sabato 18 febbraio 2023
Il cantante sulle polemiche su Rosa Chemical: "C'è un affollamento di miei sosia. Il problema sono coloro che mandano sul palco artisti senza preparazione". Dal 7 marzo tour nei palasport
Renato Zero pronto per il nuovo tour "Zero a zero"

Renato Zero pronto per il nuovo tour "Zero a zero" - Foto di Roberto Rocco

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«La provocazione di Rosa Chemical a Sanremo? Ogni giorno sui social vado scoprendo un numero di miei sosia abnorme, c’è un affollamento. Ma l’originale vince sempre». Renato Zero con la sua ineffabile ironia e con la saggezza che gli deriva di suoi 72 anni riesce a ridare subito le giuste proporzioni al fenomeno mediatico del momento (fattosi notare per baci e gesti erotici sul palco dell’Ariston), ricordando che l’arte è ben altra cosa.

Cosa che si vedrà nella lunga nuova tournée che arriva sulla scia dei festeggiamenti al Circo Massimo, dove lo scorso autunno l’artista romano ha celebrato i 70 anni e i 55 di carriera con sei concerti-evento tutti sold out da oltre 100.000 spettatori. Zero è pronto a fare i conti con se stesso davanti al pubblico con la nuova avventura live Zero a Zero – Un sfida in musica, la tournée nei palasport prodotta da Tattica e in partenza da Firenze il 7 marzo per poi toccare Conegliano, Torino, Mantova, Bologna, Pesaro, Milano, Livorno, Eboli, Roma.

Che, per tornare al titolo del tour, mette a confronto il Renato Zero artista, con i suoi look flamboyant e i suoi brani che hanno fatto la storia, con il Renato Zero privato «quello che va in mezzo alla gente, anche al supermercato per confrontarsi e raccogliere storie. Per questo nuovo spettacolo ho guardato dentro di me per cercare se c’è qualcosa che non ho detto, faccio un po’ d’ordine nella coscienza in un’Italia che si sta perdendo. «Non voglio essere un cantante ma un interprete di vita, sentimenti, disagi e amicizia»aggiunge Zero che domani sera sarà ospite di Fabio fazio a Che tempo che fa su Rai 3.

Ed è questo che forse dovrebbero capire i giovani artisti che usano “stratagemmi” per apparire , come li definisce il buon Renato. «Non è colpa di Rosa Chemical, io assolvo questi ragazzi che non riescono a trovare la loro identità  - spiega -. E’ colpa di chi pensa che la musica sia una velleità, un mestiere improvvisato e che non rappresenti un lavoro duraturo. La formazione della personalità di un artista alla mia epoca era facilitata da un drappello di professionisti (assistenti, musicisti, autori, manager, discografici) che ti consigliavano. Quei signori hanno trovato a gente come me e Baglioni una identità e una strada da percorrere. Invece ora i giovani vengono mandati allo sbaraglio, mandano in scena persone che non hanno quella preparazione. Io, invece, ho conosciuto ogni tipo di verdura perché me le lanciavano quando cantavo Il triangolo» sorride l’artista.

E poi, precisa il Renato privato che «quella trasgressione che mi è stata imputata l’ho accettata come abito da lavoro, Io ho preso in giro il triangolo, si trattava di elucubrazioni divertenti, dove ti prendi una licenza per sorridere. Ma la mia missione è il Cielo, non è il triangolo, io punto più in alto».

Per venire al tour, Renato Zero ha riscritto tutto lo spettacolo, dove proporrà i suoi grandi successi ma anche degli inediti «che spero di pubblicare». Una dedica speciale per questo tour Zero la fa agli amici che non ci son più, «ad Alberto Radius, un talento talora aggressivo, alla mia corista Claudia Arbati e a Vittorio De Scalzi che mi sarei aspettato venisse ricordato a Sanremo, ma evidentemente qualcuno si è dimenticato». A proposito di Sanremo Zero, che durante la finalissima è apparso ospite di C’è posta per te di Maria de Filippi su Canale 5, ammette di essere stato invitato da Amadeus come superospite, «ma era troppo impegnativo da organizzare in questo momento, magari accetterò un altr’anno. Per questo ho scelto di andare da Maria De Filippi, anche se il fatto che Mediaset abbia deciso di mandarmi in trincea lo trovo un po’ fuori posto».

Un pensiero affettuoso poi a Loredana Berté, cui dichiara però tutto il suo affetto. «Non ho mai smesso di amare Loredana Berté, ma da quando non frequento più lei come prima è migliorata tanto, e col fatto che non sto a difenderla, lo fa da sola. Evidentemente dobbiamo continuare ad amarci a distanza e a mantenente fede alla promessa di non lasciarci mai perché il cuore sa dove andare».

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