venerdì 26 gennaio 2024
L'azzurro supera per la terza volta in tre mesi il n. 1 del mondo. La prima sul serbo in un Major. Così Sinner diventa il primo italiano in finale agli Australian Open. Se la vedrà con Medvedev
Sinner al momento della vittoria su Djokovic

Sinner al momento della vittoria su Djokovic - Reuters

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La rivoluzione è compiuta. Sinner ha battuto in semifinale il re degli Australian Open, sua maestà Novak Djokovic. 6-1 6-2 6-7 6-3 il punteggio a favore dell’italiano. Jannik, dopo aver sprecato un match point nel terzo set, ha chiuso con freddezza nel quarto, dominando il serbo per quasi tutta la partita e non concedendogli neanche una palla break. Domenica giocherà la sua prima finale contro il russo Daniil Medvedev, che ha piegato il tedesco Alexander Zverev dopo una clamorosa rimonta. Sotto di due set ha vinto al quinto (5-7 3-6 7-6 7-6 6-3).

A Melbourne Djokovic non aveva mai perso una semifinale. Nessuno era mai riuscito nell’impresa di batterlo a questo punto del torneo. Neanche Roger Federer, uscito sconfitto in tutte e quattro le volte con un solo set vinto. Inoltre, Nole nelle ultime 5 semifinali in Australia aveva perso solo un set in 5 partite. Non perdeva una partita dal 2018 in questo Slam. Numeri impressionanti, tutti spazzati via da Sinner.

Jannik inizia la partita alla grande. Sembra subito in palla, a differenza di un Djokovic irriconoscibile. Falloso, anche con il rovescio, colpo che di solito potrebbe giocare anche bendato. Ma è soprattutto la percentuale di prime, addirittura sotto il cinquanta per cento, a fare la differenza in negativo per Nole. L’italiano ha invece le idee chiare: mantenere il ritmo alto e non dare la possibilità al serbo di manovrare. Jannik mette subito la testa avanti in apertura con un break nel secondo game. Rovescio lungo linea ad aprirsi il campo, dritto d’attacco e chiusura con lo schiaffo al volo. Da manuale del tennis, parafrasando José Altafini. Break confermato poi nel game successivo dove Jannik sigla il 3-0. Nel sesto game c'è il doppio allungo. Grazie a un errore gratuito di Djokovic con il rovescio arriva il secondo break. Dopo appena mezzora Sinner chiude il set per 6-1.

Nel secondo set la musica non cambia. Djokovic continua a sbagliare, sia di dritto, sia di rovescio, letteralmente investito dai colpi di Sinner, che lo mette all’angolo senza pietà e con una facilità disarmante. Arrivano subito due palle break nel terzo game. Ed è ancora un rovescio sbagliato di Nole a regalare il primo vantaggio a Sinner, stavolta, però, propiziato da una risposta anticipata dell’altoatesino. Colpo che gli permette di aggredire Djokovic fin dall'inizio dello scambio. Djokovic fino adesso sembra un cane bastonato, anche il linguaggio del corpo non promette bene. E un errore di dritto, l’ennesimo, porta Sinner sul 5-2. Poi, una prima piatta sul rovescio del serbo e una grande uscita dal servizio con un dritto incrociato lanciano l’italiano in vantaggio di due set.

Nel terzo, Djokovic comincia ad alzare i giri, ma Sinner tiene, nonostante una percentuale di prime più bassa e qualche errore in più. Nole sale 5-4 e Jannik si ritrova ad affrontare il primo vero momento difficile della partita: servire per rimanere nel set. Il game inizia con un errore di dritto a rete, ma finisce con una seconda palla profonda che propizia l’errore di Nole. Si ritorna in parità sul 5-5, con Djokovic che vince il game successivo dopo una piccola interruzione del gioco dovuta a un malore di uno spettatore. 6-5 per il serbo e Sinner ancora costretto a tenere il servizio per rimanere ancorato al set. Jannik non trema e con uno smash andando all’indietro porta la partita al tiebreak, dove Sinner spreca il matchpoint mandando un dritto a rete e Djokovic prolunga la partita.

All’inizio del quarto set Sinner sembra meno brillante. Ma nel quarto game compie un piccolo capolavoro. Rimonta da 0/40 e breakka Djokovic. Bellissimo il cambio di ritmo con il rovescio in slice che manda fuori giri il rovescio dell’avversario. E grazie a una seconda palla vicinissima alla riga si porta sul 4-1. Sul 5-3 si ritrova in mano la possibilità di chiudere la partita. E ottiene un nuovo matchpoint, esattamente 55 minuti dopo l’altro, ma stavolta non se lo fa sfuggire.

È storia. Appuntamento a domenica per provare a scrivere la pagina più bella. Senza dimenticare che domani, sabato 27 gennaio, anche nella finale del doppio ci saranno due italiani: Simone Bolelli e Andrea Vavassori.

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