Luca Carboni, il fisico bestiale della musica pop

Il cantautore bolognese incanta il Forum di Assago con un concerto a cui hanno partecipato gli amici Jovanotti, Cremonini e Elisa
November 12, 2025
Luca Carboni, il fisico bestiale della musica pop
Il cantautore bolognese Luca Carboni durante un momento del concerto al Forum di Assago / cortesia ufficio stampa
Il grande ritorno. Il grande abbraccio. Luca Carboni ha ritrovato il suo pubblico nella maniera più potente e memorabile. Martedì sera il Forum di Assago era tutto per lui, per la sua rinascita. Il primo concerto dopo il cancro ai polmoni diagnosticatogli nel 2022 e da cui è uscito l’anno scorso tornando in pubblico e alla vita. Aveva ricominciato come ospite in alcune serate di Cesare Cremonini, l’amico e concittadino che per primo lo ho riportato alla musica proponendogli di duettare l’anno scorso nel brano San Luca. «Un giorno Cesare mi ha chiamato e mi ha detto: “Ho una canzone che mi piacerebbe cantare con te”. Era San Luca. L’ho ascoltata in macchina – ha rievocato a fine concerto - e ho sentito che mi apparteneva. Io sono cresciuto sotto il santuario di San Luca, con la mia famiglia. Quella canzone era casa. E quando poi sono andato ospite del suo concerto a San Siro, la scorsa estate, ho capito che ero tornato a vivere». Perché Bologna è una regola anzitutto nell’amicizia. E Cesare non poteva certo mancare alla grande festa davanti ai quindicimila osannanti spettatori del Forum. Prima di lui sul palco era piombato Jovanotti e dopo anche Elisa. Un poker d’assi, con Carboni, che ha sancito la potenza dell’amicizia e della musica. Due ore e mezza di straordinario concerto, iniziato con l’emozione della rinascita e finito con l’apoteosi di Ci vuole un fisico bestiale. “Era da tanto tempo che non avevo questa quantità non solo di persone, ma di affetto addosso. – ha detto Carboni a fine concerto incontrando i giornalisti -. È una cosa molto toccante, ma soprattutto avevo paura di non reggere io perché mi è già successo altre volte che in un sussulto di agitazione, la respirazione non la riuscissi a gestire. Quindi avevo il terrore di dovere bloccare il concerto per fermarmi e per riprendere il fiato. Non è stato sempre semplice però pian piano questi giorni di prove sono stati un bell’allenamento e gli esercizi mi sono serviti per farmi sentire abbastanza pronto”. E intanto Luca Carboni non sbaglia un concerto. Meno che mai questo unicum, che alla fine tale non sarà visto che sono già state annunciate altre tre date, due a Bologna (sabato 24 gennaio e domenica 19 aprile) e una Roma, il 12 marzo al Palasport. «Avevo detto che se fossi tornato sul palco dopo tutto questo tempo avrei iniziato cantando Primavera», ha subito esordito entrando in scena. «La primavera è la rinascita, la bellezza di rinascere. Dopo quello che mi è successo, si può nascere un’altra volta». Ed è rinato anche il suo pubblico accompagnandolo nell’iconico ritornello “RioAriO” che è anche il titolo del concerto e lo è stato della mostra di un anno fa a Bologna che aveva costituto il suo ufficiale ritorno in scena. Che ora si è concretizzato e compiuto in musica e in concerto. «Avevo paura di farlo. Mi hanno convinto i miei collaboratori. La malattia mi ha portato in una dimensione nuova, non per forza negativa, ma più distaccata da certe logiche: il marketing, la promozione, gli orpelli. Mi interessava fare qualcosa di vero». E così è stato l’evento epico del Forum. Un unicum. Come i concerti di Guccini, evoca, che ogni volta erano diversi dal precedente. Ma c’è stata anche la paura, “di non farcela, di non sapere se avrei retto”. Alla fine sono state due ore e mezza di gioia, di commozione, di abbraccio corale. Una serata che non può però far dimenticare ciò che Carboni ha vissuto. “Al primo impatto è stato molto drammatico – ricorda a fine show - perché non mi avevano quasi dato speranza. Però ho dovuto reagire nello stesso tempo, avendo avuto poi la possibilità invece di uscirne e adesso mi sento comunque diverso”. Luca lo stesso. Forever, come il titolo del suo secondo album 40 anni fa esatti. Adesso invece Carboni sta lavorando a un libro sui luoghi che hanno segnato la sua storia: «La mia casa al piano terra, la camerina che dava sulla fermata dell’autobus 13. La Trattoria Vito, dove è nata la mia storia musicale. I cortili dove giocavo da bambino, la casa della mia maestra di piano, il mare della mia infanzia» svela nel backstage. Quel mare che, crescendo, è diventato anche il mare dell’Elba, dove è nata Mare Mare cantata in modo travolgente con Jova, Cesare ed Elisa.
 

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