venerdì 7 gennaio 2022
Il grande attore è scomparso a 94 anni. Tra i suoi film più celebri “Indovina chi viene a cena?” del ’67. Obama: «Incarnava la dignità e la grazia»
Sidney Poitier

Sidney Poitier - Reuters

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È stato il primo attore di colore a vincere un Oscar, nel 1964 (con il film I gigli nel campo). Basterebbe questo per fare entrare di diritto nella storia del cinema, e non solo, Sidney Poitier. La notizia della sua scomparsa, a 94 anni, è arrivata ieri riportata da alcuni media americani e confermata dal ministro degli Esteri delle Bahamas, Fred Mitchell, dove Poitier viveva (pur essendo nato a Miami, il 20 febbraio del 1927) e di cui era originaria la sua famiglia.

Attore, regista ma anche diplomatico, Sidney Poitier, protagonista del celeberrimo Indovina chi viene a cena con Katharine Hepburn e Spencer Tracy, oltre ad aver infranto da attore e cineasta la barriera della questione razziale nell’industria hollywoodiana dei sogni, fu anche per dieci anni (dal 1997 al 2007) ambasciatore delle Bahamas in Giappone.

Alla morte di Kirk Douglas nel 2020, era rimasto tra i pochi sopravvissuti dell’epoca d’oro di Hollywood e il più vecchio vincitore sopravvissuto di un Academy Award.

Sfruttando la scia aperta da Poitier nella Hollywood “bianca” degli anni 50 e 60, anno dopo anno, poco alla volta, scalfendo muri e ancestrali ritrosie, sempre più attori neri sono diventati grandi protagonisti dello schermo. Morgan Freeman è addirittura salito più di una volta alla Casa Bianca: in Deep Impact, film del 1998, ha anche in qualche modo anticipato l’elezione del primo presidente nero della storia degli Stati Uniti, Barack Obama. Denzel Washington si è affermato come uno degli eroi più coraggiosi del grande schermo in una lunga fila di titoli. Quanto a Samuel Jackson, circolava persino la battuta «se in un film vedi un nero, è lui».

E il grande pubblico negli anni si è potuto identificare anche nel maestoso Laurence Fishburne della saga Matrix, nel bravissimo Forest Whitaker, nel muscolare Wesley Snipes. Così come in attori come Jamie Foxx, l’imponente Idris Elba (alfiere del black power) e lo sfortunato Chadwick Boseman che Time aveva indicato nel 2018 come una delle cento persone più influenti del pianeta e che, se non fosse scomparso così prematuramente, avrebbe probabilmente avuto una grande carriera.

Dopo un’esperienza nell’Esercito Usa, in un reparto sanitario per pazienti psichiatrici durante la Seconda guerra mondiale (mentendo sull’età per poter essere arruolato), Poitier lavorò anche come lavapiatti, prima di superare un provino ed essere ammesso all’American Negro Theatre. Quindi, la sua carriera di attore di cinema, consacrata appunto dall’Oscar nel 1964 per l’interpetazione del film I gigli del campo diretto dal regista Ralph Nelson, che gli valse anche il Golden Globe. Fra i suoi film di maggiore successo, anche La calda notte dell’ispettore Tibbs, Indovina chi viene a cena?, La vita corre sul filo, Sulle tracce dell’assassino, Nikita< e The Jackal. Vent’anni fa, nel 2002, gli era stato assegnato anche il Premio Oscar alla carriera.

Tante le reazioni alla notizie della scomparsa del grande attore e regista di una decina di film. Il primo a far sentire la propria voce è stato l’ex presidente americano Barack Obama per il quale Sidney Poitier «incarnava la dignità e la grazia» e aveva «un talento singolare». Obama, su Twitter, ha scritto quindi che Poitier, «attraverso i suoi ruoli innovativi», ha rivelato «il potere dei film di avvicinarci» e «ha aperto le porte a una generazione di attori».

Su Twitter anche Oprah Winfrey, tra le più celebri conduttrici televisive statunitensi, ha reso omaggio alla star scrivendo: «Per me il più grande dei “Grandi Alberi” è caduto», aggiungendo che l’attore «aveva un’anima enorme che amerò per sempre». Anche il primo ministro delle Bahamas, Philip Davis, durante una diretta Facebook, ha ricordato Poitier. «Siamo addolorati – ha detto –. Ma anche se siamo in lutto, celebriamo la vita di un grande bahamiano. La sua forza di carattere, la sua volontà hanno lasciato una traccia indelebile e sono state la bussola del viaggio della sua vita». Quindi ha ricordato il ragazzo Poitier cresciuto alle Bahamas in una fattoria dove si coltivavano pomodori prima di spostarsi negli Usa e fare il cameriere: «È stato un giovane che non solo ha imparato da solo a leggere e scrivere, ma ha anche reso l’espressione delle parole e dei pensieri e dei sentimenti centrale nella sua carriera».

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