mercoledì 13 marzo 2024
Parla l'attrice 17enne che interpreta la poetessa dei Navigli da adolescente nella fiction "Folle d'amore" in onda stasera su Rai 1 con protagonista Laura Morante
L'attrice 17enne Sofia D'Elia nei panni di Alda merini nella fiction "Folle d'amore" di Rai 1

L'attrice 17enne Sofia D'Elia nei panni di Alda merini nella fiction "Folle d'amore" di Rai 1 - Foto di Maria Vernetti

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Scoprire una Alda Merini inedita. E’ quello che proporrà agli spettatori la fiction in onda stasera su Rai 1 Folle d'amore: racconta la vita della poetessa Alda Merini dalla gioventù al disagio psichico, ai matrimoni, alla maternità, dagli amori impossibili fino all’accesso alla cultura e alla fama. La biografia della “poetessa dei Navigli” è prodotta da Jean Vigo Italia e Rai Fiction con la regia di Roberto Faenza. La conversazione tra la poetessa dei Navigli e un giovane Arnoldo Mondadori (Federico Cesari) è il perno attorno cui gravita il film tv passando da un flashback all'altro.

Girata a Torino la fiction ne racconta le vicende umane attraverso i tre volti di Alda Merini: Laura Morante impersona quello della maturità e della malattia, Rosa Diletta Rossi la Merini giovane e la giovanissima Sofia D’Elia la poetessa adolescente. Ed è proprio lei, col suo viso inquieto e vivace, la sorpresa della serie. Sofia ha 17 anni, frequenta la quarta liceo scientifico a Bari, ma già all’età di 9 studia recitazione. Successivamente si è avvicinata al canto lirico e leggero e al pianoforte, con viaggi continui tra Roma e la Puglia, senza mai trascurare la scuola. L’obiettivo è quello di iscriversi al Centro sperimentale di cinematografia di Roma.

Nel 2022 Sofia D’Elia ha recitato da protagonista nel cortometraggio Tutù di Lorenzo Tiberi, che tratta il tema dei disturbi alimentari. Sempre nel 2022 è stata scelta per il film Hill of Vision di Roberto Faenza in cui ha interpretato Frank, l’amica speciale di Mario Capecchi, un bimbo scampato alle bombe della Seconda Guerra Mondiale diventato poi un genetista che nel 2007 ha ricevuto il premio Nobel per la medicina. Ora interpreta Alda Merini in un momento poco raccontato della sua vita quello della nascita della passione per la poesia.

«Aver conosciuto e letto le opere della poetessa Alda Merini sui banchi di scuola e interpretarla poi in un’opera cinematografica è stata un’esperienza davvero importante e formativa – racconta Sofia D’Elia ad Avvenire -. Di lei, leggendo il copione e documentandomi, mi ha affascinato la sua passione per la poesia e la musica e soprattutto la sua libertà mentale. A soli 15 anni esordisce come autrice e, anche se molto giovane, è determinata nel realizzare i suoi sogni, nonostante il contesto storico e socio culturale in cui vive la sua adolescenza. Ho ammirato la sua forza e il coraggio delle sue scelte». Il primo incontro con la Merini per Sofia è alle medie con la poesia A tutte e donne. «Sono poche le poetesse donne che si studiano a scuola. Durante la Festa della donna in terza media abbiamo studiato questa poesia che racconta la potenza del femminile – aggiunge Sofia – Poi al liceo abbiamo studiato Alda come una figura femminile in anticipo sui tempi, che ha avuto una vita molto difficile proprio per questo». Che indicazioni le ha dato il regista Roberto Faenza? «Roberto mi ha detto che Alda a 15 anni era esplosiva, ma era anche malinconica e solitaria».

Cosa può insegnare Alda Merini ai ragazzi di oggi? «Alda propone delle tematiche universali valide per tutti – aggiunge l’attrice - Lo studio di questo personaggio mi ha aiutato a distinguere il valore delle parole. Oggi noi giovani abbiamo un altro modo di trattare con la scrittura o con la musica, si tende a pensare al successo subito, mentre la Merini ci insegna la necessità del rapporto mente, penna e carta. La mia generazione si divide in due fazioni: quella che pensa allo svago e al divertimento e chi combatte per farsi sentire. Alda ha combattuto perché anche noi avessimo libertà di espressione, soprattutto le donne». A proposito della sua generazione, il disagio mentale pare essere molto diffuso e lei stessa ha girato un corto sull’anoressia. «Alda è partita dal disagio come fonte di ispirazione. Il suo è un invito a non sottovalutarsi, a non credere che il dolore e il disagio siano solo negativi. Io penso sempre positivo, ma i disagi meritano l’attenzione gusta. Ma sappiate che la mia generazione sta combattendo da tanti punti di vista, da quello sociale a quello ecologico e stiamo crescendo prima del tempo. Coltivare una passione e crearsi degli interessi, fin da piccoli, come insegnano i grandi personaggi della storia e della letteratura, può aiutarci nelle nostre scelte».
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