venerdì 5 aprile 2019
Anteprima a Roma del corto "Sogni" di Angelo Longoni con le due sorelle di nuovo attrici insieme: «Anche noi abbiamo avuto un caso in famiglia, una malattia devastante»
Le sorelle Loretta e Daniela Goggi recitano insieme nel corto “Sogni” di Angelo Longoni

Le sorelle Loretta e Daniela Goggi recitano insieme nel corto “Sogni” di Angelo Longoni

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Ci sono i sogni belli, quelli che, ad occhi aperti o chiusi, ci aiutano a vivere meglio. Ci sono anche i sogni brutti, gli incubi, che disturbano il nostro riposo notturno e spesso, al risveglio, ci lasciano un po’ turbati. E, poi, ci sono i Sogni che Angelo Longoni ha raccontato nel cortometraggio così intitolato (prodotto da Giorgio Chessari per IIP) , che ha scritto e diretto commuovendo tutti coloro che ieri erano presenti all’anteprima che si è svolta all’Anica, introdotta dal presidente Francesco Rutelli che ha sottolineato l’importanza del cinema nel sensibilizzare su tematiche così profonde. Sogni speciali, che solo i malati di Alzheimer sono capaci di fare. Ed è proprio di questa malattia che si parla nel corto di Longoni: una malattia silente, subdola perché non sempre facile da diagnosticare e ancor meno da gestire, che a volte non sembra nemmeno una malattia ma che però colpisce ormai ben settecentomila italiani.

«Avevo una zia che aveva l’Alzheimer e quando parlavo con lei avevo la sensazione di non essere io per lei ma qualcun altro, in un altro tempo e in un altro luogo. È una sensazione incredibile» racconta il regista che proprio da quell’esperienza ha tratto l’ispirazione per la “magia” e i piccoli “spostamenti” che vive la protagonista di Sogni.

Una donna anziana, interpretata da Loretta Goggi che, per questa occasione, è tornata a lavorare con la sorella Daniela, nel film uno dei medici che l’ha in cura. La protagonista del corto, infatti, è ricoverata in una struttura che si occupa dei malati di Alzheimer perché sua figlia (Claudia Conte) non è più grado di gestirla in casa. Un giorno, però, i suoi “sogni” hanno la meglio e lei si allontana dalla sua stanza per seguire una bambina, sua figlia da piccola (Beatrice Longoni), che la conduce per mano da suo marito (Francesco Montanari), l’uomo che, in realtà, l’ha abbandonata molti anni prima. Solo lei vede la bambina e il marito che, con la loro presenza, la riportano ad un periodo felice della sua vita.

«Purtroppo anche Daniela ed io abbiamo avuto un’esperienza di Alzheimer in famiglia con una nostra cugina – racconta Loretta Goggi –. Era una donna piena di vita ma che, con la malattia, ha perso la memoria e la voglia di vivere. Se ne è andata poco più di un anno fa e l’unica persona che ha riconosciuto fino all’ultimo momento è stato il marito che l’ha sempre accudita, giorno e notte».

È proprio l’esperienza personale che ha portato le due sorelle Goggi ad accettare di prendere parte al corto di Longoni: «Era tanto che non recitavo, il primo giorno ero emozionata come una bambina» rivela Daniela che sottolinea come in questi casi la fede sia l’unica risorsa per chi si trova a vivere situazioni così difficili: «Solo la fede può darti la forza di affrontare il dolore che ti causa vedere una persona cara che non riconosce più nessuno, che non vuole né mangiare né bere. Mi chiedo spesso come faccia chi non crede, le prove diventano impossibili da superare. Spero davvero che la ricerca riesca a capire le cause di questa malattia e a trovare una cura efficace».

Loretta riprende: «Daniela ha ragione. Nostra cugina se ne è andata spegnendosi lentamente, è una cosa che non si può quasi tollerare. Ci si riesce solo se si crede. Io sono una persona apparentemente forte ma estremamente fragile e ho sempre affrontato i grandi dolori, come la morte di mio marito, grazie alla fede».

Pur sottolineando di non essere un medico, la Goggi ha qualche idea sulle cause dell’Alzheimer. O, almeno, delle sue concause: «Sono convinta che molto dipenda dalla sofferenza, dallo stress, da un dolore che non si è riusciti a superare. Tutte le persone che conosco e che hanno o hanno avuto a che fare con questa malattia mi hanno detto la stessa cosa: chi si è ammalato aveva dovuto affrontare prove molto difficili che, probabilmente, non aveva superato del tutto». In questo senso, la Goggi assimila all’Alzheimer anche altre importanti malattie come, ad esempio, quelle oncologiche: «Ne avevo parlato con il professor Umberto Veronesi e lui mi ha detto che il mio pensiero non è molto lontano dalla realtà».

Cause a parte, oggi il problema è anche quello di aiutare i malati e le loro famiglie che, molto spesso, si trovano a gestirli senza sapere come fare (e spesso non avendo nemmeno i mezzi economici per farlo) a meno di non riuscire a trovare un centro specializzato come quello nel quale è stato girato Sogni (l’Hospice Media Group Casilino). Ecco, allora, che anche un cortometraggio come quello di Longoni può offrire il suo contributo, se non altro alla conoscenza del problema che Loretta Goggi, con la sua interpretazione estremamente realistica, rende alla perfezione: «Io penso che con Sogni possiamo aiutare a sensibilizzare le persone su un problema che, purtroppo, ormai riguarda molti di noi. Nello stesso tempo spero che riesca a far sentire la nostra vicinanza ai familiari di chi è malato, dare loro la sensazione di non essere soli, spiegare loro che devono avere tanto amore e tanta pazienza per aiutare chi si trova a vivere una sorta di vita borderline tra realtà e sogno e che, certo, non è in grado di ricambiare ciò che viene fatto per loro nemmeno con un piccolo gesto».

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