venerdì 25 ottobre 2013
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​In quante ragazze direbbero di no al ruolo di protagonista del musical dell’anno, perdipiù in diretta tv, per difendere il proprio pudore? Maria Luce Gamboni, 18 anni, l’ha fatto: era lei la Giulietta scelta per il nuovo musical Romeo & Giulietta. Ama e cambia il mondo che ha debuttato il 2 ottobre all’Arena di Verona, con diretta su Raidue ed ora al Gran Teatro di Roma. Ma pochi giorni prima del debutto la ragazza abbandona perché le viene imposta una scena di seminudo in trasparenza nella scena della prima notte di nozze con Romeo. L’opera, tratta da Shakespeare, con la musica di Gérard Presgurvic per la regia di Giuliano Peparini, è un kolossal targato David Zard che ha conquistato quasi due milioni di spettatori e venduto sei milioni di dischi nel mondo. Attualmente lo show è allestito in venti Paesi, tra cui l’Italia. I numeri sono importanti: oltre 5 milioni di euro per mettere in campo una squadra composta da 45 artisti sul palco, 35 tecnici, 22 persone di produzione, un’équipe di interpreti internazionali, oltre 250 costumi… All’appello però manca il nome della diciottenne pesarese Maria Luce Gamboni. E da qui inizia un’altra storia rimasta finora dietro le quinte.Nonostante la sua giovane età, Maria Luce è considerata un talento nel campo vocale. Ha partecipato allo Zecchino d’Oro nel 2004 e nel 2008 al programma Rai Ti lascio una canzone. Frequenta con profitto l’ultimo anno del liceo classico Mamiani di Pesaro ed è al settimo di pianoforte al conservatorio Rossini. Ha da poco compiuto i fatidici 18 anni quando la produzione di Zard le comunica di aver superato il provino. Da luglio entra a far parte del secondo cast del musical per interpretare nientemeno che Giulietta. È un treno che passa una sola volta nella vita. Maria Luce lo sa e ci sale con entusiasmo. Firma il contratto e si trasferisce a Roma. Decide addirittura di perdere un anno al conservatorio. Tutto fila liscio fino a quando il regista le comunica che all’atto secondo è prevista una scena di seminudo. Maria Luce non ci sta «perché – spiega – nel contratto non era presente nessuna richiesta di questo genere». In un primo momento il regista accetta di andarle incontro e così per quasi due mesi la ragazza prosegue le sue dieci ore di prove al giorno. Poi, a circa una settimana dal debutto, la richiesta si ripresenta: o fai la scena come da copione o non farai lo spettacolo. Maria Luce dice no. I suoi principi e la sua coscienza prevalgono. Disdice l’albergo che aveva già prenotato a Verona e torna dalla sua famiglia. «Ci è dispiaciuto moltissimo perderla – dice oggi Giulia Riccardi, che si occupa della promozione del musical – perché Maria Luce ha una bellissima voce ed è una persona solare, ma la sua scelta è stata compresa. Ha lasciato una produzione che avrebbe potuto portarla a una esposizione importante e forse ha dimostrato più coraggio così di quanto gliene sarebbe bastato per andare in scena in trasparenza».

Tornata sui banchi del liceo Maria Luce si è confrontata con i suoi compagni di classe attraverso una lettera. «Vorrei rivolgermi ai miei coetanei e alle donne – scrive Maria Luce – perché mi sono sentita un oggetto in mano a chi voleva usare me e la mia femminilità per il proprio successo. Ho perso perché non ho ottenuto ciò che chiedevo, ma ho vinto con me stessa perché al denaro e al mio sogno ho preferito il mio pudore». Il suo appello – in un mondo in cui "pudore" è una parola fuori moda, dove ai giovani viene proposto un modello di vacuo successo sotto i riflettori delle telecamere, dai reality a Facebook – è «a non scendere mai a compromessi nella vita, a far prevalere sempre le proprie idee, a ragionare sempre con la propria testa e mai farsi trascinare, a saper rinunciare, se si capisce che una cosa non è buona per se stessi anche quando questo significa perdere delle opportunità». Ora lei narrerà la sua storia in un racconto che parteciperà a un concorso scolastico nazionale sul tema dei valori perché, come dice papa Francesco ai giovani, occorre essere coraggiosi e andare controcorrente, ma con i valori della bellezza, della bontà e della verità.

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