giovedì 16 febbraio 2023
Il rapper bresciano arrivato terzo a Sanremo è il vincitore morale del Festival: in testa alle classifiche con la sua “Supereroi” inno di speranza dopo la depressione
Mr.Rain

Mr.Rain - Fotogramma

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Se c’è un vincitore morale della 73ma edizione del Festival di Sanremo è Mattia Balardi, alias Mr. Rain, il 31enne rapper di Desenzano del Garda (Brescia) che ha conquistato il terzo posto sul podio. L’artista multiplatino con all’attivo oltre 700 milioni di streaming, 13 dischi di platino e 5 oro, e autore di hit come Fiori di Chernobyl, Meteoriti e Ipernova ha conquistato, con Supereroi il grande pubblico. Le sue performance sul palco dell’Ariston insieme ad un coro di otto bambini, hanno emozionato e commosso tante generazioni, ed è la più vista del Festival con 14 milioni di visualizzazioni.

L’artista ha riscosso un successo sempre crescente che l’ha visto nel giro di pochi giorni ai vertici di tutte le classifiche di Spotify, Amazon, Apple e iTunes, oltre ad essere al numero 3 tra i singoli di debutto a livello globale e al numero 76 nella Global Chart di Spotify, tra i brani più ricercati su Spotify e tra i più popolari di TikTok, oltre che tra i pezzi più trasmessi dalle radio. Mr Rain sarà anche in tour (oramai quasi sold out) il via il 6 aprile a Firenze, per poi andare a Bari, Padova, Venaria Reale (To), Roma mentre si aggiunge una seconda data al Fabrique di Milano il 2 maggio. Parliamo con Mr.Rain, il rapper gentile, al suo rientro a casa a Milano dopo il trionfo sanremese.

Mattia, lei non se lo aspettava questo improvviso successo?

Sono appena arrivato a casa e ancora sono incredulo, è un sogno. L’Ariston era un palco che sognavo da tanto tempo, è stato un bellissimo viaggio.

Lei è stato inondato da messaggi di ringraziamento: nella sua ballata rasserenante si sono ritrovati in tanti e tutti la cantano.

Volevo dare un po’ di speranza, un piccolo contributo, proporre un inno a chiedere aiuto. Per me è stato fondamentale: io ho vissuto un periodo molto cupo, quando vivevo questa situazione pensavo di essere l’unica persona al mondo a soffrire. Nel momento in cui sono riuscito a fare il primo passo, a prescindere, è stata la vittoria più grande. Sapere che qualcuno possa usare Supereroi per aver più forza è una grande soddisfazione.

Anche altri artisti hanno portato la depressione sul palco di Sanremo, come Francesco Silvestre dei Modà e Levante.
È importante per gli artisti sensibilizzare su temi non molto trattati. Io, ad esempio fatto un discorso sulla sanità mentale al concertone del Primo maggio. E’ come se fosse la mia missione parlare di tutto quello vissuto, io ho sempre sognato che un po’ di artisti che parlassero di queste cose. Con la musica puoi muovere le montagne.

«Siamo angeli con un'ala soltanto e possiamo volare solo restando abbracciati » è una frase che fa parte anche di una poesia di don Tonino Bello, “Signore dammi un’ala di riserva”. Lei a chi si è ispirato?

E’ una frase che ho sempre sentito, l’ho sempre avuta nel cuore. Non saprei da dove mi arriva, di sicuro so che l’ho sentita da Luciano De Crescenzo in Così parlò Bellavista: è un’immagine molto universale. Per me è la figura che poteva rappresentare meglio la canzone e questo messaggio di speranza, rimanendo tutti uniti.

Qualcuno ha detto che il coro dei bambini è stata l’arma vincente che ha intenerito gli spettatori.

I cori dei bambini sono il mio tratto distintivo. Sin dal 2015 inserisco cori di voci bianche, come in Fiori da Chernobyl e Carillon. Sono sempre stato convinto che una cosa detta da un bimbo abbia un peso più grande. Inserisco il coro come amplificatore di questo messaggio: musicalmente amo molto il coro, sia di adulti sia di piccini, perché da un senso di unione.

Chi sono questi bambini?

Il coro che canta su disco è quello de “I mitici angioletti” diretto da Maria Francesca Polli. Gli altri sono dei bambini di Vallecrosia, vicino a Sanremo, Industrie Musicali “Choir” che ha trovato il mio manager Francesco Facchinetti. Con loro ho stretto un rapporto straordinario, abbiamo fatto squadra, e sarò sempre grato a questi otto supereroi che hanno dato volto e anima alla canzone e a me la forza di salire su quel palco.

Nel video ufficiale di “Supereroi” si vede Mr.Rain come un angelo abbattuto che si rialza da terra volando con un’ala sola verso una galassia insieme a tanti altri. Che significa?

Il video rappresento la persona in difficoltà e racconta il mio percorso. Ero l’unica persona che non riusciva a sollevarsi da terra, a non volare, alla fine ho ritrovato la luce grazie tutte le persone che mi sono state vicine, dai genitori alla mia ragazza, al il mio team che mi hanno dato questo coraggio e un aiuto per mostrarmi come sono. Le persone che volano rappresentano l’unione che mi ha salvato. Ho imparato a convivere con paure e insicurezze e accettarmi come sono.

Che rapporto ha con la spiritualità?

Da più piccolino ero credente, frequentavo l’oratorio e il mitico Grest estivo: anche questo mi ha formato, la mia storia è fatta da una serie di esperienze. Ora mi baso invece sulle persone che mi circondano e confido in loro con molta speranza e forza.

Quali sono i suoi prossimi impegni?

Supereoi è l’inizio di un grande viaggio, ci tenevo a salire su un palco portando questo mondo, la depressione, e il fatto di imparare a chiedere aiuto che è fondamentale per iniziare a ricostruirti. Ho sfruttato la musica per fare del bene e per dare il mio piccolo contributo. Leggendo le mail, i messaggi, i commenti a Superereoi, considero questa la vittoria piu grande. Quest’anno da inizio aprile partirò con un tour che si prolungherà verso fine anno e sto preparando un nuovo album, un disco importante e voglio dare il 7000 per cento.

Lei come si è avvicinato alla musica?

Mi sono avvicinato perché ho trovato nella scrittura un modo di esprimermi, essendo una persona molto chiusa e introversa. Ho fatto sempre fatica a raccontare come mi sento dentro. Ho trovato nella musica questa salvezza con cui potevo dire tutto quello che mi passava per la testa. La musica la uso come terapia per stare meglio. Da lì mi sono appassionato, ho imparato a suonare il piano e la chitarra. Ora sto imparando a suonare il violino, uno strumento che amo molto. Sono testardo e mi sono in messo in testa di studiarlo.

Ma è vero che lei scrive solo quando piove?

Io veramente, purtroppo, scrivo solo quando piove, non mi spiego come sia possibile: quando piove riesco a guardarmi da un’altra prospettiva, spero quindi in un bell’anno piovoso… (ride. ndr).

Gia diversi sacerdoti e comunità parrocchiali hanno apprezzato “Supereroi”. Le piacerebbe cantare per papa Francesco?

Sarebbe fighissimo!

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