mercoledì 29 aprile 2009
Il ciclista trentasettenne, fresco vincitore della Freccia Vallone e terzo alla Liegi-Bastogne-Liegi di domenica, è uno dei sei atleti positivi proprio ai nuovi test su 948 campioni dei quasi quattromila all'epoca dei Giochi analizzati. Immediata la sospensione del Coni.
COMMENTA E CONDIVIDI
Aveva fatto sognare un'intera nazione, non solo quella che vive di ciclismo, con uno sprint andato male, ma sino ad un certo punto. Perché un argento olimpico è sempre un risultato di prestigio da raccontare, con orgoglio, un giorno, ai nipotini. Lo scorso 9 agosto, poi, Davide Rebellin compiva 37 anni, un'età non da poco anche per chi va in bici. Sul traguardo posto sulla Muraglia cinese, lo aveva battuto solo un basco, Samuel Sanchez. Rammarico, certo, ma tanta soddisfazione. E dichiarazioni a caldo che non lasciavano adito a dubbi: la sua era una medaglia pulita, da contrapporre alle "furbizie" di Riccardo Riccò, a quei tempi sulle prime pagine dei giornali per la positività al Cera riscontrata al Tour. Il vicentino passato quest'anno alla Diquigiovanni, la multinazionale del pedale sotto l'egida di Gianni Savio, è invece uno dei sei atleti positivi proprio all'Epo di terza generazione che il Cio ha messo con le spalle al muro dopo nuovi test su 948 campioni dei quasi quattromila all'epoca dei Giochi analizzati. Il nome di Rebellin, fresco vincitore della Freccia Vallone e terzo alla Liegi-Bastogne-Liegi di domenica,è l'unico ad uscire fuori: per gli altri si fanno solo delle ipotesi, anche se pare quasi certo che dall'atletica leggera ne proverrebbero tre (tra cui una medaglia d'oro), dal ciclismo due (Rebellin incluso) e dai pesi uno. Una nuova sconfitta, pesante, per lo sport in generale ed il ciclismo in particolare, che si vede tradito da uno dei suoi campioni più longevi, un esempio di professionalità mai messo in discussione. Dice Marzio Bruseghin, uno dei cinque azzurri selezionati dal ct Ballerini per Pechino (assieme a Nibali, Pellizotti, Bettini e ovviamente Rebellin): "Finché tutto non sarà ben chiarito, mi avvalgo della facoltà di non crederci. Ho tanta fiducia in lui, come uomo e corridore che anche fosse vero, mi sembrerebbe impossibile. Davide è una persona di grande nobiltà, correttezza ed intelligenza, con una carriera lunga trent'anni, perchè vinceva sin da bambino. Mi sembra una cosa impossibile".La sospensione del Coni. Ma proprio stamane il presidente del Coni, Giovanni Petrucci, ha provveduto a sospendere con effetto immediato Davide Rebellin dal Club Olimpico.  Il Coni in una nota "ribadisce la propria linea di assoluta fermezza e condanna per le pratiche di doping, che oltre a porsi in contrasto con la normativa Antidoping dettata dagli Enti preposti, viola altresì precetti normativi dettati dal Legislatore italiano configurandosi quale fattispecie di reato". Il Comitato olimpico nazionale "sottolinea anche che l'episodio contestato, se definitivamente accertato, appare altamente lesivo del Coni, Ente preposto alla tutela, alla salvaguardia e allo sviluppo dello sport quale bene nazionale, incidendo inoltre negativamente sugli effetti emulativi che la massa degli sportivi subisce dall'esempio degli atleti olimpionici, sulla cultura dello sport, sull'immagine pubblica del Coni nonchè sulla stessa figura di tutti gli atleti italiani, e concorrendo a rendere più difficile l'opera di contrasto all'uso di sostanze e metodi proibiti - soprattutto tra le più giovani generazioni - che il CONI da molti anni ha intrapreso". "Per tali ragioni -conclude la nota- il Coni intende ricordare che porterà avanti ogni iniziativa, in tutte le competenti sedi, a livello penale e civile, a tutela dei diritti e degli interessi del Comitato Olimpico Nazionale nei confronti di quanti abbiano posto in essere condotte in violazione della normativa Antidoping".
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: