mercoledì 21 dicembre 2016
Dal Santuario della Madonnetta al Museo dei Capuccini la città espone centinaia di capolavori dell'arte presepiale che rivaleggiò fra XVI e XIX secolo con Napoli
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Se il presepe napoletano è quello più famoso, non tutti sanno che a rivaleggiare con esso è stata la grande scuola genovese insieme a quella bolognese. «Dalla prima metà del XVI secolo fino ai primi decenni del XIX secolo Genova si afferma, accanto a Napoli, come uno dei centri più attivi nella produzione di figure da presepe – spiega Giulio Sommariva, direttore dell’Accademia Ligustica di Genova –. Numerose botteghe di intagliatori, la più nota quella di Anton Maria Maragliano che visse fra il 1664 e il 1739, si dedicarono anche alla produzione di statuette scolpite a tutto tondo e di manichini lignei articolati, parzialmente policromati, rivestiti con abiti in splendido tessuto, testimonianza della grande manifattura tessile della Superba».


Come dice il professore, questo tipo di statue, rispetto ad esempio a quelle totalmente in terracotta della tradizione bolognese o a quelle totalmente intagliate nel legno, «rispondevano meglio alle esigenze spettacolari del presepe barocco, rendendo possibile, attraverso la sostituzione degli abiti o degli accessori, una continua intercambiabilità dei personaggi e allestimenti sempre diversi». Quello che ha reso grande e spettacolare il presepe napoletano, spiega il direttore, fu l'intuizione di creare un'imbottitura di stoppa delle statuine, che avevano volti di porcellana e mani e piedi di legno, e di dotarle di fili di ferro che le rendeva estremamente mobili. Ma, mentre il presepe napoletano, è ricco di animali, vettovaglie e dettagli realistici, quello genovese è più composto, ha meno personaggi ma statuine più grandi.




«Una caratteristica unica del presepe genovese - aggiunge Sommariva - è la rappresentazione della Madonna come regina, con abiti sfarzosi e in testa una corona. Questo deriva dal fatto che Maria nel 1637 venne proclamata regina di Genova»

In questi giorni di festa, ma anche durante tutto l’anno, è possibile visitare a Genova splendidi presepi barocchi. Come l’imperdibile presepe del Santuario della Madonnetta, sulle alture di Genova, un importantissimo santuario mariano, scrigno di capolavori. Fra questi circa duecento statue, di cui una parte attribuita attribuite alla scuola del Maragliano, che datano dai primi del 600 ai primi del 700, disposte in uno spettacolare allestimento che riproduce fedelmente l'antica città di Genova.



Un'altra importante collezione è quella del del Museo dei Cappuccini a Genova, che presenta le preziose statuine attorniate da capolavori della pittura dell'epoca.


Imperdibile anche la la collezione del Museo Luxoro a Nervi, dove a spiccare, fra l'altro, sono le preziosissime trame delle stoffe e ddi broccati, arte che la Repubblica aveva importato dal mondo arabo.


E poi moltissimi altri sono gli esempi permanenti, il Presepe della Duchessa al Santuario di Santa Maria delle Grazie a Voltri, il presepio del “Grechetto” a San Luca, chiesa gentilizia della Famiglia Spinola, e l’Adorazione dei Magi di Joos van Cleve nella chiesa di San Donato. E poi ancora i presepi dell'Oratorio di San Bartolomeo a Staglieno e della Chiesa di San Cipriano a Genova.

Nel periodo compreso fra Natale e la “Candelora (il 2 febbraio,Festa della Purificazione di Maria che coincide con la Presentazione di Gesù al Tempio) secondo una consuetudine diffusa in molti Paesi dell’Europa cattolica, venivano infatti rappresentate l’Adorazione dei Magi, la Presentazione al Tempio, la Fuga in Egitto


L'arte del presepe genovese, in realtà, esprime il fermento artistico e culturale della Repubblica di Genova, capitale economica europea fra XVI e XVII secolo, capace di attrarre artisti come Rubens e Van Dyck, ma anche di sviluppare capolavori di artisti genovesi dell'epoca, il cui stile si riverbera anche nella splendida arte popolare che celebra la nascita di Cristo, secondo i canoni estetici dettati dalla Controriforma. Un'arte oggi purtroppo non piu tramandata a Genova, ma di cui restano capolavori da riscoprire.

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