martedì 7 febbraio 2023
All'Ariston la "prima" di un presidente. L'omaggio di Benigni alla Costituzione. Un minuto di silenzio per le vittime del terremoto
Il presidente Mattarella e la figlia Laura sul palco a Sanremo

Il presidente Mattarella e la figlia Laura sul palco a Sanremo - Ansa

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L’Inno nazionale intonato da Gianni Morandi, Benigni che esalta la Costituzione italiana e critica la guerra e il presidente Sergio Mattarella che applaude sul palco di velluto rosso dell’Ariston. Il 73mo Festival di Sanremo sventola il tricolore e vede ratificata la sua funzione istituzionale per il Paese, con Amadeus maestro di cerimonie. Tutto questo per merito questa sera della presenza di Sergio Mattarella, accompagnato dalla figlia Laura, primo Presidente della storia della Repubblica Italiana in sala al Festival a inaugurare la kermesse canora che si concluderà sabato 11 febbraio.

La serata è iniziata con un doveroso minuto di silenzio in memoria delle vittime del terremoto in Siria e Turchia, lanciando anche una raccolta fondi promossa unitariamente da Croce Rossa-Unhcr-Unicef. Poi Amadeus annuncia il Presidente Mattarella accolto da un lungo applauso con standing ovation dal pubblico dell’Ariston. Morandi guida poi il coro del pubblico sul Canto degli Italiani: mani sul cuore e orgoglio nazionale sulle note dell’Orchestra del Festival. "La ringraziamo perché la sua presenza testimonia la sua vicinanza al mondo dello spettacolo, della musica e della canzone italiana, di cui il Festival è la massima espressione", ha aggiunto Amadeus lanciando poi l’uscita di Roberto Benigni per festeggiare “il 75mo anniversario della nostra amata Costituzione”.

Roberto Benigni a Sanremo

Roberto Benigni a Sanremo - Ansa

Ed ecco quindi il premio Oscar scherzare: “Presidente, lei è al suo secondo mandato, Amadeus è già al suo quarto mandato e ha prenotato il quinto: è costituzionale? Bisogna fermarlo, questo è un colpo di stato”. Ma poi si entra nel vivo per celebrare il 75mo anniversario dell’entrata in vigore della nostra Costituzione il 1 gennaio 1948.

“Che cosa c’entra con Sanremo? La Costituzione è legatissima con l’arte perché la Costituzione è un opera d’arte, legata alla libertà e alla dignità dell’uomo. Ogni parola sprigiona una forza evocativa rivoluzionaria. Butta all’aria quell’oppressione della libertà, è uno schiaffo al potere. Ci fa sentire che possiamo vivere in un Paese giusto e bello, un mondo senza violenza e senza giustizia. È un sogno fabbricato da uomini svegli” aggiunge Benigni che paragona la Costituzione italiana all’incipit di “Volare”.

“I nostri padri e madri l’hanno sognata e chi sogna arriva prima di chi pensa. Sono stati dei visionari, erano 556 i costituenti, tutti di partiti diversi, divisi su tutto, tranne una cosa, essere uniti per scrivere la Costituzione più bella che si possa immaginare – aggiunge emozionato ed emozionante Benigni -. Ci hanno detto che anche noi abbiamo l’audacia per affrontare il futuro con gioia”.

E sottolinea l’importanza, riferendosi all’Ucraina, dell’Articolo 11 “L’Italia ripudia la guerra. Se questo articolo lo avessero adottato gli altri Paesi non esisterebbe più la guerra sulla faccia della terra. Nessun Paese avrebbe potuto invadere un altro Paese”. Rendendo poi un omaggio a Bernardo Mattarella, uno dei padri costituenti, scherza: “Presidente, lei e la Costituzione avete avuto lo stesso padre. La Costituzione è sua sorella”.

Ed ecco un altro affondo di Benigni sul suo articolo preferito, l’Articolo 21. “Tutti hanno il diritto di manifestare il proprio pensiero. È il pilastro della liberta” aggiunge ricordando le violenze del Ventennio fascista. “L’articolo 21 ci ha liberati dall’obbligo di avere paura. In Paesi molto vicini a noi gli oppositori vengono incarcerati, avvelenati, vengono fatti sparire, o perché mostrano il volto, i capelli, cantano, ballano o parlano. Quanto è straordinario sapere che noi viviamo in una terra dove tutti possono esprimere liberamente il proprio pensiero. Occorre ricordare che tutto ciò che abbiamo può esserci tolto da un momento all’altro”. Insomma, l’invito accorato del “vate” Benigni è che la Costituzione “bisogna non solo leggerla ma viverla. Noi possiamo fare diventare questo sogno realtà”.

Chiara Ferragni sul palco dell'Ariston

Chiara Ferragni sul palco dell'Ariston - Ansa

Ma non sono finiti i messaggi importanti provenienti dal palco dell’Ariston in diretta su Rai 1 tra la gara dei primi 14 Big e i superospiti Pooh riuniti che hanno annunciato il loro concerto speciale del 6 luglio allo Stadio Meazza di Milano. Dato che la co conduttrice della prima serata, Chiara Ferragni, imprenditrice e influencer da 28 milioni e mezzo di follower, ha dedicato il suo monologo, parlando a se stessa bambina, alle fragilità delle donne e all'odio che possono subire, mentre i suoi abiti e le sue parole sono stati dedicati alla violenza sulle donne portando sul palco dell’Ariston le attiviste della rete antiviolenza D.i.Re. cui ha devoluto il suo cachet sanremese. “Era molto importante legare la mia presenza a una causa importante come quella della violenza sulle donne che sento molto forte e di cui non si parla abbastanza – aveva spiegato già in sala stampa – Ci sono tanti tipi di violenza, ma anche quella economica e psicologica, che ho subito anche io in relazioni del passato. Ho scelto di collegarmi a D.i.Re, una delle associazioni più presenti, che aiuta 20mila donne in Italia ogni anno”.

“Donne che aiutano ogni giorno altre donne ad essere forti” aggiunge la Ferragni presentando sul palco dell'Ariston la presidente dell’associazione Donne in rete contro la violenza e altre tre operatrici . “Abbiamo più di 100 centri attivi in Italia aiutano e donne a uscire dalla violenza – ha detto la presidente Antonella Veltri -. Ma per vincere questo crimine è necessaria una rivoluzione che elimini i luoghi comuni”. “Accogliamo anonimamente le donne in difficoltà per proteggere loro e i loro figli. Siamo tante e pronte ad ascoltare chi ha bisogno di aiuto” aggiungono le volontarie.

La serata è stata però movimentata dalle escandescenze di Blanco, vincitore del Festival dell'anno scorso, che, dato che non funzionava l'audio durante la sua esibizione, ha pensato bene di distruggere la scenografia floreale sul palco dell'Ariston a suon di calci fischiato dal pubblico dell'Ariston. "Io m sono comunque divertito" ha aggiunto con incoscienza giovanile il cantante che ha messo in imbarazzo Amadeus.

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