Un secolo di sfide per la casa editrice Morcelliana

Oggi a Brescia un convegno celebra il primo secolo della casa editrice cattolica fondata da Minelli e Capretti tra storia, protagonisti, libri, riviste e qualche occasione mancata
September 24, 2025
Un secolo di sfide per la casa editrice Morcelliana
- | Il logo del centenario di Morcelliana
“Morcelliana 1925-2025: 100 anni di editoria cattolica”, questo il titolo del convegno che si apre oggi a Brescia – a partire dalle 14.30 presso l’Università Cattolica - con l’intento di analizzare storia, protagonisti, libri e riviste (comprese le occasioni mancate) della casa editrice voluta un secolo fa, sulle macerie della “grande guerra”, da alcuni amici laici e religiosi. In primis Fausto Minelli e Alessandro Capretti - i fondatori - ai quali si aggiunsero subito gli oratoriani Giulio Bevilacqua, Carlo Manziana, Giuseppe Cottinelli, nonché Mario Bendiscioli e Giovanni Battista Montini allora minutante presso la Segreteria di Stato e assistente ecclesiastico della Fuci. Una scelta coraggiosa e responsabile - la loro - finalizzata a superare la paralisi causata dallo sconvolgimento bellico e dalla stessa crisi modernista, volta a rinnovare la cultura cattolica e a renderla capace di dialogare con la modernità, in forme adeguate alle esigenze del tempo.
Come? Nel primo ventennio di attività, pur segnato dal fascismo, ed oltre, almeno in due modi, corrispondenti a due linee diverse, ma pur convissute a lungo. Quella propugnata da Bendiscioli e fatta di scelte editoriali tese a sprovincializzare la cultura cattolica italiana, a tradurre, cominciando da Romano Guardini e dall’ambiente tedesco che negli anni ’20 aveva già conosciuto la sua Katholische Renaissance. E quella pure in dialogo con il pensiero internazionale, ma più apparentabile ad un’apologetica rinnovata, che doveva tener alta l’indagine storica e letteraria, risollevare erudizione e filologia, sostenuta da don Giuseppe de Luca. In entrambi comunque la consapevolezza di dover calare nel presente il messaggio cristiano e la sua vitalità espressa anche nella dottrina, nella liturgia, nella teologia, nell’esegesi biblica, nella pietà.
Un impegno mantenuto in tutte le fasi attraversate in cent’anni. Cinque quelle indicate dall’attuale direttore editoriale della Morcelliana, Ilario Bertoletti, nel saggio che apre la nuova edizione del catalogo storico curato da Daria Gabusi e Paolo Terzi, dove - in sintonia con il testo del compianto Massimo Marcocchi - sottolinea subito aspetti quali l’opposizione all’egemonia del regime, nonché la ricezione delle istanze costitutive del moderno, libertà di coscienza compresa.
Cinque fasi di una editrice che - costruita un’identità dialettica nel segno della complexio oppositorum, tale da includere nel catalogo letture antitetiche della tradizione cattolica - ha poi seguito più direttrici. Ripercorrendo quest’avventura ecco dunque la fase dagli anni della ricostruzione democratica - dal secondo dopoguerra alla fine degli anni ’50 - dove spiccano lo scavo sulle origini del Moderno con la Storia del Concilio di Trento di Hubert Jedin, come pure la traduzione del Diario di Kierkegaard curata da Cornelio Fabro, ideatore insieme a Giuseppe Scarpat della “Biblioteca di scienze religiose”, oltre a non pochi saggi teologici punto di riferimento del dibattito preconciliare. Ecco poi la fase del Vaticano II e del post Concilio sino alla fine degli anni ’70, con la direzione di Stefano Minelli (durata dal 1961 al 2001) affiancato da Giulio Colombi e Guido Stella: è quella che vide la pubblicazione di volumi sulla svolta conciliare, l’ecumenismo, il dialogo, la pace; l’enciclopedia teologica Sacramentum mundi e testi di Rahner, von Balthasar, Ratzinger, Barth, Bonhoeffer, Pannenberg, oltre alla saggistica di storia contemporanea affidata a Gabriele De Rosa, presenza significativa in questo settore insieme a quella di Giacomo Martina. Senza dimenticare i saggi di Jacques Maritain (tradotto da Montini per Morcelliana già nel 1928). Conclusasi questa tappa l’attenzione alle scienze umane e al ruolo delle religioni nel tempo della secolarizzazione, già evidente a metà anni ’70, è continuata sino al cambio del millennio. Con la traduzione di scritti di Mauss, Mircea Eliade, Ricoeur, Robert Bellah...; con una programmazione editoriale sempre più aperta ad altre fedi (da ricordare la collana di ebraismo “Shalom” di Paolo De Benedetti, ispiratore poi del “Pellicano Rosso”) e a voci laiche. Pur avvertendosi al contempo il bisogno di rivisitare la stessa storia del cristianesimo con collane di letteratura cristiana antica, teologia, scienze delle religioni. Contemporaneamente le riviste della Morcelliana (come “Humanitas” ed “Hermeneutica”), grazie a importanti contributi (leggasi Giovanni Moretto, Bruno Forte, Aldo Natale Terrin…) s’inserivano pienamente nel dibattito contemporaneo.
E il quinto e ultimo tratto di questa vicenda centenaria? Secondo Bertoletti si sovrappone all’ultimo quarto di secolo, con l’avvento dell’età post-secolare. E qui siamo alla cronaca più che alla storia. Cronaca di un pluralismo mai sincretista della ricerca, di una rete di collaborazioni autorevoli, di riviste di respiro internazionale; lasciando spazio a riproposte di classici (anche di letteratura). Tornando all’appuntamento odierno, il convegno sarà scandito da tre sessioni. Nella prima dopo saluti del presidente dell’editrice Francesca Bazoli e del sindaco di Brescia Laura Castelletti, si svolgeranno le relazioni introduttive di Andrea Riccardi sul rapporto fra cattolicesimo e cultura nel ’900 e di Bertoletti sulle idee che hanno orientato l’attività della Morcelliana, A seguire ci sarà una carrellata sui protagonisti, autori e temi al centro della fucina editoriale. E qui Fulvio De Giorgi, Silvano Zucal, Daniele Menozzi, Giovanni Filoramo, Claudio Moreschini, Enrico Norelli, Giacomo Canobbio, si soffermeranno sui fondatori, i collaboratori storici come Bendiscioli e De Luca, l’autore più rappresentativo dell’editrice ovvero Guardini; quindi passeranno ad analizzare indirizzi e opere che hanno alimentato le collane di storia della Chiesa, scienze delle religioni, patristica, teologia. La terza sessione dal passato arriverà al presente abbozzando “idee per il futuro”. Sara Bignotti parlerà delle collane di estetica della Morcelliana; Andrea Aguti delle prospettive nell’ambito della filosofia della religione; Daria Gabusi del catalogo storico; Alessandro Saggioro dei prossimi studi sulle religioni; Luciano Bossina di quelli circa l’esegesi biblica; mentre Tessa Canella concluderà con un intervento sulla storia del cristianesimo e le donne. Insomma, un ventaglio di contributi per provare a ricomporre segnaletica e mete di un cammino che ha fatto i conti con la modernità e che - ha osservato di recente Enrico Minelli pronto a raccogliere l’eredità morale di famiglia - «anche nelle crisi non ha mai avuto accenni di resa, ma ha cercato nella cultura punti di appoggio e di tenuta».

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