimembrare momenti in ogni caso indelebili della propria esistenza. Non senza rimpianti per le ultime due edizioni mancate dall’Italia e il rinnovato timore per il complicato cammino che attende la Nazionale di Gattuso per qualificarsi al Mondiale dell’anno prossimo in Canada, Messico e Stati Uniti. Sembriamo vittima di una maledizione: l’ultima partecipazione italiana risale al 2014. Ci sono bambini diventati oggi quasi adolescenti che non hanno mai visto gli azzurri al Mondiale. Abbastanza frustrante per un Paese che nell’albo d’oro è secondo (a 4 titoli con la Germania) soltanto ai pentacampioni del Brasile.
Tutto cominciò proprio con l’attivismo di quel vulcanico avvocato francese di origini modeste. Jules Rimet era nato il 14 ottobre del 1873 nel piccolo comune di Theuley in Borgogna. Figlio di un droghiere, primo di quattro fratelli, Jules crebbe col nonno, un contadino. Studente rigoroso e diligente si laureò presto in giurisprudenza. Nel 1904 firmò l’atto costitutivo della Federazione internazionale del calcio (Fifa) di cui divenne presidente nel 1921. Dedicò tutti i suoi sforzi per risolvere l’annosa questione del superamento del dilettantismo e della professionalizzazione dei giocatori. Aveva capito che solo la retribuzione poteva consentire a tutti, non solo ai benestanti, la pratica di questo sport: le classi popolari infatti ne erano escluse. E gli operai calciatori rischiavano lo stipendio per le assenze dettate da partite e trasferte. La Fifa riconosce che Rimet comprese meglio di chiunque altro i tempi in cui viveva e sotto la sua presidenza nel 1928 verrà lanciata l’organizzazione di una competizione mondiale che dal 1930 in poi si sarebbe tenuta ogni quattro anni.
Peccato però che nemmeno la Federazione internazionale ricordi come questa intuizione geniale e l’impegno di Rimet derivassero della sua fede cattolica. Il piccolo Jules, già chierichetto della chiesa del suo villaggio, a 10 anni seguì i suoi genitori in cerca di miglior fortuna a Parigi e lì nella parrocchia del quartiere Gros-Caillou scoprì il calcio. Non tanto per praticarlo quanto per il suo valore educativo e inclusivo. Credeva fermamente che lo sport potesse unire le persone, al di là delle condizioni economiche, fisiche o razziali. A 24 anni fondò la polisportiva Red Star: ciclismo, atletica e calcio per tutti i giovani, anche i più svantaggiati. Secondo il Catholic Herald, quando papa Leone XIII pubblicò la sua enciclica Rerum novarum nel 1891, il giovane Rimet e i suoi amici condivisero la preoccupazione del papa per la miseria delle classi lavoratrici. Ispirati dal testo, fondarono un’organizzazione per fornire assistenza sociale e medica ai poveri. Anche dopo essere diventato un avvocato di successo, Rimet continuò a dedicarsi ad attività caritatevoli. Da fervente cattolico e convinto repubblicano e socialista aveva fondato anche La Revue, un giornale cristiano. Era tentato dalla politica ma alla fine scelse di concentrarsi sullo sport: «Gli uomini potranno riunirsi con fiducia senza odio nei loro cuori e senza insulti sulle loro labbra». L’idea di dar vita a un torneo internazionale di calcio gli frullava in testa ben prima di diventare presidente. Ma lo scoppio della Prima guerra mondiale ritardò i suoi piani. Rimet prestò servizio anche in prima linea per quattro anni e gli fu conferita la Croix de Guerre, una decorazione militare francese conferita a coloro che si erano distinti per eroismo. Dopo il conflitto poté finalmente dedicarsi anima e corpo al pallone marchiandolo per sempre. A lungo il Mondiale prese il suo nome, come pure il pregevole trofeo alato dello scultore Lafleur che venne assegnato sin dalla prima edizione in Uruguay nel 1930. Fu Rimet in persona a portarlo con sé sulla nave che accompagnò le squadre europee in Sud America. Poi dal 1970 fu sostituito dall’attuale trofeo progettato dall’artista italiano Silvio Gazzaniga. Jules Rimet rimase in carica per 33 anni, il mandato più lungo nella storia dell’istituzione. Morì il 15 ottobre 1956 a Suresnes, poco dopo essere stato candidato al Premio Nobel per la Pace, poiché il suo lavoro contribuì ad avvicinare le nazioni in un periodo sconvolto da due guerre mondiali e dall’inizio della Guerra Fredda. Il suo sogno si può oggi toccare con mano anche nel sorprendente Fifa Museum che sorge nel cuore di Zurigo (autore anche della pubblicazione edita in Italia da Magazzini Salani). Tre piani con più di 1000 oggetti: palloni, poster e magliette. Oltre a 60 schermi che mostrano più di 500 filmati, postazioni interattive, giochi e una delle più grandi collezioni di libri sul calcio (oltre 10mila). Per rivivere la storia di una Coppa e delle sue notti magiche, un torneo che unisce i continenti e va oltre il calcio e lo sport portando la firma del suo impavido visionario, Jules Rimet.

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