mercoledì 22 settembre 2010
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Cinque mesi: tanto è durata la vita di Sandra Mondaini senza il «suo» Raimondo, che l’aveva lasciata lo scorso 15 aprile. L’attrice, 79 anni, si è spenta ieri mattina, poco prima delle 13, all’ospedale San Raffaele di Milano, dove era ricoverata da una decina di giorni per una insufficienza respiratoria, un disturbo che l’aveva già colpita in passato e costretta al ricovero anche durante l’estate. Le mancava l’aria, così come le mancava Raimondo. Impossibile non andare con il pensiero alle immagini del funerale di lui, con lei sulla sedia a rotelle che, straziata dal dolore, gridava disperatamente il nome dell’uomo con il quale aveva condiviso cinquant’anni di amore, di lavoro, di vita. Come se Raimondo, sentendola, potesse tornare da un momento all’altro. Da quando il suo compagno se ne era andato, Sandra Mondaini era apparsa sempre più prostrata, al punto che molti si erano seriamente preoccupati per la sua salute. E al punto che ieri, appena si è diffusa (in un battibaleno) la notizia della sua scomparsa, la reazione quasi unanime di chi aveva conosciuto «I Vianello» è stata quella di pensare ad una coppia ricomposta, a due metà riunite, stavolta davvero indissolubilmente. Perché è così che gli amici e il pubblico li hanno sempre considerati: una coppia. Era stata lei stessa, qualche settimana dopo la morte del marito, a raccontare in un’intervista che parlava tutti i giorni con il suo Raimondo da quando se ne era andato, per raccontargli le sue giornate. Lui era lì, in quello che Pippo Baudo al funerale aveva definito «il Paradiso degli artisti» ed è lì che lei lo ha raggiunto dopo così poco tempo. Nata a Milano il 1° settembre 1931 (il padre Giacinto era pittore e umorista della rivista satirica «Il Bertoldo»), Sandra Mondaini aveva iniziato a recitare in teatro con Marcello Marchesi e, poi, nel 1955, era diventata una delle soubrette nella compagnia di rivista di Erminio Macario. Un mondo duro. Ogni volta che sbagliava, doveva pagare una multa salata. E lei, testarda, accettò. Sbagliò e pagò. Ogni giorno imparando un po’ di più e sbagliando un po’ di meno. Nel 1958 l’incontro che le cambiò la vita: quello con Raimondo Vianello, sposato quattro anni dopo. Da lì, l’inizio del lunghissimo sodalizio sentimentale e lavorativo, con titoli che sono entrati di diritto a far parte della storia della televisione: Sai che ti dico, Tante scuse, Di nuovo tante scuse (quello di «Tarzan, zan, zan»), Noi… no, Io e la Befana (all’interno di Domenica in, dove aveva interpretato per la prima volta il simpatico pagliaccio Sbirulino, diventato subito popolarissimo tra i bambini), Stasera niente di nuovo e, dopo il passaggio dalla Rai a Mediaset, Zig Zag, Sandra e Raimondo show e Casa Vianello, la sit-com con gli irresistibili sketch coniugali al grido di «Che noia, che barba, che noia», riproposti anche in Cascina Vianello e Crociera Vianello. Era stato proprio durante la presentazione alla stampa di quest’ultimo tv movie, nel dicembre 2008, che Sandra Mondaini aveva annunciato la volontà di ritirarsi dalla scene per motivi di una salute minata prima dal cancro (fortunatamente sconfitto) e, poi, dalla vasculite, la malattia dei vasi sanguigni che la costringeva sulla sedia a rotelle. Indimenticabile il suo impegno a favore della ricerca sul cancro. Per un curioso gioco del destino anche la malattia li aveva colpiti in coppia: prima Raimondo, poi Sandra. Entrambi erano guariti e lei aveva deciso di impegnarsi in prima persona nelle campagne di sensibilizzazione: «Non dite che sto male per il cancro, da quello si guarisce» aveva detto, rivelando ai giornalisti la malattia che la teneva inchiodata alla sedia a rotelle.  Era ricoverata da una decina di giorni, ma nessuno al di fuori degli intimi lo sapeva. Per quel poco che si è appreso mangiava pochissimo e beveva ancora meno. Se ne è andata in punta di piedi. A portarla via, però, è stata un altro male, anche quello purtroppo a volte incurabile: il dolore. La salma è stata composta nel pomeriggio nella camera mortuaria, sulla porta però è affisso un cartello: «Per desiderio del legale rappresentante della famiglia non sono permesse visite alla defunta se non il giorno previsto del Servizio Funebre». Ecco spiegato perchè durante l’intera giornata, non si sono viste persone dell’ambiente dello spettacolo in ospedale. La camera ardente sarà allestita negli studi televisivi Mediaset a Cologno Monzese oggi dalle 16 alle 20, mentre i funerali si svolgeranno giovedì alle 11 nella parrocchia Dio Padre di Milano 2.
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